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pov's Stefano

Ormai eravamo praticamente arrivati, qualche piccola cittadella ed eravamo a Washington.

Sascha non aveva dormito neanche un ora, dopo esser scesi dalla metro, con la poca energia rimasta, ho creato un portale che ci portasse il più vicino possibile a Washington mentre lui non faceva altro che lamentarsi e battere i piedi come i bambini.

"È mia madre che sta morendo, non la tua! Lo capisci!?"

Iniziò ad urlare mentre mi guardava con odio.

Sascha era proprio strano.

"Ti ho aiutato fino ad adesso, non credo sia giusto che vieni a rinfacciare certe cose"

Gli risposi, alzando la voce.

"Perché hai fatto uno stupido portale?!"

Urlò con rabbia.

La macchina si fermò al lato destro della strada e il taxista iniziò ad urlare per sovrastare la voce di Sascha.

"FUORI! FUORI DA QUI"

Si era stufato delle nostre grida ed effettivamente era una delle regole del taxi.

Sbuffai e aprì la portiera per scendere.

"Idiota"

Sussurrai, rivolto al mio amico.

"Mai che combini qualcosa di buono"

Mi disse mentre il taxi si allontanava e raggiungeva la grande città.

"Per colpa tua ora dobbiamo farcela a piedi"

Continuò calciando dei sassi.

"Colpa mia? Sai che c'è perché non continui da solo?! Visto che io non ti servo a niente."

Gli dissi aumentando il passo.

Il paesaggio era mozzafiato, c'era il tramonto ed eravamo praticamente in mezzo al nulla perciò era davvero facile intravedere le sfumature del cielo mentre il sole calava ma i nostri dialoghi rovinavano l'intera atmosfera.

Lui non rispose, piuttosto aumentò anche lui il passo e anzi dopo poco iniziò a correre e dovetti farlo anch'io per poterlo raggiungere.

"Abbiamo poco tempo"

Le barriere della città si stavano chiudendo, aveva ragione, succedeva ogni volta che qualcuno stava per essere processato.

Ormai era troppo tardi, serviva un salto troppo alto per superare le barriere.

"Sascha fermati"

Gli urlai standogli dietro, non ce l'avrebbe fatta.

"FERMATI!"

Urlai ancora più forte ma non voleva darmi ascolto.

Mi prese per mano, non mi stava semplicemente aiutando ma mi stava passando la sua energia magica.

"Saprai cosa farci"

Urlò.

Le barriere erano quasi a terra, c'era solo uno spiraglio aperto e lui sapeva che io non ce l'avrei fatta.

Le barriere si chiusero del tutto ma lui si buttò comunque dentro di esse.

Io vidi soltanto la polvere cadere a terra, lo aveva polverizzato.

Mi paralizzai davanti alla barriera arrestando il passo.

Non era successo davvero, si era praticamente suicidato, non poteva esser successo davvero.

Mi abbassai a prendere la polvere e mi inginocchiai guardando il cielo.

"Che il regno dei cieli sia disposto ad accoglierti"

Pronunciai le parole che neanche al funerale di mio padre ero riuscito a pronunciare.

Mi rimisi in piedi, non avevo tempo per auto commiserarmi, dovevo salvare la madre di Sascha e ora avevo un motivo in più per farlo.

L'energia che mi aveva dato doveva basarmi per poter creare un buco nelle barriere, ma prima dovevo assicurarmi di conoscere il tipo di barriera che c'era in America.

Ero il Re, non mi occupavo di queste cose.

Presi il cellulare e iniziai a cercare, fortunatamente non era magia nera.

Erano trasparenti perciò le persone non si accorrevano neanche della loro presenza, come da noi.

Riguardati nuovamente quelli che ormai erano i resti di Sascha, la polvere, non era come un cadavere, come se gli fosse applicata la cremazione, quella era solo la sua ombra, il corpo era dall'altra parte e  quindi era inutile prenderlo.

Presi ad agitare le mani davanti alla parte delle barriere che volevo abbattere e pronunciai l'incantesimo.

Non usavo praticamente mai la magia, perché nessuno oltre a me nella mia famiglia l'aveva quindi non avevo mai avuto il consenso del Mago Supremo di usarla.

Dopo interminabili minuti, questo si aprì in uno spazio che mi permetteva a mala pena di passare.

Sospirai una volta dall'altra parte, pronto ad aprire gli occhi, a trovarmi davanti il cadavere di Sascha e a quel punto a scoppiare davvero in lacrime come se già dentro non fossi distrutto.

Ma quando varcai le barriere e aprì gli occhi, non c'era alcun corpo.

Solo una città devastata dal suo popolo.

E dopo settimane eccomi qua con un altro capitolo, spero di poter pubblicare una volta alla settimana  o ogni 2, solo che si fa un po' difficile con tutti i progetti in bozza e le storie pubblicate qui e le collaborazioni

Hope you like this charter
So much more coming 🔥🤗

King Of This World|| SaschefanoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora