Il principe misterioso

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Il cellulare di Ran fece un suono breve e acuto, ma la ragazza non se ne preoccupò, continuando a dipingere il cartone che aveva di fronte di verde.

«Che fai non vedi chi è?» chiese Sonoko indicando il telefono dell'amica sul tavolo di fianco a lei.

«Lo guardo dopo...» rispose lei con aria distratta.

«E se fosse il tuo tesoruccio? – chiese la ragazza allungando la mano verso il telefono – Vediamo un po'...»

«Smettila!» disse Ran strappandole il cellulare di mano, prima che leggesse il messaggio, sapeva benissimo chi era ad averle mandato quel sms: era da quattro giorni che, a quell'ora, le arrivava quel messaggio da un numero sconosciuto, sempre lo stesso, qualcuno stava facendo un conto alla rovescia.

«Meno tre... – lesse Sonoko alle sue spalle – che vuol dire? Ah, non mi dire che hai invitato qualcun altro al ballo...!?»

«Sonoko smettila! Non ho invitato nessuno e non ho idea di chi sia il mittente di questo messaggio.»

«E il tuo tesoruccio?» chiese Sonoko con il suo sorriso malizioso.

«Sonoko la vuoi smettere di parlarne? Lo sai benissimo che ormai lo sento solo per telefono! Non verrà...»

«Ma andiamo Ran l'ultima volta che l'hai visto due anni fa gli hai confessato il tuo amore. È mai possibile che lui non abbia detto nulla?»

La ragazza imbarazzata da quel ricordo al tempio di Kyoto, riprese il pennello e ricominciò a dipingere.

«Cosa doveva dire... Lui mi aveva già detto che mi amava... L'ha fatto molto prima di me...»

«Ma non è possibile che dopo che vi siate confessati reciprocamente il vostro amore non vi vediate! Insomma è assurdo...»

«Sonoko basta!» disse Ran infuriata buttando il pennello a terra e andandosene via.

Lo sapeva benissimo che non era normale, ma lei cosa ci poteva fare? Era Shinichi che ad ogni sua proposta di vedersi in due anni, diceva sempre che non poteva e che era impegnato. Era anche arrivata a pensare che lei non gli interessasse più. Ora era da un mese che non lo sentiva più, neanche per telefono: il suo cellulare era staccato e non l'aveva più chiamata in nessun modo.

Le lacrime iniziarono a spuntare dagli occhi, quando Sonoko la raggiunse.

«Scusa Ran... Non ne parlo più ok? Forza torniamo a lavorare. Questo sarà il miglior ballo della storia del liceo Teitan!»

Lei si asciugò le lacrime e sorrise, facendo un cenno di testa. Ed entrambe si rimisero a dipingere i cartelloni.


È arrivata l'ora...

Ran lesse quel messaggio, mentre era alla stazione, ma mise subito il cellulare in tasca per salutare il bambino che si stava affacciando dal finestrino del treno in partenza.

«Ciao Conan! Mi raccomando fai il bravo!»

«Ok Ran... Divertiti al ballo!» le rispose con un sorriso il bambino occhialuto poggiando il suo cellulare sulle gambe e salutando con la manina.

Quando il treno partì, Kogoro e Ran tornarono a casa con la macchina affittata.

La giornata passò talmente veloce che a Ran sembrò quasi fosse volata.

Era già infilata dentro il suo bellissimo abito. Un paio di scarpe rosa pallido col tacco, un vestito rosa confetto con la gonna di tulle e il corpetto che stringeva alla vita e le sorreggeva il suo seno perfetto. I capelli castani, ornati da una coroncina d'oro, le cadevano sulle spalle che erano coperte da delle spalline a palloncino, mentre il viso delicato era truccato da un rossetto rosa che le colorava ancora di più le labbra, e un ombretto lilla che s'intonava perfettamente coi suoi occhi.

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