Capitolo 17

1K 50 6
                                    

AUTHOR'S NOTE: SCUSATE ma non ho avuto il WiFi per un mese ed è stato un gran casino.
Ma la cosa importante è che I'M BACK.
Quindi scusate ancora e godetevi il capitolo, spero vi piaccia❤️








Il giorno che speravo non arrivasse mai era proprio arrivato.
Sabato.
Il pensiero di stare una settimana lontana da Damiano mi faceva sentire un peso non indifferente sullo stomaco, e il fatto che Alessandro sarebbe venuto con noi non aiutava il mio stato d'animo.

Ora sono in macchina con Dam, che mi sta accompagnando alla stazione.
"Chiamami appena arrivi" mi dice portando una mano sulla mia gamba.
"Certo" rispondo mettendo la mi mano sulla sua.
Non era molto felice che dovessi stare una settimana con il mio ex, anzi era proprio incazzato, però cercava di non sfogarsi su di me perché sapeva che non era colpa mia.
Il fatto che gli dia fastidio mi fa piacere, significa che forse anche lui ha paura di perdermi.

Appena arriviamo in stazione camminiamo mano nella mano fino al binario, dove intravedo i miei colleghi che aspettavano pazientemente il treno.

"Ciao Bea" mi saluta Ginevra, una ragazza con cui condivido quasi tutti i miei turni, insieme a Matteo, che appena mi vede si alza dalla panchina e viene verso di me "Amore non puoi capire, hanno messo 10 minuti di ritardo, ma ti pare? 10 minuti sotto il sole ad aspettare, ma non lo sanno che il sole invecchia la pelle?" Appena mi ha chiamato amore ho sentito la presa di Damiano stringersi attorno alla mia mano e il suo intero corpo irrigidirsi, cosa che non sembrava cambiare nonostante Matteo si fosse appena palesemente mostrato per ciò che è: gay.

"Mattè tranquillo, te presto la mia crema rigenerante dopo" lo prende in giro Ginevra ridendo.
"Ma che tu sei il famoso Damiano?" Chiede voltandosi verso il ragazzo al mio fianco. "Si so io" dice allungando la mano verso di lei e stringendogli la sua.
"Non poi capì Damià, questa sta sempre a parlà de te co l'amica vostra e co'me, ormai nun c'ha faccio più" "ah quindi sono il principale argomento tra te e Vic?" Mi chiede guardandomi con il suo bellissimo sorriso. "Può essere" dico facendo la vaga.
Per tutta risposta Damiano ride e mi mette un braccio sulle spalle.
Mi porta un po' in disparte e dopo aver lanciato un ultima occhiataccia a Matteo si avvicina al mio orecchio "e quello?" "Quello chi?" Dico cercando di trattenere il mio sorriso.
È così carino quando fa il geloso inutilmente. "Matteo Ommioddiolamiapoverapelle"
Mi scappa un risolino che cerco di soffocare in tutti i modi "ma che te pare normale che te chiami amore? Quello nun sta bene, mo je spiego du cos-" "Damiano?" "Eh?" "È gay"
Lui mi guarda con diffidenza prima di scoccare uno sguardo verso il diretto interessato che stava guardando il suo riflesso in un piccolo specchio portatile mentre si toccava preoccupato la pelle del viso.
"Ah" "ma davero n'a avevi capito?" Gli chiedo ridendo.
"No si va be" dice facendo il serio e guardandosi attorno "un idea c'ha avevo, però nun se sa mai" gli scoppio a ridere in faccia, mettendogli una mano sulla guancia e iniziando ad accarezzargliela "sai che sei popo caruccio quando sei geloso?" Gli dico prendendolo in giro "ma geloso de che? Io nun so geloso popo pe'niente. Io geloso, ma fame er piacere... assurdo" ricomincio a ridere e gli lascio un bacio a stampo sulle labbra, mentre con una mano gli cingo le spalle.
"Ancora" mi dice, come un bambino, appena mi allontano da lui. Roteò gli occhi e gli do un altro bacio, che questa volta approfondisce, stringendomi i fianchi con le mani e avvicinandomi il più possibile. "Me mancherai" mi sussurra a fior di labbra, appoggiando la fronte sulla mia.
Le sue parole mi fanno sorridere di getto "anche tu"
"e io a chi mancherò?" Ci interrompe una voce forte e sicura.
Ci giriamo di scatto, allontanandoci appena, e ci ritroviamo Alessandro davanti a noi con una valigia in mano e con uno stupido sorriso stampato sulla faccia.

