I'm pregnant.

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'Lei è incinta' proferì la dottoressa


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Durante le lezioni avevo avuto un malore.
La testa aveva iniziato a farmi un male cane e in un attimo mi ritrovai a fissare il soffitto, sdraiata a terra, con qualche muscolo indolenzito, mentre le urla di alcune mie compagne si facevano sempre più lontane.
Mi ero risvegliata in infermeria. L'infermiera aveva detto che ero soltanto svenuta.

Un calo di zuccheri, un abbassamento di pressione.
Ma Hannah era stata ugualmente avvertita.
Pensai che la causa di tutto quello fosse stato lo stress.
George Crawford era entrato a far parte della mia vita anche contro la mia volontà.
Ormai le sue parole continuavano ad inseguire i miei pensieri, anche quelli più positivi.
" Alison deve averti cresciuta proprio male. Oh, e sai che la tua ragazza, mia figlia, è un'emerita puttana? Quella stronza di tua madre... Farò di tutto per averti in affidamento. Tornerò. "
E adesso, ci mancava soltanto che io aspettassi un bambino.
Quando la dottoressa dell'ospedale m'informò della mia gravidanza, sia io che Hannah sbattemmo le palpebre energicamente, come se le parole potessero tornare tra le labbra della donna col solo movimento degli occhi.
Un bambino.

Io aspettavo un bambino.
Io, ragazza ingrata, meritevole solo di morte, potevo dare alla luce una nuova vita.
Potevo, perchè ero ancora in tempo per un aborto.
E la cosa che più mi preoccupava era la sua reazione.
Perchè non avevo la più pallida idea di chi fosse il padre. Ero incinta di due mesi circa.
Due mesi fa ho avuto anche dei rapporti intimi con Liam.

E la sola cosa mi fece rabbrividire.



Hannah mi aveva concesso del tempo da trascorrere da sola.
Mi conosceva meglio di quanto pensassi quella donna.
E così mi ritrovai al cimitero.
Ero seduta sulla sua tomba, con lo sguardo perso, fisso nel marmo bianco della tomba spoglia di fiori.
Il vento li aveva portati via con se'.
La tomba di mia madre era vicina a quella di una ragazza, Annie, morta nel 1950, all'età di circa ventotto anni.
Nella foto Annie sorrideva, aveva il capo leggermente reclinato e teneva le dita di una mano delicatamente appoggiate a una guancia.
Una posa che di sicuro le aveva suggerito il fotografo.
Mi era sempre piaciuto pensare che fosse il ritratto per un fidanzato lontano, ma la verità non l'avrei saputa mai.
Non avevo mai visto fiori freschi sulla sua tomba, solo e sempre gli stessi vecchi fiori di plastica che hanno resistito a tutte le intemperie e sono diventati di un indistinto grigio polvere, gambo compreso.
Forse i parenti di Annie erano già tutti morti o forse erano solo lontani.
Sopra le loro tombe si ergeva un cipresso cigantesco. I rami verde cupo si allargavano diversi metri in alto. Era bellissimo, solenne, e anche quella cosa mi piaceva molto.
Sospirai, e iniziai a rimurginare su quanto era accaduto.
Le parlai, in silenzio, come se lei potesse sentirmi, leggere la mia mente.
A volte lo faceva, quand'era in vita, e mi spaventava. Aveva sempre la risposta ad ogni mia segreta domanda.
Restai lì, seduta in silenzio, per circa un'ora, terrorizzata di tornare a casa.
Ero terrorizzata dalle parole che Hannah mi avrebbe ripetuto più volte.
Ero terrorizzata che lei non mi avrebbe dato più fiducia.
Ero terrorizzata dalla reazione di Harry.
Ero terrorizzata, perchè sapevo che avrei potuto perderlo.
Ero terrorizzata di scoprire che lui non voleva un bambino, non a quest'età.
Ero terrorizzata dall'idea che il padre fosse Liam.
Ero terrorizzata, perchè in realtà non volevo un aborto.
Forse sarebbe stata l'unica cosa positiva nella mia vita.
Perchè Harry mi avrebbe lasciato andare, e io l'avrei lasciato scappare da me.


Mentre mi avviavo verso l'uscita del cimitero, il cellulare vibrò nella tasca.

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