I'm afraid that every time I'll think about love, I'll think of you.

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'Uh, salve anche a te Molly' la voce di Liam mi fece sussultare.

'Payne' gli feci un cenno col capo, per poi abbassare lo sguardo.

'Come stanno andando le vacanze natalizie?' chiese, con un ghigno sul volto.

'Va al sodo, Liam' sputai, disgustata dalla sua espressione

Eravamo a casa sua, come il resto delle volte d'altronde.

In passato mi aveva aiutato a raccimolare qualche soldo, per aiutarmi con i problemi economici che affliggevano mia madre.

Ero una sorta di intermediario, tra lo spacciatore e il cliente.

Oltre ad essere una delle sue tante puttane.

E sinceramente non avevo capito quale dei due lavori volesse che io facessi.

'Cerco solo di essere gentile, prima..' si avvicinò, sospirando 'prima di diventare più rude' il suo braccio raggiunse il mio sedere, palpandolo avidamente.

'Cosa vuoi che io faccia?' sputai, cercando di non pensare alla sua mano sul mio corpo.

'Spogliati' si inumidì le labbra, passandoci la rosea lingua sopra.

Con lo sguardo puntato sui suoi occhi, iniziai a sfilare le scarpe, che caddero rumorosamente sul pavimento seguite dai calzini.

Scostai i lunghi capelli oltre le spalle, prendendo i lembi della maglia e sflilando il tessuto, in modo da restare soltanto in reggiseno.

I suoi occhi iniziarono a brillare, un sorriso malizioso contornò il suo viso.

Sbottonai i jeans, facendoli scendere lungo le gambe per appoggiarli a terra.

Con un po' di difficoltà, sganciai il reggiseno gettandolo sul letto.

Con due passi si avvicinò a me, prendendo i miei fianchi e avvicinando il mio bacino al suo.

Iniziò a lasciare una lunga scia di baci sul mio collo, e serrai gli occhi quando i denti iniziarono a torturare uno strato di pelle.

Si liberò in fretta della maglia che indossava, iniziando a torturare i miei seni, prendendoli per le mani e giocando nervosamente con i capezzoli.

Con mosse nervose tolse le scarpe.

Posizionò le mie mani sulla fascia dei suoi boxer, per poi portarle sulla cerniera dei jeans.

Mi ordinò di spogliarlo, e lo feci.

Quando poi iniziai a calare il suo intimo, lui strappò letteralmente gli slip che mi proteggevano ancora un po'.

In due secondi l'uno era nudo di fronte agli occhi dell'altra.

Rudemente, afferrò i miei capelli, gettandomi sul letto, schiacciata dal suo corpo.

Mentre continuava a tenermi ferma per la testa, il suo viso scese tra le mie gambe, iniziando a torturare il clitoride con la punta della lingua, e facendo entrare al mio interno due dita.

Non riuscii a trattenere delle piccole urla quando iniziò a pompare dentro di me.

La tortura durò poco.

Raggirò la situazione.

Adesso io ero sopra il suo corpo.

E sapevo benissimo cosa fare, da puttana qual ero.

Iniziai a prendere il suo membro tra le mani, pompando la sua lunghezza.

Quando stava per raggiungere il culmine, lo presi tra le labbra e iniziai ad ingoiare il liquido bianco proveniente dalla sua punta.

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