Damiano sta per dirgli qualcosa ma lo anticipo prima che dica qualcosa di eccessivo "Alessandro, ciao" "ciao Bibi" mi sorride ancora di più, non calcolando minimamente Damiano, che si avvicina al mio orecchio, guardando nella direzione opposta ad Alessandro per non farsi sentire "Bibi?" Io faccio finta di niente, e cerco di allontanare Ale, in modo da passare questi ultimi cinque minuti in pace con Damiano "gli altri sono la, Ginevra voleva dirti una cosa mi sembra" "ah vado subito allora" sta per andarsene quando si volta e guarda Damiano "ah e tranquillo, la terrò d'occhio io, tanto starò sempre insieme a lei" dice per poi voltarsi ed andarsene definitivamente.

Damiano è un pezzo di marmo di fianco a me, non lo sento nemmeno respirare vedo solo la rabbia nei suoi occhi, e l'istinto di picchiarlo riflesso nei suoi lineamenti, che ora sono rigidi come la pietra.
"Io lo ammazzo" dice prima di scagliarsi nella sua direzione.
Grazie a dio riesco a prendergli la mano e tirarlo verso di me "Lo capisci che è quello che vuole? Te vole fà incazzà, nun je poi dà sta soddisfazione" gli dico cercando di farlo ragionare "nun me ne fotte un cazzo, mo je faccio capì che se prova solo a toccarte in sta settimana, je stacco quelle du noccioline che se ritrova ar posto dei cojoni." Fa per ricominciare a camminare ma gli do un altro strattone al braccio "Dam mancano 3 minuti e poi arriva il treno, possiamo stare in pace io e te? Ti prego" l'unica arma rimasta è fare gli occhi dolci da bambina, quindi perché no.
Pare funzioni, perché Damiano mi guarda e vedo i suoi occhi addolcirsi. Mi accarezza una guancia con la mano e io inclino la testa in direzione di essa. "Hai ragione scusa" gli getto le braccia al collo e lo abbraccio, godendomi questi ultimi momenti insieme.
Alla fine è solo una settimana, ma mi mancherà da morire. Viviamo insieme, siamo abituati a vederci tutti i giorni quindi una settimana per noi sembra un mese.
"Attenzione, il treno freccia rossa 12654 diretto a Milano centrale e proveniente da Bari sta per arrivare al binario 3, spostarsi dalla linea gialla"
La voce metallica che annuncia il treno ci fa separare e non riesco a trattenere un sospiro "non fare cazzate mentre non ci sono" gli dico ridendo "so io che dovrei dirlo a te. Bea te prego se prova a fa qualcosa chiamame" "si stai tranquillo." Lo guardò ancora un po' negli occhi, finché non mi viene in mente una cosa "Bibi è il soprannome con cui mi chiamava mio papà, Alessandro non mi ha mai chiamato così non so perché prima l'ha fatto" dovevo tranquillizzarlo almeno un po', non volevo vederlo così arrabbiato. " 'O so io perché, per farme incazzà ancora de più" "probabile, ma voglio che tu sappia che io tengo da morire a quel soprannome e che non gli ho mai detto che poteva chiamarmi così, ok? È per la famiglia"
Inizio ad accarezzargli i capelli dietro al collo, mentre sento il rombo del treno in lontananza.
"Va bene, scusa se ho esagerato" appoggia la fronte sulla mia e mi da un ultimo bacio, prima di prendere la mia valigia e aiutarmi a caricarla sul treno che ora era fermo davanti a noi.

Era solo una settimana, sarebbe andato tutto bene.

This Is What I Live For - Maneskin (ADULTI)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora