Dylan
Era passata una settimana da quel litigio con Thomas. Non ci siamo più scritti o parlati, ma era tempo di mettere il proprio orgoglio da parte e tirare fuori le palle. Mi mancava da morire e ormai credo che Kayla e Jug vogliano scopare senza preoccuparsi di chi li sente.
Tyler se n'è andato due giorni dopo, lasciandomi qua da solo, avrei voluto ucciderlo ma il massimo che potei fare fu tirargli diversi schiaffi seguiti da qualche insulto, lui in cambio mi fece avere un orgasmo mai provato prima.Camminavo a testa bassa con il cappuccio alzato sopra la testa e le cuffiette con la musica sparata sulle orecchie. Ripetevo e ripetevo il discorso che avrei fatto a Thomas, mi sarei scusato per quello che avevo fatto e saremmo tornati assieme, giusto?
Continuavo a pensare alle parole giuste da usare, alle frasi senza senso che non potevo assolutamente dire, alle battute che non sarebbero servite a nulla se non a peggiorare le cose, finché non fui distratto da una canzone il cui testo mi fece riflettere...Did you lose what won't return?
Did you love but never learn?
The fire's out but still it burn
And no one cares, there's no one thereMi ricordava...Tommy...il mio piccolo Tommy..
Did you find it hard to breathe?
Did you cry so much that you could barely see?
In the darkness all alone
And no one cares, there's no one thereIl giorno dopo...dopo aver realizzato quello che avevo fatto a Tommy...non vedevo via d'uscita. Era colpa mia, volevo togliere il peso delle mie cazzate a tutti.
But did you see the flares in the sky?
Were you blinded by the lights?
Did you feel the smoke in your eyes?
Did you? Did you?
Did you see the sparks filled with hope?
And you are not alone-Bloccai subito il telefono. Non volevo più sentire nulla. Ero solo senza di lui...
O forse è lui ad essere solo...Ero arrivato. Ero davanti al suo palazzo e avevo paura ad entrare. Se lo avessi trovato drogato sul pavimento? Se lo avessi trovato ubriaco?
Sembravo una checca. Senza pensarci entrai nelle scale, il corpo non rispondeva alla testa e io continuavo a salire ma volevo fermarmi.
Presi le chiavi dalla tasca, l'ansia me le fece cadere per la terza volta.
Entrai. Ansia. Dov'era Tommy?
Mi diressi in cucina ma non c'era.
"Tommy...?"
Avevo quasi paura di farmi sentire, non so il motivo.
Andai verso la camera ma mi fermai davanti alla porta. Versi. Gemiti. Thomas.
Il sudore diventò ghiaccio sulla mia testa e un peso mi squarciò lo stomaco.
Aprì la porta guardando in basso, non volevo vedere. Lontano dagli occhi, lontano dal cuore, no?
No.
"Thomas..." mi caddero le chiavi dalle mani quando lo vidi cavalcare quello stronzo del suo migliore amico. Jacob.
Erano ancora migliori amici?
Non potevo crederci.
Appena mi sentirono si fermarono, Thomas anche nel buio si vedette che era diventato rossissimo. Si coprì con le coperte e si alzò venendo verso di me.
"Dylan...cosa ci fai qua.."
Indietreggiai per la paura. Di cosa? Non lo sapevo nemmeno io. Della scena forse, del ragazzo della mia vita con il suo migliore amico a letto, di un Tommy felice più con lui che con me.
"Me...me ne vado... volevo solo parlarti ma non è il momento giusto. Scusa"
Mi girai a testa bassa trattenendo le lacrime e mi diressi verso la porta, lasciando lì a terra le chiavi. Non penso mi sarebbero servite ancora.
"Dylan è finita tra noi, tu te la sei fatta con...quello! Ma non ti devo dare spiegazioni. Non ne hai bisogno."
He hurts my feeling
Uscii dalla porta con le lacrime agli occhi, un attacco di panico pronto ad esplodere e un cuore più sfracellato delle carotine alla julienne.
Non credo che me lo sarei mai aspettato...non si conosce in fondo una persona no? C'è sempre quel lato di essa che non vedi mai, io conoscendolo da poco avevo da vedere ancora tanti lati di lui.