Attrazione pericolosa

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Sapeva bene quanto a sua sorella non piacesse quel rapporto e se c'era una cosa che le pesava di più era il deluderla, visto che Akemi era sempre stata la persona a cui teneva di più al mondo da quando avevano perso i genitori. Sapeva anche che non sarebbe stata l'unica a vedere di malocchio quella loro relazione, non solo perché lui era molto più grande di lei, ma anche per la sua indole da pazzo criminale.

Eppure non poteva farci assolutamente nulla, ogni volta che era vicino a lui si sentiva elettrizzata e febbricitante; un'eccitazione che nascondeva anche una paura incontrollabile, come se il suo subconscio fosse consapevole che, assieme a lui, la sua vita sarebbe stata costantemente in pericolo, rendendolo ancora più virile ai suoi occhi. Proprio come era accaduto quel giorno.

Dopo il suo solito lavoro di routine al laboratorio, nel tentativo di dare un senso agli studi dei suoi genitori e creare così il veleno chiamato putoxina, aveva deciso di distrarsi un po', per questo motivo era andata al poligono di tiro che si trovava nella struttura e sfogare la tensione di quelle lunghe ore al computer sulle sagome di cartone.

Arrivata all'ingresso aveva afferrato una delle pistole a disposizione e dopo essersi posizionata in uno degli scompartimenti, indossò le cuffie e sollevò l'arma.

Inspirò profondamente, trattenendo il fiato subito dopo, poi chiuse l'occhio destro e prese la mira. Il colpo partì, colpendo sul bordo la sagoma al fondo della stanza. Sbuffò, scocciata di quel pessimo risultato, poggiò l'arma sul ripiano e si tolse il camicie, buttandolo sulla sedia alle sue spalle. Dopodiché sciolse un po' le braccia, muovendole convulsamente e riprese in mano la pistola, riprovando il tiro, ma nemmeno in quel caso il colpo andò a buon fine.

«Sei troppo rigida, Sherry...» disse una voce glaciale alle sue spalle, dandole il solito brivido adrenalinico lungo la schiena.

Si voltò, vedendolo togliersi l'impermeabile, che indossava quasi sempre, e metterlo sulla stessa sedia dove lei aveva lasciato il camicie bianco.

Rimase quasi incantata, ad osservare quei muscoli scolpiti che caratterizzavano le sue braccia; soprattutto quando in un gesto veloce li tese un attimo per portarsi i capelli argentei dietro le spalle, in modo che non gli dessero fastidio. Si avvicinò a lei, e in un attimo, quelle stesse possenti braccia l'avvolsero, aiutandola a sostenere la pistola.

«Non devi trattenere il respiro... – le sussurrò all'orecchio – Devi regolarizzarlo.»

Con la sensazione delle sue lunghe dita, leggermente ruvide, che le sfioravano le mani, seguì il suo consiglio, cercando di rilassarsi e di regolarizzare il respiro. Non appena si sentì pronta, chiuse nuovamente l'occhio per prendere meglio la mira e spinse il grilletto.

Il colpo riecheggiò di nuovo nella stanza, ovattato solamente dalle cuffie che ancora indossava, ma questa volta colpì il suo obbiettivo in pieno centro.

«Bel colpo dolcezza... – si complimentò lui, facendola sorridere di soddisfazione, mentre lui le sfilava la pistola di mano – Ma vedi, se vuoi essere sicura al cento per cento di uccidere qualcuno, dovresti mirare alla testa.» concluse, posizionando la pistola proprio sotto il suo volto; probabilmente se avesse chinato la testa, avrebbe percepito la canna, ancora rovente, sul suo mento.

«È così che uccidi i traditori, quando lui te lo ordina?» domandò, il cuore le martellava frenetico e non sapeva se fosse per la paura o per l'adrenalina.

«Sarà così che ti ucciderò se proverai a tradire l'organizzazione...» ghigno lui, mentre un ciuffo di capelli sfuggiva dalla presa dell'orecchio, scivolando davanti ai suoi freddi occhi verdi.

Shiho si voltò e allungò la mano verso il suo volto, con un sorriso ancora più serafico, dopodiché prese possesso delle sue labbra, lasciandosi subito trasportare dalla passione. Le loro labbra cominciarono ad assaporarsi, le loro lingue a inseguirsi, in una danza vecchia come il mondo. Quando Gin, preso dalla frenesia del momento, poggiò la pistola sul ripiano e la prese in vita, sollevandola, in modo che si potesse sedere anche lei su di esso, portandola alla sua altezza.

Non appena sentì le sue natiche toccare la piattaforma di legno, con un gesto veloce allungò la mano sull'arma incustodita, puntandola al petto dell'uomo e staccandosi da quel bacio.

«Prima dovrai riuscire a prendermi...» gli sussurrò, quasi in un sospiro eccitato.

Angolo dell'autore:18/6/2020 Stacco un attimo dal mese dedicato a Kaito, per provare a scrivere qualcosa che non avevo mai fatto e che mi è stato chiesto da una mia lettrice

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Angolo dell'autore:
18/6/2020
Stacco un attimo dal mese dedicato a Kaito, per provare a scrivere qualcosa che non avevo mai fatto e che mi è stato chiesto da una mia lettrice. Sinceramente è la prima volta che scrivo una GinxShiho, nonostante siano parecchio shippabili ho sempre visto il loro rapporto molto malato, quindi le alternative erano o questo, o una violenza di Gin su Shiho (e già ho faticato a scrivere queste cose in "Kokoro no uragiri").
Perciò spero davvero che questa one-shot vi sia piaciuta, perché è stato davvero difficile scriverla.

KiarettaKid

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