DRACO'S POV.
<<Sei fin troppo insignificante per essere notato.>>
Quella frase. Quella semplice frase. Quante volte ero stato insultato da lei, quante volte ci eravamo ripetuti insulti di tutti i tipi. Avrei dovuto esserci abituato. Ma quella dannata risposta non riuscii a reggerla. I suoi grandi occhi verde scuro, così particolari e così intensi, mi fissavano con una rabbia, con un disprezzo, che non le avevo mai letto in faccia. Mi colpirono così tanto, e non seppi spiegarmi il perchè. Forse fu perchè sapevo che tutti la pensavano come lei, in quella scuola. Blaise era l'unica persona vicina a me, lui sapeva cos'avevo passato. Gli altri no. Ma come biasimarli per l'odio che provavano nei miei riguardi? Ero stato un vigliacco, la scelta c'era, e avevo preferito vivere da codardo, piuttosto che morire da eroe. I miei genitori sarebbero morti se non mi fossi fatto marchiare, ma avrei dovuto immaginare che mi sarebbero stati portati via ugualmente. Cosa si aspettava quel figlio di troia di Voldemort? Di vincere?
Erano due anni che non stavo più bene con me stesso. Quando mi guardavo allo specchio non provavo più orgoglio nel veder riflessa la mia figura, che in tante avevano desiderato ma che nessuna era mai riuscita ad ottenere. Ormai vedevo solo un ragazzo perso, distrutto dal rimorso, desideroso di ricominciare ma senza avere idea di come farlo. Forse avevo sbagliato a rivolgermi così a lei, a Jane, ma cos'altro avrei dovuto fare? Dovevo apparire forte, o forse chi mi odiava avrebbe approfittato di me. E lei mi odiava, sì, glie lo leggevo negli occhi. Quei profondi occhi scuri, che mi tagliarono in due l'anima semplicemente osservandomi. Ero solo, come lo ero sempre stato, e se mai un giorno avessi deciso di gridare per sfogare il mio dolore, il mio eco sarebbe stata l'unica voce a rispondermi.
Non fui capace di controbattere, non volevo più ferirla. Non mi aveva mai fatto nulla di male, certo i battibecchi c'erano sempre stati, ma mai aveva osato spingersi oltre. Sospirai, abbassando lo sguardo, mentre lei raccoglieva velocemente il suo libro di Incantesimi, per poi andare via. Eravamo a scuola da neanche un giorno e già avevamo litigato. Ma non riuscivo a togliermi dalla testa i suoi occhi. Non l'avevo mai notato, ma quanto potevano essere belli? Dolci, accoglienti. Mentre i miei erano freddi, vuoti.
Sentivo ancora il suo dolce profumo di vaniglia invadermi le narici, quando guardai in basso, e sulle mie scarpe trovai appoggiato un foglio doppio, rappresentante un meravigliso tramonto, o un'alba, non seppi decifrarlo. Non sapevo che Jane disegnasse, e che lo facesse dannatamente bene. Raccolsi il foglio, mi girai e la guardai andar via. Mi sorpresi nel pensare che i colori caldi di quel disegno mi ricordavano i riflessi caramello dei suoi lunghi capelli castani, i quali ondeggiavano, lisci e meravigliosi, mentre Jane si allontanava frettolosa. Non la chiamai, non potevo fare a meno di desiderare di tenere quel disegno. Era come averla vicino, pur sapendo che non mi avrebbe mai perdonato..
Tornai alla realtà e ricominciai il mio percorso. Prima del nostro scontro ero diretto ai dormitori Serpeverde per recuperare il mio volume di Incantesimi. Depositai il disegno di Jane in un cassetto della mia scrivania, per poi correre a lezione.
Quando entrai in aula erano quasi tutti accomodati, mentre Vitious aspettava l'arrivo delle ultime persone per poter cominciare. Trovai Blaise e mi sedetti accanto a lui. Poco dopo arrivarono Pansy e Theodore, forse dopo un'ennesima scappatella nella stanza delle necessità.
<<Tutto a posto? Hai una faccia..>> mi chiese Blaise, mentre Vitious cominciava ad introdurre il programma previsto per quell'anno.
<<Sto bene.>> risposi, ignorando il suo sguardo interrogativo. Mi guardavo intorno, e anche se non volevo ammetterlo a me stesso sapevo il perchè. Quando trovai Jane, seduta due posti più avanti, mi venne un colpo al cuore. Avrei desiderato tanto scusarmi, ma non l'avevo mai fatto con nessuno. Non avevo idea di come fare. Perchè quella ragazza aveva avuto un effetto simile su di me?
La osservai prendere appunti sull'Expecto Patroum, un incantesimo che non mi era mai riuscito..
Di momenti felici ne avevo avuti ben pochi: quando mio padre mi comprò la Nimbus 2001 al secondo anno, ad esempio. Ma non era abbastanza intenso. Eppure tutti i miei ricordi felici erano così. Piccoli, stupidi, materiali.
Mi domandavo se lei sapesse già produrlo e che forma avesse. Immaginai una creatura minuta, fragile, bellissima, come lei.
Scossi la testa nel realizzare che stavo pensando fin troppo alla White, per poi cominciare a prendere appunti, come tutto il resto della classe.
Un ricordo felice...un ricordo felice. Non avevo idea di come trovarlo. Doveva pur esserci qualcosa che mi aveva fatto sentire bene, come se fossi indistruttibile.
Passai quasi tutta l'ora a rimurginare su questo, mentre continuavo a raccogliere le informazioni date da Vitious, ma non riuscii a trovarlo, quel momento felice.
Mi arresi all'idea che forse ancora dovevo viverlo. Forse ancora dovevo trovare il senso della mia vita, la mia felicità.
Ci alzammo tutti, spostando i banchi lungo le pareti dell'aula per creare spazio, e il professore aiutò tutti a produrre il proprio patronus. Non tutti ci riuscirono a primo impatto, Lunatica Lovegood fu la prima a produrlo, facendo apparire una lepre. Vitious però non mise pressione a nessuno.
<<Quando arriverà per voi la felicità, sarete in grado di produrlo automaticamente!>> esclamò.
<<Chi crede di essere in grado di produrlo?>> chiese, poi, un enorme sorriso stampatogli in faccia.
Furono pochissimi quelli che alzarono la mano. Scorsi però l'esile braccio pallido di Jane, e il mio cuore fece una capriola.
<<Signorina White, benissimo!>> disse Vitious, avvicinandosi a lei.
Jane arrossì leggermente, dato che tutti la osservavamo. Non la facevo così timida. Era tremendamente dolce con quelle guance infuocate.
Chiuse gli occhi e sorrise, per poi lanciare l'incantesimo e illuminare tutta l'aula con un lampo azzurro-argentato. Rise sorpresa, mettendo in mostra i suoi denti sporgenti e dritti, mentre un piccolo scoiattolo argentato le correva intorno e la osservava. Ero sicuro che il suo patronus sarebbe stato grazioso quanto lei. Ciò nonostante gli scoiattoli sono furbi e autonomi, proprio come Jane..
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Salveeeee! Draco si sta pentendo del suo passato ad Hogwarts, mentre il pensiero di Jane non ne vuole sapere nulla di abbandonarlo. Eh beh, che dire, forse è vero che l'amore ci cambia no? Spero vi piaccia. <3
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My Safety.
FanfictionLa guerra magica ha spazzato via quasi ogni traccia di serenità dalle anime di tutti i maghi, ma ormai li attende l'alba di un nuovo mondo, e Jane White non ha intenzione di lasciarsi scoraggiare dai fantasmi della battaglia di Hogwarts. La giovane...