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Aveva ancora gli occhi assonnati quando mi venne vicino e mi baciò lasciandomi stupito.
"Tutto bene?" Mi chiese vedendo la mia espressione.
Incrociai le braccia e non gli risposi. Lui guardò Kayla e lei capí che doveva tornare a dormire e lasciarci parlare.
"Allora?"
"Cosa?" Feci finta di niente.
"Perché stai mettendo un muro tra te e me?"
"In che senso?"
"Le braccia. Non vuoi essere toccato"
"Che sei uno psicologo?"
"Sono il ragazzo che ti ama e impara a conoscerti"
Mi ama...
Abbassai la testa, non sapevo che dire.
"Dylan..."
"No, quello che è successo stanotte non significa nulla. Puoi tornare da Jacob ora, fa finta che non sia accaduto niente."
"Dylan che cazzo stai dicendo"
"Non hai capito?" Ero arrabbiato e triste, non volevo mandarlo via ma è quello che stavo facendo.
"Dyl...per favore...mi hai lasciato per un altro e...non potevo starti sempre dietro...io e Jacob abbiamo provato ma non ha funzionato. Tutto qua"
"E allora forse non dobbiamo...non possiamo stare assieme"
"Cosa?!"
"Ci facciamo questo a vicenda, non ha senso"
"Dylan cazzo ma che hai che non va!"
"Thomas non puoi permetterti di arrivare qua dopo tre settimane, scopare e fare finta di nulla, tornando alla vita di sempre!"
Restò in silenzio per secondi che sembravano non terminare mai, l'aria era pesante fra noi e non sapevo bene che fare.
"Okay...okay ho capito...me ne vado..." le lacrime iniziarono a rigargli il viso dolce e pallido e, a testa bassa, tornò nella camera dove la notte prima ci eravamo divertiti, e si vestì.
Perché ero arrivato a quella situazione? Come ci ero arrivato? Non volevo mandarlo via, era il ragazzo che volevo e lo sapevo benissimo, ma qualcosa dentro di me continuava a dirmi di lasciarlo stare e dimenticarlo. Il cervello. Il cuore mi diceva di saltargli addosso e non sapevo chi ascoltare.
Thomas andò verso la porta e non volendolo vedere feci l'unica cosa che ero bravo a fare: scappare.
Corsi in camera e chiusi la porta, scoppiando in un pianto liberatorio inzuppando pure il cuscino. Continuavo ad urlare dei 'no' a non finire, non volevo lasciarlo andare, non volevo. Sapevo che, se avesse varcato quella porta, non l'avrei più rivisto.
Continuai a piangere finché non sentì una mano toccarmi la spalla.
"Se n'è andato. È andato via. L'ho mandato via io." Dissi tra un singhiozzo e l'altro. Sembravo veramente troppo disperato...anzi, lo ero.
"No, sono qua" era la voce di Thomas. Pensavo che Kayla mi avesse sentito e fosse venuta a consolarmi, invece era lui.
Mi girai a guardarlo, anche se non volevo farmi vedere in quello stato pietoso, e lo presi fra le mie braccia trascinandolo giù nel letto, volevo solo abbracciarlo e mai più staccarmi.

"Perché sei qua? Per che sei tornato?"
Gli Chiesi con un filo di voce.
"Perché ti amo...mi mancava sempre qualcosa, anche quando ero con Jacob...mi mancava un pezzo di me...mi mancavi tu, il tuo modo di fare, i tuoi occhi assonnati alla mattina e i capelli incontrollabili, le tue labbra e la tua risata che amo. Il tuo essere gentile, empatico e la tua mania del controllo"
"Io non ho la mia del controllo" o forse si.
Si mise a ridere e mi guardò negli occhi toccandomi le labbra con l'indice, quasi accarezzandole.
"Ti amo..."
"Ti amo anche io"

Daddy // dylmas - newtmasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora