Possessive

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Camminammo non troppo velocemente, spesso ci fermavamo per vari dolori e altre volte la aiutai portandola per qualche metro in braccio concedendole di riposare. 

Dopo ore di cammino, ormai alla sera; ci trovammo circa alla fine della pineta: il giorno dopo saremo già arrivate a casa. Ci fermammo sotto un albero abbastanza grande per la notte, per poi andare subito a dormire.

Il giorno dopo cercai di svegliarmi prima, così la trasportai in braccio per il primo pezzo e quando si svegliò  riuscì a proseguire da sola. Di pericoli non se ne avvistavano: sembrava tutto così tranquillo, come se non fosse mai successo nulla; ma questo non bastava per farci distrarre da ciò, rimanevamo comunque in cautela.

Finalmente dopo qualche ora scendemmo in città, dirigendoci poi verso casa mia. 《Resterai da me per un pò, non si sa mai cosa potrebbe succedere》 le annunciai guardandola interrogativa, finchè lei annuì.

Entrate in casa accompagnai Lusy nella camera al piano di sopra, facendola sdraiare sul letto. Dopodichè andai in bagno a cercare qualcosa per curare le ferite e trovai del disinfettante e delle fasce. Presi il disinfettante, andai da lei e le disinfettai la ferita che teneva sulla fronte e un piccolo taglio sulla guancia, infine l'aiutai a fasciarsi dove teneva i lividi.
Finito con lei mi sedetti sul letto e disinfettai il taglio (ormai più che infetto) che Jeff mi aveva procurato durante la lotta. Poi finalmente presi del tempo per me, decidendo così di fare una doccia.

LUSY'S POV

Finendo di mangiare, notai che Kay era parecchio silenziosa, nel suo mondo. Ma me l'aspettavo; comprendevo il suo stato d'animo dopo tutto quel che era successo: era difficile da reggere, per me e per lei.

《 Immagino che per un po' non ci muoveremo di qua 》 supposi. Ma stavolta la reazione di Kay mi stupì dato che si girò guardandomi con occhi profondi, quasi come se le avessi detto qualcosa di assolutamente sbagliato.《Tu non ti muoverai di qua. Io penserò alle spese e a tutto il resto》 disse poi in tono come se mi stesse dando ordini. La guardai stranita: capivo che dopo quello era successo sarebbe stata normale la sua maggiore precauzione, ma non doveva esagerare; di sicuro non mi sarei rinchiusa in casa, avevo anch'io bisogno della luce del sole.《Va tutto bene?》le chiesi poi preoccupata, realizzando che non mi aveva mai parlato in quel modo. Tutt'un colpo sembrò riprendersi, guardandomi poi con occhi diversi: non erano più così vitrei di quando lo erano qualche attimo prima. 《Scusa, non volevo aggredirti in questo modo..ma è che preferisco almeno in questo periodo che tu resti qua per qualche giorno, anche per tranquillizzarci dall'accaduto》 borbottò in tono insicuro. Annuì lasciando perdere il suo precedente comportamento, essendo causa dell'avvenimento; eravamo cambiate in molte cose. 

Eppure a pensarci faceva effetto: qualche settimana prima eravamo tranquille a goderci la vita in felicità, e poi tutt'un colpo è successo tutto questo. Era successo in pochi giorni; eppure ci aveva cambiate e non poco.

Quella notte mi svegliai sentendo Kay muoversi nel sonno, notando che stava tremando bruscamente. La scossi leggermente con lo scopo di svegliarla, e così fu anche se lo fece di scatto, spaventandomi. 《Stavi tremando, cerca di stare tranquilla》 bisbigliai. Lei semplicemente mi guardò per poi tornare a dormire. Era parecchio stressata.

La mattina dopo mi svegliai e notai la sua assenza. La chiamai per capire dove si trovava, ma non ottenni nessuna risposta. Mi aveva lasciata veramente sola senza nemmeno avvertirmi?! Mi accasciai sul letto preoccupata: avevo paura. Anzi, più di una. Sentivo la paura che Jeff le avesse fatto qualcosa, o che si era approfittato del momento per entrare in casa, temevo di non essere veramente sola. Poco dopo sentii la porta di casa aprirsi, avvertendo dei passi salire le scale e sentendo l'adrenalina che si alzava sempre di più ad ogni passo. Quei passi cessarono proprio all'interno della stanza appena riconobbi a chi appartenevano. Sospirai calmandomi: era Kay.

《 Ti prego non lasciarmi più sola per ora o almeno senza avvertirmi, mi prende il panico》 la pregai non essendomi ripresa ancora del tutto.
《Scusa, avrei fatto presto e mi sono accertata che fosse tutto chiuso》 annunciò per poi tirar fuori dal sacchetto che teneva dei panini, porgendomene due.
《Non ho fame》 risposi freddamente.《Ma è da quasi un giorno che non mangi, se vuoi guarire devi mangiare》 sbraitò subito. 《 No. Semmai più tardi, adesso non mi va proprio》
un attimo dopo riconobbi lo stesso sguardo vitreo del giorno prima; aveva le stesse caratteristiche, come una sorta di rabbia mischiata con possessività. Metteva quasi paura.

