Chapter Two: The drawing.

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Scendemmo dal treno a testa alta, sorridenti, mentre le nostre mani unite si erano trasformate in un confidenziale intreccio di braccia. Salutammo Hagrid in lontananza, il quale era impegnato a scortare i primini verso la scuola. Raggiungemmo le carrozze. Ero intenta a raccontare a Luna delle mie vacanze al mare, in Corsica, quando mi scontrai con un'enorme creatura nera e spettrale. La osservai a lungo, era la prima volta che vedevo un Thestral.

La morte aveva attraversato i miei occhi quando Fred Weasley si spense proprio di fronte a me. Quel dolore pulsava ancora forte nelle mie vene, e forse non sarebbe mai andato via. Ignorai la stretta al cuore che si stava impadronendo di me, cominciando ad accarezzare quel cavallo scheletrico, così docile e innocuo, nonostante il suo aspetto inquietante.

Ormai credo che quasi chiunque potesse vederli, era come se ci ricordassero tutto ciò che avevamo vissuto. Ed era un bene. Non dovevamo dimenticare.

<<Stai bene?>> mi chiese Luna, riportandomi alla realtà.

<<Sì, tu?>> le domandai a mia volta, voltandomi verso di lei.

<<Sì.>> mi rispose, annuendo e sorridendo.

Salimmo sulla carrozza e lasciammo che i Thestral ci accompagnassero al castello.

Mi scossero mille brividi quando rividi quell'enorme, meravigliosa fortezza. Tutto era tornato come prima. I professori e gli auror si erano dati molto da fare per ricostruire ciò che Voldemort aveva distrutto. E ci erano riusciti benissimo. Mi sembrava di essere tornata al primo anno.

Entrammo all'interno del cortile principale insieme a tutti gli altri studenti. Vidi di sfuggita Ginny, insieme ad Angelina Johnson. Forse erano già intente a discutere dei futuri tornei di Quidditch.

I nostri baule erano stati già trasportati nelle nostre camere, mentre noi ci recavamo all'interno della sala grande.

Maestosa più che mai, l'enorme sala da pranzo ci accolse con il solito incantesimo rappresentante un cielo stellato, con mille candele ad illuminare il soffitto. In piedi, dietro al podio a forma di gufo appartenuto all'ormai defunto Silente, la McGranitt ci accoglieva con un sorriso ed un leggero velo di emozione nei suoi occhi.

Ogni casa si sistemò intorno al proprio tavolo, in silenzio, rivolgendo piena attenzione alla donna.

<<Bentornati ad Hogwarts, ragazzi. Spero che abbiate passato buone vacanze.>> cominciò, mentre scorgevo dietro di lei, seduti al tavolo dei professori, Hagrid, Vitious, la Cooman, Lumacorno e Ruf.

<<Non immaginate quanto sia stata fiera di voi l'anno scorso, durante la battaglia che ha messo alla prova ognuno di noi. Per me, se fosse possibile, dovreste ricevere i M.A.G.O anche solo per l'enorme valore mostrato quella notte. Deduco però, dalla quantità di persone presenti quest anno, che nessuno abbia il coraggio di abbandonare Hogwarts, e non potrei esserne più contenta. Diventare preside per me ha significato molto. Spero di riuscire a donarvi almeno un minimo di ciò che è riuscito a donarvi il professor Silente. Egli vivrà per sempre nei nostri cuori, così come tutti gli altri caduti in battaglia. E' grazie a loro se ora il mondo magico ha una nuova alba ad attenderlo. Buon appetito ragazzi, buon anno scolastico e grazie..grazie ancora per tutto.>>

Le sue ultime frasi furono pronunciate con un groppo in gola, era emozionata e al contempo triste. Tutti lo eravamo. Ma quelle parole colpirono così tanto i nostri cuori che in poco tempo tutta la scuola si ritrovò in piedi ad applaudire alla nuova preside.

Mi asciugavo una lacrima sulla guancia sinistra, guardandomi intorno, quando incontrai due enormi occhi grigi-azzurri. Mi fermai, sostenendo lo sguardo di Draco Malfoy. Quel color tempesta mi dava i brividi. Non so perché rimanemmo a guardarci in silenzio, immobili, quasi come se il tempo si fosse fermato. Non so cosa provavo in quel momento, ero un misto di cento emozioni: rabbia, ribrezzo, paura, forse anche pietà. Non volli far caso al fatto che, a tenermi fissa nei suoi occhi, c'era un qualcosa di indefinito che cresceva dentro di me. Compassione, forse. Infondo era cresciuto nella famiglia sbagliata, ed era stato proprio questo a far sì che diventasse un Mangiamorte a soli 16 anni. Ma perché non aveva avuto la forza di ribellarsi? Perché aveva lasciato che si servissero di lui come fosse solo una misera pedina?

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