Louis aspetta un paio di giorni prima di varcare nuovamente l'entrata del negozio che, in precedenza, frequentava ogni mattina.
Resta fermo qualche secondo ad alcuni metri dalla porta, osservando un cameriere dalla figura slanciata ed i capelli ordinati intento a muoversi agilmente dietro al bancone, Harry.
La maglietta della divisa è a maniche corte e lascia intravedere la pelle chiara e tatuata del ragazzo, sulla quale il liscio si sofferma più del dovuto.
Aspetta che non ci sia più nessuno in fila e si avvicina al lungo bancone in marmo sistemato in fondo all'enorme stanza.
"Buongiorno, benvenuto da Tea Palace, cosa desidera ordinare?"
"Harry."
Il ragazzo dagli occhi verdi si irrigidisce, preme le mani chiuse a pugno contro alla cassa davanti a lui e, con lentezza estenuante, alza gli occhi fino ad incontrare quelli di Louis.
"Spero tu sia qui per il destro che ti ho promesso e non per prendere del tea, anche perché te lo rovescerei addosso"
"Dobbiamo parlare e lo sai"
"Io so quel che basta sapere, non voglio avere spiegazioni"
"Non aspettarti che io cambi idea e decida di continuare a conoscerci, frequentarci o qualunque cosa sia. Non sono quel tipo di persona, Louis"
"Ho combinato un casino, lo so. Ma vorrei spiegarti, almeno"
Harry sospira rumorosamente e comincia a picchiettare con le dita sul display poco lontano da dove si trova, dal quale esce uno scontrino, che porge subito al liscio.
"Il tea te lo offro anche, se poi mi lasci stare. Tra poco stacco, aspettami al tavolo dell'altra volta"
Louis aspetta una mezz'ora prima che, come l'ultima volta, la sedia di fronte a lui strisci contro il pavimento rumorosamente, ma sa che Harry lo fa apposta, come per fargli capire che sta facendo uno sforzo.
"Ti do cinque minuti, ho le prove"
"Prove?"
"Ho una band. Sai, pensavamo di chiamarci Love Is In The Air, che ne dici?"
"Farò finta di niente riguardo all'allusione idiota che hai appena fatto"
"Realista" lo corregge Harry, che fa abbassare lo sguardo a Louis, il quale circonda la tazza calda con entrambe le mani.
"Quando ti ho detto che non c'era niente, era vero. Nei primi viaggi dopo Parigi, sono anche riuscito a tenerlo lontano, ma mi ha reso la vita al lavoro un casino"
Il riccio sembra più interessato alle persone che passeggiano fuori dal locale che a quello che sta dicendo il ragazzo di fronte a lui, ma sposta immediatamente lo sguardo su di lui quando sente il suo tono cambiare.
"Mi ha fatto trovare in situazioni scomode, anche con i colleghi e volevo evitare, quindi ho dovuto accontentarlo"
"Accontentarlo, Louis? Come puoi lasciare che faccia così?"
"Non puoi capire fino in fondo la situazione se non ci sei dentro, potrebbe anche farmi perdere il lavoro e preferirei di no, visto che mi serve, sinceramente"
"Spero tu sappia che questa cosa non è sana"
Louis si lascia andare contro lo schienale della sedia, continuando a tenere lo sguardo basso ed un leggero broncio ad incorniciargli il viso.
Sembra essersi ammutolito, per questo Harry parla ancora.
Un po' è come se si fosse dimenticato della rabbia che ancora gli chiude lo stomaco, rimpiazzata da un sincero dispiacere per Louis.
STAI LEGGENDO
Tea Palace - ls
FanfictionHarry ha sempre voluto trovare l'amore nella sua città preferita, mentre Louis non ci ha mai pensato.