Mi hai rubato il cuore

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Sdraiato sul suo letto in camera sua.

Ormai è notte fonda, eppure non riesce a prendere sonno. Ciò che è accaduto la notte prima continua a tornargli in mente, come se qualcuno si stesse divertendo a premere il tasto rewind del suo cervello. Ancora non riesce a credere di aver fatto una cosa simile, non lui.

La notte prima, per la milionesima volta, aveva tentato di sventare un piano di Kid e si poteva dire che c'era riuscito, sebbene ancora non si spiegasse perché il ladro bianco rinunciasse sempre così in fretta al proprio bottino. Non fosse per il fatto che ad un certo punto, per colpa del proiettile che, l'assassino di turno, aveva sparato con la sua pistola, la vasca dell'acquario s'incrinò dando la possibilità alla pressione dell'acqua di rompere in mille pezzi il vetro.

In poco tempo l'acqua cominciò a inondare l'intero locale, che fu evacuato in fretta e furia.
Iniziò a correre pure lui, trascinato dal resto della folla e tentando di non perdere di vista Ran, ma fu tutto inutile.

Ad un tratto la potenza dell'acqua fece crollare una trave proprio addosso a lui e ad altre due povere vittime. Gli altri due svennero sul colpo, mentre lui si ritrovò solo con un dolore lancinante all'altezza del polpaccio e l'impossibilità di muoversi.

Era sicuro di essersi rotto qualche osso della gamba, ma quello che lo preoccupava di più era il fatto che, sebbene il locale fosse grosso, ben presto si sarebbe riempito completamente d'acqua arrivando a sommergerlo. Alcune ondate già gli colpivano il viso.

Pensava di essere spacciato, soprattutto quando, dopo vari minuti sotto il livello dell'acqua, non riuscì più a trattenere il respiro e fece quel moto involontario e sbagliatissimo di aprire la bocca per cercare dell'ossigeno che non c'era, ingoiando così soltanto acqua. La sentì inondargli i polmoni facendoli bruciare, a quel punto svenne.

Non seppe esattamente come l'avesse portato fuori da lì, ma ad un certo punto sentì la sua voce chiamarlo: era un suono lontano, ovattato, forse era solo la sua immaginazione, forse era già morto e stava solo sognando.

«Kudo-kun! Kudo-kun! Non puoi lasciarmi così, non te lo permetto!»

Sentì una forte pressione al petto, fatta due o tre volte. Poi percepii qualcosa di morbido e carnoso sfiorargli le labbra per poi soffiargli aria nei polmoni. E di nuovo: pressione al petto e aria dalla bocca, pressione al petto e aria dalla bocca.

Finalmente dopo l'ultima immissione di aria, sentì i polmoni ricominciare a funzionare e sputacchiò via un po' d'acqua.

Sentì quella stessa voce, che lo aveva chiamato, liberarsi in un sospiro di sollievo, poi pian piano aprì gli occhi e lo vide. Due occhi azzurri e splendenti, il viso candido, i capelli castani e bagnati appiccicati alla fronte. Non ragionò, in un'unico veloce gesto, si mise seduto, gli afferrò la giacca bianca e lo attirò a sé, per poi baciarlo.

Dopo, vi fu solo stupore e imbarazzo da parte di entrambi, fino a che la voce di Nakamori non li riportò alla realtà e Kid dovette scappare via per non farsi prendere.

Come aveva potuto farlo? Per quale motivo l'aveva fatto? Possibile che la realtà fosse che la sua ossessione per Kid non dipendesse dalla voglia di vederlo dietro alle sbarre, ma di averlo tutto per sé?

Una mano guantata gli copre gli occhi.

«Indovina chi è?»

Il suo cuore sembra fare una capriola e subito inizia ad accelerare il battito.

Eh sì... Forse quell'abile ladro gli aveva rubato il cuore...

 Forse quell'abile ladro gli aveva rubato il cuore

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22/10/2015
Oh insomma... Sapevate che prima o poi l'avrei fatta. Io stravedo per la coppia Yaoi ShinKaito :D
Ci tenevo davvero a farla e visto che qualcuno mi ha detto che gli mancavano le mie fic di Detective Conan e che per ora non ho intenzione di scriverne o postarne delle altre, ho pensato che una one-shot l'avreste comunque apprezzata.
KiarettaKid

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