Cap.26 (Good Ending)

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"E che se penso a stare bene mi vieni in mente tu."

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Reset or Continue? 

Apri lentamente gli occhi, ti ritrovi in una stanza bianca, adagiata sopra un lettino, come ci sei arrivata qui? Ti siedi mentre ti tieni il capo, hai i pensieri confusi, ti giri per guardare un'uomo che sta trascrivendo qualcosa, avevi detto qualcosa mentre dormivi? Ma, aspettate un attimo, tu hai ricominciato a parlare?
Non riesci a collegare nulla, appoggi i piedi sul freddo pavimento, l'uomo di disse di prendere sempre le solite medicine e di andare nella tua stanza, una signora, vestita da suora, ti indica di seguirla mentre tu stringevi il barattolo con tanti medicinali al suo interno, è come se avessi dimenticato qualcosa, qualcosa di importante, ma cosa?

La donna apre una porta di ferro, quella deve essere la tua presunta camera, vedi al suo interno una figura, sembri di riconoscerla, ma non ricordi chi sia, una spinta ti fece entrare completamente e lo sbattere della porta di ferro indica che sia stata la donna a farlo, guardi la figura, che stà comodamente seduta sulla sedia davanti a un mini tavolo, in cui vi è appoggiato un vassoio con qualcosa al suo interno, un piatto con quello che deve essere del purè, storci il naso, l'odore è nauseante.

Ti siedi sul letto, non dando caso alla figura nascosta nel buio, e ti rigiri fra le mani le pillole contenute in quel contenitore arancione, leggi la targhetta, 'Amnesia',  pieghi il capo, se è amnesia quella che hai, allora perché ti ritrovi qui? In questo posto che, sicuramente, sarà dimenticato da Dio?  Senti la figura sbuffare, ciò ti fece sobbalzare sia per la paura sia per la sorpresa, lo vedi girare il capo, facendo rivelare il suo volto, uno scheletro.

"Oh!" , dice sorpreso, "Non ci speravo più, ragazzina, finalmente mi hai notato, sai, è noioso non poter far nulla se non rimanere in questa stanza."

Parla, hai pensato, guardi il suo aspetto, ancora una volta pensi che sia vagamente familiare ma non ti ricordi, lo vedi alzarsi, facendo cadere la tunica lungo il suo spigolo corpo, sembrava uno scienziato, infila le mani nelle tasche e ti guarda dall'alto, si, affermi, sembra proprio uno scienziato.

"Sono uno scienziato, ragazzina."

Dice lui, sgrani gli occhi, come...? 
Deglutici quando si avvicina a te per poi abbassarsi alla tua altezza, poi formuli la frase, ragazzina, anche ciò ti sembra familiare, ma perché? Cosa hai dimenticato di cosi importante? 

"Non ricordi proprio, eh?" , iniziò lui, "Partiamo con le presetazioni, io sono Gaster."

Gaster, pian piano, nella tua mente, si formulano scene sbiadite, come il tuo cervello non volesse farti ricordare, poi, una scena si rivela nitida, siete tu e lui, su uno strano campo di fiori blu, ricordi! Ti ricordi di Gaster! 
Ti guardi intorno, dove siete?
Lo senti sospirare.

"Sei proprio messa male. Allora, quando ti sei risvegliata ci siamo ritrovati in una stanza di ospedale, continuavi a dire cose senza senso, secondo tua madre e i dottori, quindi ti hanno portata qui, in modo da farti curare. Ah! Un'ultima cosa. Il medico ti ha prescritto quelle medicine, non prenderle, ti oscuriscono l'anima."

Annuisci, lo vedi sorridere per poi darti delle pacche sul capo, sorridi di rimando, posi le medicine e continui a parlare con Gaster, che ti spiega alcune cose qui, ma sai che ti manca qualcosa, o, per meglio dire, qualcuno, ti sei ricordata di Dream, e va bene, poi di Cross, okay, Nightmare, di male e peggio, di alcuni Sans... Però, manca un pezzo del puzzle per completare il tutto, sospiri stanca, ricordare non è mai stato il tuo forte alquanto pare.

