Capitolo 45

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Chissà dov’era adesso…
Draco stava sulla Torre Nord e guardava il cielo stellato di Hogwarts magari sperando in un segno.
Stava lì da ore, minuto più minuto meno, a pensare. A ricordare.
Ricordava quell’abbraccio che l’aveva salvato. Sua madre…e suo padre insieme.
L’avevano salvato. Incredibile. Non riusciva a crederci.
Il grande Lucius Malfoy votato all’onore del sangue che salvava un figlio che l’aveva tradito.
Continuava a non crederci. Non credeva neanche al modo in cui Narcissa l’aveva difeso da Bellatrix.
Sembrava un sogno. Un sogno che aveva fatto da bambino.
Un abbraccio. Un bacio. Il profumo dei capelli di sua madre.
L’aveva sognato a lungo…e proprio nel momento meno aspettato era arrivato.
Sospirò e scese dal cornicione, imprecando per il dolore alla schiena. 
Finito…pensò con un sorriso che lottava per salirgli alle labbra. Finito . Era tutto finito.
Non rischiava più la vita. Ora poteva…vivere come tutti gli altri .
Non doveva più temere i Serpenti dell’Oblio, non doveva più urlare la notte a causa degli incubi.
E anche se suo padre se n’era andato, portandosi via terrore e anni bui, Draco lo sentiva ancora lì. A salvarlo.
Il vento notturno arrivò a sferzarlo, con un breve alito fresco. Lo inspirò a fondo, finalmente libero.
Chissà se anche Potter si sentiva come lui, si chiese.
Di colpo però qualcosa gli frusciò attorno alle caviglie. Abbassò lo sguardo e vide una busta bianca, sopra una calligrafia delicata e antica. C’era il nome di Lucilla.
Si guardò attorno e dietro l’angolo della torre vide uno svolazzare di vesti bianche.
Quando la raggiunse, la vide seduta sul parapetto avvolta in un lungo abito bianco colmo di veli.
Inutile nascondere quanto era preoccupato di vederla seduta in quella posizione viste…le sue condizioni.
- Non una parola.- l’avvisò lei, senza guardarlo. 
- Scusa.- le disse avvicinandosi. In mano la ragazza teneva una lettera.
- Tutto ok?-
Lucilla alzò il viso dalla lettera, posando lo sguardo azzurro su di lui.
- Va bene, è una domanda idiota.- le concesse – Che leggi?-
La Lancaster sospirò, passandosi una mano fra i capelli – Il testamento di mia madre.- 
- Degona?- Draco alzò le sopracciglia e le si affiancò – Ha scritto un testamento?-
- Si,- Lucilla guardava quelle righe con gli occhi un po’ lucidi – doveva aver capito che stava succedendo qualcosa. Sapeva leggere nel cuore di mia sorella…doveva sapere che stava per morire.- socchiuse le palpebre, addolorata – Sai…era tanto forte che avrebbe potuto schiacciare Voldemort e Lumia con un solo dito. Era una demone di stirpe… non hai idea di cosa le ho visto fare. Eppure…- sorrise amara, scuotendo i crini scuri - …per amore di sua figlia non ha avuto il coraggio di combatterla. Ha preferito lasciarsi uccidere.-
- Me la ricordo.- Draco con un po’ di fatica le si sedette a fianco – Tu le somigli molto.-
Lucilla sorrise di piacere, sentendoselo dire – Mi ha scritto di perdonarla per avermi lasciato sola ma non sapeva che anche papà sarebbe morto. Sapeva anche che avrei dovuto affrontare numerose prove.-
- Scommetto che sapeva anche che le avresti superate tutte.- mugugnò Draco accendendosi una sigaretta ma dopo un tiro guardò stralunato la mezzo demone –…Dovrei spegnarla? Potrebbe darti…fastidio?-
- Non respiro cucciolo.- ironizzò sarcastica.
- Ah già…- Malfoy sogghignò, dando un altro tiro beato – Che altro ti ha scritto?-
- Di amare mio figlio.- ringhiò Lucilla quel punto, furibonda – A quanto pare era di dominio pubblico il fatto che sarei finita nella grinfie di un dannato Mckay che mi avrebbe messo incinta!-
Il biondino non era molto bravo a consolare le persone, la mezzo demone meno che mai anche perché in fondo…era una bella notizia se vista in una certa prospettiva no?
- Sei proprio arrabbiata eh?- le chiese.
- No, sono imbestialita!- replicò seccata – Come ha potuto farmi una cosa simile?!-
- Bhè, l’avete fatta in due no?- abbozzò Malfoy.