《 Forse non hai in chiaro che non era una richiesta, bensì un ordine. Hai detto la stessa cosa ieri e adesso sono stanca delle tue inutili scuse, quindi taci e mangia questi cazzo di panini. Eppure non ti è bastato mangiare merda per una settimana, sempre se hai mangiato?》rimasi scioccata dalle sue parole. Non aveva mai usato quel tono e in più nemmeno quelle parole erano sue: c'era qualcosa che non andava. Ma cosa poteva essere? 
《 No, smettila. Ti ho detto che non ho fame e tu non mi dai ordini》 ringhiai in preda alla rabbia. La risposta che gli diedi sembrò turbarla parecchio dato che mi lanciò uno sguardo come pochi, quasi come se stesse per saltarmi addosso da un momento all'altro. Mi ricordava Jeff..anche lui lanciava quegli sguardi prima di aggredirmi in preda alla rabbia.

《 Va bene arrangiati. Se proprio stai bene così allora sarai anche in grado di difenderti da sola se ti riportassi a casa, no?》disse provocandomi, per poi prendermi il polso e trascinandomi al piano di sotto. Mi dimenai più che potei ma inutilmente: ero ancora troppo debole per riuscire a difendermi nonostante ero sempre stata più forte di lei. 《Lasciami!》Urlai infine dandole un colpo col piede. Subito dopo sentii la sua presa stringersi nettamente, facendomi lacrimare. Alla vista di questo Kay sembrò riprendersi da uno stato di trance, per poi mollare immediatamente la presa fissandomi spaventata.
《 S-scusa..non volevo comportarmi così》 affermò dispiaciuta realizzando la situazione. Distolsi lo sguardo ancora presa dall'adrenalina, per poi dirigermi al piano di sopra. Mi sdraiai sul letto ancora incredula di ciò che era appena accaduto: perché? Stava forse impazzendo, o forse non era capace da reggere la situazione? Avevo il caos totale in testa, non riuscivo a trovare una motivazione logica di tutto quello; ero confusa, troppo confusa.

Restò tutta la giornata di sotto, finchè quella sera la sentii salire le scale per poi entrare in camera. Mi guardò con i suoi occhi dispiaciuti come per chiedermi scusa in ginocchio. Risposi sorridendo leggermente per segno di non preoccuparsi, dopodiché si sedette di fianco a me. 《Non succederà mai più, te lo prometto》 concluse. Annuii per poi immergermi sotto le coperte, facendole segno di unirsi; così andammo a dormire. 

Passarono i giorni e mi ripresi sempre di più, fino a che decidemmo di tornare a scuola. Kay dopo quel giorno non si era più azzardata a fare gesti o altre cose strane: sicuramente saranno stati dei momenti di panico, ma poi era riuscita a mantenere la promessa. 《Sei pronta?》chiese Kay dall'altra stanza, avviandosi alla porta d'ingresso.《Sì, andiamo》 affermai raggiungendola. Uscite di casa andammo direttamente a scuola.

Quel giorno rimasi molto rigida; ero appena tornata e uscita dopo tanto, di conseguenza mi sentivo parecchio disorientata e soprattutto avrei dovuto trovare buone scuse per giustificare tutte quelle mie assenze. Per fortuna andò tutto bene a parte un piccolo dettaglio: era tutta la mattina che Kay mi stava fissando. Sembrava fosse tornata in quello stato in cui era dei giorni fa, era come se il fatto di proteggermi a tutti a costi era come un'ossessione per lei. Un'ossessione malata. Chiunque mi si avvicinava, anche cari amici lei li guardava male. Perché si stava comportando in quel modo? Avrebbe dovuto smetterla, non ero proprietà di nessuno. Ne di lei né di nessun altro. O forse sì. Le avrei parlato presto di ciò.

 Durante le ore notai che oltre al fissarmi, stava disegnando un qualcosa su un foglio. Il dettaglio più strano? Non le era mai piaciuto disegnare.

Quel pomeriggio fu anche peggio: finalmente quel giorno decisi di uscire con degli amici, e così feci; ma quando tornai era su tutte le furie. Si chiudeva in camera e gridava da sola, era in conflitto con se stessa. Faceva avanti e indietro per la casa borbottando chissà cosa, entrava nelle stanze per poi uscirci subito..sembrava impazzita. A un certo punto cominciò a prendere a pugni il muro piangendo disperatamente, e presa dal panico raccattai le mie cose per poi andare in casa mia. Ero tornata a vivere lì adesso che le mie paure si erano calmate. Appena entrai in casa chiusi immediatamente la porta a chiave e andai in camera mia, scagliandomi sul letto e iniziando a piangere a dirotto. La gola mi bruciava da morire e avevo una forte voglia di sfogarmi, di tirar fuori tutta quella rabbia e disperazione che avevo dentro.

《Ti stavo aspettando》 disse poi una voce familiare dietro di me. Mi girai di scatto, scacciando un forte urlo. Jeff. 

The Void inside me |||Jeff the killer|||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora