With a smile as his how can't I smile?

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Quando arrivammo a scuola, notammo che quasi già la metà degli studenti dell'ultimo anno, e non solo, erano ubriachi.

C'erano parecchi alcolici sparsi sul bancone posto lungo una delle pareti della palestra.

Ogni anno il ballo si teneva durante quel periodo scolastico, prima o subito dopo le vacanze natalizie.

Una volta entrati, lo sguardo di parecchie persone si posò sulla mano di Harry intrecciata alla mia.

Alcuni dei ragazzi iniziarono a sussurrare dei nomignoli poco carini sul mio conto e giudicarono Harry gesticolando con le mani dietro la schiena, mentre le ragazze lanciavano delle frecciatine ai nostri corpi troppo vicini.

Lui poggiò una mano lungo la mia schiena, cercando di tranquillizzarmi.

Tutto inutile.

Iniziai a camminare verso il bancone dove si trovava il barista, che in realtà era Louis.

Harry mi seguì, non sicuro di quello che io stessi per fare.

'Una vodka' vidi Louis annuire e cercare tra le bottiglie di vetro dietro di lui.

'Di già?' chiese Harry, sedendosi sullo sgabello accanto a me.

'Si, ne ho bisogno. Tu, non bevi?' chiesi, aspettando una sua risposta.

'E come se beve!' Louis s'intromise, porgendomi il bicchiere contenente il liquido cristallino.

'Non credo sia una buona idea, quando inizio a bere, non capisco più nulla' quasi si giustificò.

Non beveva perchè era in mia compagnia?

Perchè forse temeva che io sarei andata a raccontare qualcosa ai suoi genitori?

O perchè voleva mostrarsi come il buono della situazione che riaccompagnava la fidanzata puttana e alcolizzata a casa?

'Una tequila' ordinai di nuovo a Louis, che scomparve di nuovo tra il vetro.

'Ma se hai ancora la vodka lì' Harry sbarrò gli occhi, indicando il bicchiere ancora pieno.

'E' per te infatti. Spero ti piaccia' dissi, guardandolo negli occhi.

'Okay, ma poi non pentirtene' sbottò, aspettando il suo arrivo.

'Tu resta con me e le cose andranno bene, no?' chiesi, non sicura delle mie stesse parole.

Anche io se iniziavo a bere diventavo tutt'altra persona.

Stranamente sempre troia, ma sotto l'effetto dell'alcol.

Harry prese la sua tequila e la bevve tutta d'un sorso.

Il suo viso assunse una strana espressione, e io iniziai a ridere rumorosamente.

'Che c'è?' si schiarì una voce, trattenendo una risata.

'Sei così buffo' commentai, chinandomi verso il bancone.

'Vediamo chi è il buffo. Andiamo a ballare' ammiccò, porgendomi la mano.

Io spalancai gli occhi, un po' innervosita.

No, non ero in grado di ballare.

A malapena riuscivo a camminare con quelle scarpe.

Ma accettai lo stesso l'invito di Harry.

Lui delicatamente afferrò la mia mano, e mi trascinò verso la pista.

Quando fummo sicuri di aver trovato il posto giusto per poter dare il via alle danze, il dj della serata decise di cambiare genere musicale: un bel lento.

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