Chakemate

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«Ai tu ci sarai domani alla festa a casa di Ayumi?» chiese il bambino grassoccio all'amica.

«Mi spiace, ho promesso al dottor Agasa che lo avrei aiutato a sistemare casa.» rispose la bambina dai capelli ramati.

«Ma è Halloween, non puoi fare un eccezione?» intervenne Mitsuhiko dispiaciuto della risposta.

«No, sono di parola e non portò esserci, sono sicura vi divertirete lo stesso anche senza di me.» rispose Ai.

Non poteva immaginare cosa sarebbe successo quella sera a casa Yoshida.


Era la notte di Halloween, il signore e la signora Yoshida erano usciti la sera e avrebbero fatto tardi con degli amici. Avevano intimato ad Ayumi e agli amici invitati a casa sua per un pigiama party, di non aprire a nessuno e di rimanere in casa.

I quattro bambini erano seduti sul pavimento della cameretta dell'unica femmina tra di loro.

«Devo raccontarvi una cosa strana che mi è successa oggi. Un signore per strada mi ha fermato e mi ha dato questo pacchetto. Ha detto che era qualcosa a cui teneva molto e che avrei dovuto prendermene cura.» disse la bambina mostrando un pacchetto ricoperto da una carta blu e grosso quasi la metà di lei.

«Non mi fido...» disse il lentigginoso con tono scettico.

«Sei il solito esagerato Mitsuhiko, magari è un cucciolo.» lo rimproverò Genta.

«No, ha ragione Mitsuhiko. Quale persona darebbe un pacco del genere a una bambina dicendo quelle parole?» disse Conan.

«Che faccio?» chiese allora intimorita la bambina.

«Aprila! Ma con cautela...» le suggerì il bambino occhialuto.

Lei la scartò con mani tremanti: era un'enorme scatola bianca con sopra un biglietto.

If I had a world of my own, every will be nonsense. Nothing will be what it is, because everything will be what it isn't.

«È inglese... non capisco cosa dice.» disse la bambina passando il biglietto al più intelligente dei quattro.

«Se avessi un mondo tutto mio, ogni cosa non avrebbe senso. Nulla sarebbe com'è, perché tutto sarebbe come non è.» lesse Conan.

«Che vuol dire? – chiese Genta – È un indovinello?»

«Può darsi... – pensò ad alta voce Mitsuhiko – Conan tu che ne dici?»

«Ho già sentito questa frase da qualche parte.» rispose il bambino occhialuto che sembrava parecchio pensieroso e concentrato.

«Davvero? Dove?» chiese nuovamente Genta.

«Non me lo ricordo... Beh inutile pensarci ora. Ayumi apri la scatola, sempre molto lentamente.»

La bambina aprì cautamente la scatola, ma il suo contenuto stupì tutti, tranne un eccitatissima Ayumi.

«È una bambola! Una stupenda bambola!» disse prendendola in braccio e abbracciandola forte.

Aveva i capelli dorati e mossi due occhi azzurri che si chiudevano quando era messa in orizzontale e un bellissimo vestitino azzurro.

«Giuro che non capisco...» disse Mitsuhiko stupito.

«Cosa c'è da capire? – chiese Genta – Forse quella bambola apparteneva alla figlia o alla moglie del signore e per non buttarla l'ha regalata ad Ayumi.»

«E il biglietto allora? Cosa vuol dire?»

«Ah che c'importa, pensiamo a divertirci ora!» disse il bambino robusto, deciso.

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