- No, l’ha fatto lui!- rognò la ragazza di rimando – Io non voglio figli!-
- Perché no?-
Lucilla lo guardò storto – Perché sarebbe MIO figlio.-
Draco aggrottò la fronte – Non capisco bene…- ma dopo un attimo lo colse come un’illuminazione e sorrise, abbassando lo sguardo – Si, hai ragione…io in fondo resterò per sempre figlio di un Mangiamorte che ha ucciso molte persone in nome di un ideale.-
- E mia figlia resterà per sempre una mezzo sangue. Figlia di Lucilla Lancaster, la moglie di Voldemort.-
Draco annuì brevemente, gettando via il mozzicone della sigaretta poi però tornò a guardarla stranito.
- Figlia?-
- Si, è una bambina. Me l’ha detto Harry mesi fa.-
- San Potter ti ha detto che avrai una figlia?- riecheggiò Malfoy senza parole – E tu ci credi?-
- L’ha vista e ha visto pure te.- replicò la Lancaster – Si, sembra folle…-
- E’ folle, non sembra.- celiò il biondino – Comunque adesso…la bambina c’è no?-
- Mi fosse venuto un infarto quando ci sono andata a letto…-
Draco preferì non pensarci neanche, così le diede una mano per aiutarla a scendere dal cornicione e borbottando e imprecando finirono per concludere la serata separandosi. La ragazza aveva ancora bisogno di pensare e Malfoy, dopo averla lasciata, si ritrovò sotto le scale di Grifondoro.
Il quadro era aperto e da dentro proveniva un baccano del diavolo, per non parlare di Dean Thomas che, da come si vedeva dallo spiraglio, ballava in boxer su un tavolo con sottofondo di una musica sparata a palla.
Per un attimo Malfoy ebbe la tentazione di entrare…ma poi cambiò idea e se ne andò in giardino dove però accedde qualcosa di insolito. Fece in tempo a uscire dalle arcate ed Elettra Baley gli piombò improvvisamente addosso.
- Ehi piccoletta!- traballò sulle gambe, sostenendola prima che cadesse – Stai un po’…- 
Ammutolì perché lei non si fermò. Scappò via subito, piangendo.
Rimase impietrito, vedendola andare via in quello stato. Ma che diavolo era successo?
Guardò verso il giardino e inquadrato il portone di Hogwarts, alla luce delle fiaccole e della luna, vide un uomo e una donna allontanarsi verso una carrozza che li aspettava.
Dovevano essere i suoi genitori…ma allora perché piangeva in quel modo? Non l’aveva mai vista triste da quando la conosceva. Fu quel pensiero a ricondurlo a Grifondoro.
Entrò guardingo, circondato da gente che beveva e urlava gioiosa, poi finalmente inquadrò qualcuno di conosciuto.
Neville rimase stranito nel vederlo ma quando Draco gli chiese dove fosse Harry glielo disse senza fare una piega.
Arrivato ai dormitori di San Potter, Malfoy si guardò attorno…e lo trovò svaccato sulla finestra col suo padrino a fianco, Hermione nel suo letto e altri Auror che si divertivano.
Potter lo squadrò stranito.
- Il diavolo è uscito dall’inferno…- bofonchiò – Salve Malferret.-
- Sfregiato c’è un problema.-
- Oddio, ancora?- si schifò il moretto – Che c’è stavolta?-
- Non mi pare il caso di parlarne qua.-
L’aria di Harry si fece guardinga - Vorrai mica fare a botte…-
– Magari più tardi. Riguarda la tua ragazza.- disse Draco assumendo un’espressione incazzosa.
Sirius si sbrodolò col whisky incendiario – Hai la ragazza? E chi è?-
- Che cavolo è successo a Elettra?- si allarmò subito il Grifondoro – Sta bene?-
- Non conosci il significato della parola privacy vero?- frecciò Draco trascinandolo via. Gli raccontò tutto in un angolo, giusto due minuti perché poi Harry volò praticamente fuori dalla Torre alla ricerca della sua cacciatrice mentre il biondo Serpeverde rimase infognato in quel posto.
- Già che sei qua vuoi qualcosa da bere?- tubò Hermione.
- Due dita di cianuro andranno bene.- disse sarcastico.
- Mi sbagliavo.- rognò Malocchio con la sua voce tonante – Non assomiglia solo a Malfoy…ma anche ai Black!-
- Sei sempre più spiritoso, sul serio.- borbottò Sirius – Qualcuno mi dice che succede?-
- Già, che è successo a Elettra?- chiese Ron.
