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Le lenzuola lo avvolgono perfettamente intorno alla vita e quando apre gli occhi, una paradisiaca vetrata con vista sulla Tour Eiffel lo accoglie.

Ha bisogno di un paio di secondi, nonostante la serata di ieri e il mal di testa insistente, per capire che il suo corpo è completamente nudo e che accanto a lui c'è un ospite.

In realtà, è lui l'ospite.

Velocemente, si accorge anche dell'orario, facendolo imprecare rumorosamente.

Allo stesso modo, si mette in piedi, cominciando a cercare i propri vestiti sparsi sul pavimento.

E, inevitabilmente, cominciano a riempirgli la mente alcuni ricordi della nottata.

Un paio lucidi, altri un po' più vaghi, ma sicuramente uno lo ricorda alla perfezione.

La sua schiena inarcata e il capo affondato nel cuscino, i capelli sparsi su esso, mentre le sue mani erano incastrate tra i capelli dell'altro, impegnato a dargli piacere occupandosi della zona inferiore del suo corpo.

Louis rabbrividisce, rivivendo quei momenti, soprattutto quando si concentra sui particolari.

Saltella mentre si infila i pantaloni il più in fretta possibile.

"Sempre di fretta, cri"

Il ragazzo sobbalza nel sentire quella voce e "cri?"

"Urlo, letteralmente"

"Non farmi spiegare cose troppo ovvie" aggiunge.

"Spero tu non abbia perso tutta la voce, stanotte"

"Hai scambiato le tue urla per le mie?"

"Ne parliamo davanti ad un caffè?"

"No, Vincent, lavoriamo insieme, è stato uno sbaglio"

"Non possiamo"

"E non bevo caffè"


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