Arrivata l'ora di dormire, ti stendi su, quello che definiscono, letto, in realtà è un materasso duro come la pietra, ma come fanno gli altri?
Il giorno dopo ti aspetta un'ora di svago, dove incontri gli altri pazienti, se non eri matta prima lo diventi ora, con tutte queste urla, confusione, almeno è ciò che è successo quando eri dietro la porta, appena entri tutto cessa, tutti ti guardano impauriti, sospiri, si, hai ucciso chissà quante persone una volta, ma adesso vuoi ricominciare, e stare in una clinica psichiatrica non è un buon punto di inizio.

Finita l'ora, arrivano le visite con i medici, devi ricontrare quell'uomo di prima? Vedi Gaster annuire, chissà cosa ti farà fare.
Entri nella stanza, solo ora noti che è sempre chiusa dalle persiane, chissà perché, l'uomo ti incita a stenderti sul lettino per poi dirti di cominciare a ricordare, inconsciamente inizi a parlare, come se fosse d'abitudine farlo, iniziò a farti alcune domande, alla fine della visita ti chiesa se avevi preso le medicine, abbassi lo sguardo, lo senti sospirare, ti dice, con calma, che le devi prendere se non vuoi avere uno dei tuoi soliti attacchi, quali attacchi?
Gaster non ti aveva accennato nulla di tutto ciò, quando rientri in camera cerchi subito delle spiegazioni.

"Senti, ragazzina, non ti ho detto degli attacchi per non fartene avere uno. In questi attacchi cerchi di mangiare pelle umana, mi capisci, vero?"

Pelle umana? Annuisci scorcetata.
Mangiare pelle umana, chissà il perché ma una nota di nostalgia invade la tua anima, forse era legata a quel qualcosa che hai dimenticato, sospiri, proprio nel momento in cui lo fai senti la porta aprirsi e la donna di ieri fece capolino da essa, prese il vecchio vassoio, per poi appoggiarne un'altro, avevi capito che se mangiavi quella roba finivi per morire senza volerlo, quindi era meglio non toccarla neanche.

Però, se non prendevi le pillole avevi gli attacchi, adesso spieghi gli sguardi impauriti degli altri pazienti, ma se le prendevi l'anima si oscurava, sospiri, dovrai prenderle quando senti che l'attacco stava per avvenire, ciò vuol dire che devi portare il barattolino in ogni qualvolta ti sposti dalla camera, che tanto una camera non era.

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"Quando si inizia?"

Disse impaziente, avevano progettato tutto ciò in quel lungo periodo che lei non c'era, doveva andare a riprenderla, non poteva lasciarla lì, però non poteva promettere che, stando con lui, sarebbe stata meglio, ripensò al momento in cui la Timeline ritornava indietro, nel momento in cui tutto ebbe inizio ma, lei, non cadde, rimase in superficie, ovviamente nessuno si ricordava di lei, tranne lui e gli altri Sans, forse pure alcuni mostri che hanno avuto a che farci con lei.

"Tranquillo, Horror, la tua adorata starà tra le tue braccia in men che non si dica."

Lo spero, pensò lo scheletro per poi guardare fuori dalla finestra, sapeva che non si ricordava di lui ma con lei c'era Gaster e gli avrebbe detto tutto a tempo debito, o forse gli avrà detto tutto ora, chi potrà mai dirlo.

Angolo ⓜⓔⓔ

Ragazzi, per chi segue anche l'altra storia mi scuso per la lentezza con cui la aggiorno, ma dovete sapere che devo occuparmi pure di questa, sopratutto questa quando siamo vicini alla fine, come avete notato questa è solo la prima parte, eh, non posso mica farla finire così.

*Sospira stanca.*

Detto questo....

Bay bay!!!

You know what? I eat you... (Horror!Sans x Reader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora