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Lasciamo da parte le vite regali di Stefano e Sascha, pensiamo un po' a loro due e le loro personalitá.

Oggi passavo da chiesa in chiesa e in ogni chiesa c'era un funerale, qualcuno era morto.

Mi sono preso qualche giorno di libertà, un distacco, a volte penso che forse non dovrei neanche tornare nè in america nè da Stefano, sto mettendo in crisi i miei genitori e il mio, diciamo, fidanzato. Se fosse davvero il mio fidanzato sarebbe stato come se l'avessi tradito con tutte le cose che ho fatto.Mio padre non sarebbe orgoglioso da me e mia madre, lei rimane una menefreghista che mi ha solo partorito.

"Principe Burci" un ragazzo mi affiancò, tutti mi riconoscevano nonostante non avessi nessun vestito regale addosso.

Desidererei un po' di magia.

Probabilmente il resto del mondo pensa che condurre una vita in cui si hanno i soldi sia facile, sia felice ma non é cosi, con tutti i soldi che ho nel mio conto non mi compro la felicitá che mi serve anche se a me basterebbe essere sereno, per non avere problemi in fin dei conti.

Il taxi tardava ormai da un ora al suo arrivo, in realtá non mi ricordo niente, non so come sia fatto il palazzo.Ricordo solo il suo viso e ovviamente il suo nome e cognome.

Emozioni?

È come se fossero spente da ore e ore.

"Eccomi ho qualche minuto di ritardo" dice il taxista sorridendo "qualche minuti si"entro dentro l'auto "mi porti al palazzo reale"dico, lui mi guarda stupito e poi mette le mani al volante spingendo il piede sul pedale, la destinazione era distante infatti mi addormento.

"Principe si svegli" urla un ciccione con un cappello praticamente addosso a me "mhsos" faccio un verso, cerco di aprire gli occhi per focalizzare ciò che sta succedendo "sono passate ore ma siamo arrivati"

"Più fatti e meno chiacchiere"

niente valigie, solo io.

Me stesso dovrá bastare.

Sono a pochi passi dal citofono, ci separa poco meno di un metro, sono consapevole che non rifiturebbero mai la mia entrata però ho ansia, moltissima.Non riesco a capirne il perchè, più ci penso e più il dilemma è grande.

Mi avvicino al grande palazzo *palazzo Reale Lepri* c'è scritto sopra.Porto il mio dito sopra lentamente e schiaccio  un po' di minuti dopo, quando ho acquistato la sicurezza.

Dovrò spiegargli tutto.

Principalmente la cosa più semplice che ho fatto cioè andare via, da mio padre.

"Buongiorno chi è?" Una voce, sicuramente di un cameriere risponde "son- sono Sascha Burci Principe dell' America" dico freddo.

"Ok" apre la porta "benvenuto" supero la porta d'ingresso.

"Sascha" dice Riccardo "come mai qui?" Chiede sedendosi sul suo, in teoria non suo, futuro trono. "Sono qui per Stefano" dico senza guardarlo "Sascha" odio quando dice il mio nome, soppratutto quando lo dice cosi tante volte "Stefano non è qui e dubito che tornerá" sorride "vedi lui non era abbastanza furbo"mi gira intorno "è questo non è posto per un Futuro Sovrano Americano" ora il suo sguardo è serio ed io comincio ad avere paura "smettila di perdere tempo, sai cosa voglio sapere!"mi giro verso di lui di scatto "oh no caro Sascha non lo so" sussurra a poca distanza da me "che dici di ricominciare da quello che aveva lasciato mio fratello" si piega e nel giro di pochi secondi unisce le nostre labbra.I suoi servi ci guardano ma probabilmente a loro non interessa niente.Decido di reggergli il gioco, muovo lentamente, come in un bacio dolce, le nostre labbra "noi conquisteremo il mondo" dice stringendomi la mano, infondo io sapevo che quel noi che lui urlava non era riferito a me e lui.

King Of This World|| SaschefanoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora