I will always protect you.

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FLASHBACK 

'Ho ancora un ultimo lavoretto per te, Molly' proferì Liam, alzando i jeans da terra per poterli indossare.

'Di cosa si tratta?' chiesi, cercando di abbottonare il reggiseno senza che lui indugiasse troppo sul mio petto nudo.

'Oh, non di droga, tranquilla' disse, quasi a volermi rassicurare.

'Con chi devo andare a letto, Payne?' domandai irritata dalla situazione.

'Con un cliente, tesoro. E cerca di trattarlo bene' mi minacciò con lo sguardo, mentre la sua maglia tornava a coprire i muscoli scolpiti.

'Come si chiama?' indossai i jeans ai miei piedi, gettati qualche minuto prima.

'Che importanza ha?' sorrise maliziosamente.

'Dovrò pur riconoscerlo, altrimenti potrei scopare qualcuno che non sia lui' scrollai le spalle.

'Non preoccuparti. Vi incontrerete al Mouse, stasera. Tavolo quindici' annuì, trattenendo una risata.

'Sicuro?' indossai la maglia.

'Certo Molly. Se dovesse darti buca, non esitare a chiamarmi. Prenderò il suo posto volentieri' le sue pupille balzarono dal basso verso l'alto, scrutando con attenzione il mio corpo.

'Okay' indossai il cappotto, presi la borsa e i soldi che Liam aveva lasciato sulla scrivania e andai.

La sera.

Il Mouse era sempre affollato. Ragazzi e ragazze della mia età, ma anche signorotti accompagnati dalle solite escort, si scatenavano al centro della pista, seguendo il ritmo che il dj decideva di dare alla serata.

O se ne stavano tranquillamente seduti ai loro tavoli, o sui divani negli angoli più appartati del locale, a chiacchierare o semplicemente a pomiciare.

Rilessi il messaggio che Liam mi aveva mandato prima che scendessi da casa, mentre aspettavo il suo amato cliente.

Da Liam:

Sono nelle tue mani, piccola Molly. Se stasera farai la brava con il mio cliente, potrò finalmente concludere un affare.

Indossa un vestito, sei così sexy quando lo fai.

E sta attenta: è un uomo adulto, non il solito ragazzino. xoxo

Ero comodamente seduta al tavolo quindici, in attesa del mio innominato.

Seguendo il consiglio di Liam, avevo indossato il vestito più corto che avessi nell'armadio. Era nero, alquanto attillato, e copriva a malapena metà delle coscie. Niente calze, scarpe alte.

Si, sembravo proprio una puttana. 

Avevo alzato i capelli, in uno chignon morbido, e mi ero truccata abbastanza da nascondere l'espressione triste che il mio viso stava assumendo il quel momento.

Ero un clown.

Sotto i trucchi colorati che disegnavano sul suo viso, un sorriso che andava da una guancia all'altra, c'era una lacrima nascosta che non riusiva a scendere e a rigare le guancie, perchè bloccata dalla quantità dei cosmetici.

Mi sistemai, cercando di coprire di più la parte nuda delle mie gambe.

Quando alzai lo sguardo, un uomo in giacca e cravatta stava tranquillamente spostando la sedia di fronte alla mia, per prendere posto.

Almeno era carino. Un po' troppo adulto, pensai.

Doveva avere trantacinque anni, su per giù.

Quando fu sicuro di aver preso una posizione adatta alla situazione, incrociando le gambe sotto il tavolo, alzò lo sguardo e mi sorrise.

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