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Non troppo prima, Harry si accorge di aver dimenticato un paio dei suoi pantaloni preferiti sulla poltrona della sua stanza d'albergo.

Ovviamente, deve assolutamente tornare a riprenderli, accettando di rifare i controlli dopo essere ritornato all'aeroporto, in tempo per prendere il volo.

Di fretta, percorre la strada al contrario, uscendo dall'aeroporto in pochi minuti.

Trova facilmente, e con fortuna, un taxi proprio davanti all'uscita.

Con un po' di fatica, comunica all'autista la meta, pregando di non trovare traffico.

Chiede gentilmente al conducente di aspettarlo, mentre sta già correndo dentro all'hotel, intenzionato a riprendersi quel capo d'abbigliamento.

Una decina di minuti dopo, si ritrova nel sedile posteriore del taxi, i pantaloni stretti al petto ed il fiatone che lo fa respirare male.

Ha il viso arrossato e i capelli scompigliati, accanto a lui c'è il borsone che ha usato come valigia, che grazie a Dio non ha imbarcato, perché se non fosse riuscito a tornare in tempo per il volo, chissà dove sarebbe finita tutta la sua roba.

Nonostante la fila ai controlli, riesce ad arrivare mezz'ora prima che il volo parta.

Una schiera di gente si è già preparata davanti all'hostess che si occupa di imbarcare i passeggeri. Osserva tutti con distrazione, mentre aspetta che un po' di persone salgano.

Gli sembra di sentire una risata inconfondibile, quella di Louis.

Si gira e lo vede lì, mischiato ad un gruppetto di hostess, attaccato ad un uomo, lo stesso di qualche sera prima alla tavola calda.

Tiene il braccio sinistro intorno alla vita del ragazzo, dove qualche ora prima c'era quello di Harry.

Sente qualcosa all'altezza del petto quando il più vecchio avvicina il viso a quello di Louis, ma questo si allontana di poco, velocemente, guardandosi subito attorno, rimanendo però abbracciato a lui.

"Signore, mi scusi, deve prendere questo volo?"

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