Over again.

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Salve :)
Questa è la mia prima fanfiction su Wattpad, ho pubblicato tutte le mie storie su Efp e adesso vorrei trascriverle tutte su questo sito.

Spero di attirare l'attenzione così com'è successo su Efp.

Pregherei di non plagiare, è già successo altre volte.

Buona lettura, Illsetyoufree.

Molly Jones ha diciassette anni quando a sua madre è diagnosticato un cancro.
Nessuno può/vuole aiutarla.
Da quel momento il tumore della madre era il suo tumore.
Non avendo il denaro necessario per le cure, decide di vendere il suo corpo.
Prostituzione.
Ecco perchè si ritrova un Harry Styles a letto, tenebroso e arrogante.
Il classico bullo della classe, il prepotente della scuola.
Ma Styles è più interessante di quanto sembra.

La spiaggia, vuota, infinita. Non è più nemmeno uno spazio, ma il piano inclinato del tempo dove la memoria scivola.
Appaiono frammenti di cose, di persone, l'inquadratura cambia di continuo, spesso fuori fuoco.
Una ragazza che cammina con una bambina in braccio.
La ragazza carezza dolcemente i capelli scuri della bambina, poi le da un bacio sulla tempia. Il volto della bambina, poi quello della ragazza.
Il vento le spinge i capelli davanti al viso. Sorride, muove le labbra.
Sta dicendo qualcosa alla bambina, là il sonoro non c'è: solo silenzio. E tempo.
Tutto appare e scompare su quello spazio obliquo, lontano, irrangiungibile. La spiaggia, le nuvole, la ragazza che cammina.
All'improvviso non si vede più niente.


-Predicatori.

 

Vivere nella paura, adesso lo so, è il peggiore degli incubi.
Ed è così che sta vivendo mia madre, giorno dopo giorno, ora dopo ora col pensiero della morte.
Ha anche paura del buio adesso. Teme che le tenebre possano da un momento all'altro strappare la sua anima.
Un'anima giovane e pura.
Iniziò la sua battaglia contro l'oscurità.

La mia non è una famiglia tradizionale. Papà, mamma, fratelli, sorelle.
Mia madre è tutta la famiglia che ho.
Una zia che vive poco lontano da qui ha ormai smesso di credere nella nostre esistenza. Addirittura.
Mio padre non l'ho mai conosciuto. Se ne andò quando mia madre rimase incinta.

La sola cosa che vorrei è tornare indietro. Fermare il tempo.
Dopo la diagnosi la operarono d'urgenza e cominciarono subito le terapie.
A mia madre fu riconosciuto un tumore al fegato.
Tutti i medici che la visitarono ci dissero che non c'erano speranze, le rimaneva poco da vivere.
Quando me lo disse, da quel momento, il suo cancro diventò il mio. Non eravamo più "io e lei", eravamo "noi".

Ma la sua morte era ovunque: nello zaino, nei libri, nell'aria cristallina di Brighton, ma soprattutto nei suoi occhi.
I suoi occhi sempre allegri e sorridenti. Ora spenti e rassegnati.
La cosa iniziò a farsi seria anche per me quando ci accorgemmo di non avere abbastanza denaro per le cure. E nessuno avrebbe potuto aiutarci.
Lei aveva fatto così tanto per me.
Veniva sempre licenziata, a causa dei suoi continui ritardi, ma non perdeva mai la speranza. Ricominciava, con un nuovo lavoro, affinchè mi aiutasse con gli studi.
Il suo unico sogno era vedere me stringere un pezzo di carta tra le mani. Un diploma.
Voleva che finissi il college e che iniziassi una vita tutta mia.
Chissà se il suo sogno di realizzerà.

Fu allora che decisi di prostituirmi.
Dovevo ricambiare tutti quegli anni di sacrifici. Mi serviva un modo veloce per raccimolare qualche soldo, per continuare le terapie.
Quando i ragazzi si avvicinavano a me solo per propormi una notte di sesso, io, a differenza di prima, non li ignoravo.

"Vuoi fare sesso con me? Inizia a preparare la mancia" dissi, un giorno.

Adam. Così si chiamava il ragazzo che per scherzare mi aveva proposto una scopata con lui.
Quando gli risposi, la sua bocca si spalancò, così come i suoi occhi.
Ricordo ancora quel giorno.
Solo quando scrutò meglio la mia espressione seria, annuì e mi rivolse un occhiolino.
Io non feci altro che piangere tutto il pomeriggio, rinchiusa in camera, spaventata da quello che sarebbe potuto succedere.
Fu così che persi la verginità, e anche la dignità. Ma tutto per lei. Tutto per mia madre.

La voce iniziò a diffondersi, e io, ogni notte, mi ritrovavo a casa di qualche maniaco sessuale, tra le coperte del suo letto.
Nel giro di qualche giorno avevo il denaro sufficiente per aiutare mia madre a vivere.
Se ami qualcuno dovresti prendertene cura, no? E questo era l'unico modo di aiutare mia madre.


E così cominciò l'ultimo anno di liceo. A quando pare a Brighton nessuno era in grado di assumere una ragazzina di diciassette anni.
In quel periodo tracciai una linea tra me e gli altri. Tra me, lei e il resto del mondo.

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