- Si chiama così la ragazza di Harry?- fece Sirius – Ma non stava con te Hermione?-
- Appunto, ci stava.- chiarì Draco cupamente.
- Da qualche mese Harry si è messo con Elettra, la cacciatrice del Grifondoro.- sorrise la Grifoncina – Ti piacerà Sirius, anche Remus l’ha conosciuta quando è venuto qui un mese fa.-
- Si, è una ragazza adorabile.- assicurò il licantropo – Sta benissimo con Harry.-
- E perché vi siete lasciati?- continuò quel curioso di Sirius.
Hermione sollevò le spalle – Fuoco di paglia forse. Serio ma troppo veloce a spegnersi. Allora Dray? Vuoi da bere?-
- No, me ne vado.- borbottò il biondino duro.
- Allora ti accompagno.- la streghetta ignorò la sua occhiataccia e scese dal letto, inforcando le stampelle. Zampettando e facendo ridere mezzo dormitorio, riuscì ad arrivare a Malfoy e poi sparirono oltre la porta. Uscire da Grifondoro non fu facile, specialmente a causa degli studenti che continuavano a fermare Hermione per chiederle cos’era realmente accaduto ma quando la vedevano con Draco sembravano reticenti e di questo per una volta ringraziarono entrambi.
Una volta fuori dal quadro il silenzio li accolse più discreto di tanti schiamazzi.
- Per l’amor di Dio…- si schifò Draco dandole le spalle per un attimo – Mai visto un tale degrado.-
Hermione sorrise a mezze labbra, poggiando le stampelle alle muro.
- Sanno che non morirà più nessuno ormai.- sussurrò dolcemente – Festeggerei anche io.-
- Perdonami ma non sono dell’umore.- rispose a bassa voce.
- Lo so.- si aggrappò alle sue braccia e Draco si voltò, aiutandola.
- Lo so che non dovremmo festeggiare.- la Grifoncina continuò a guardarlo in viso – Nel giro di due giorni è successo il finimondo e…- cercò di trovare la parole adatte, anche per mentire forse – Mi spiace per…tua zia…-
Draco sogghignò, alzandole il mento con due dita – Non sei brava a raccontare palle mezzosangue.-
- Era sempre tua zia.-
Lui sollevò le spalle – Era la sorella di mia madre. Non è mai stata una presenza tanto idilliaca nella mia vita da farmela rimpiangere ora. Ha cercato di ammazzarmi e ci avrebbe ballato sulla mia tomba.-
- Ok…- Hermione continuò a guardarlo ancora un po’ reticente – Quindi potrò permettermi di odiarla in santa pace.-
- Lo faremo in due, se vuoi.- e le passò le braccia attorno alla vita, altrettanto confuso – Tu invece?-
- Cosa?-
- Tuo nonno che fine ha fatto?-
- Hn…- Hermione mise un leggero broncio – Lord Hargrave…roba da non credersi. Credo che riuscirà a farmi andare al suo castello per la festa delle debuttanti.- scoppiò a ridere, scuotendo il capo – Oppure finirò la domenica mattina a giocare a cricket con lui e i suoi altolocati amici con barba e baffi.-
- Quei balli per le debuttanti sono solo un bordello.- mugugnò Draco non molto contento all’idea – E’ pieno di porci tipo Dalton che aspettano solo di trovarsi una cretina come moglie. E’ una tradizione ridicola.-
- Se lo dici tu.- disse la Grifoncina ridacchiando al solo pensiero che ora, cambiato tutto, l’algido Draco Malfoy le appariva sotto una luce diversa. Lui forse era cambiato. Era diventato un altro. Libero da quell’ombra che l’aveva sempre tenuto abbracciato di spalle. Lucius non c’era più. I Mangiamorte non c’erano più.
Cercò le parole adatte ma lui, accorgendosi che stava per parlare, la precedette.
- Va…tutto bene.- l’anticipò, ancora imbarazzato dallo scompiglio che suo padre e sua madre avevano creato in lui salvandolo – Cioè…va meglio.-
Hermione gli regalò un altro sorriso, cercando però non stargli troppo addosso. Così si limitò ad annuire, felice per lui, per tutti loro ma c’erano ancora delle cose fra loro due che purtroppo non potevano essere ignorate.
- La gamba va bene?-
Hermione annuì ancora, docilmente – Guarirà, non è grave. Allora…- gli lasciò le mani – Ci vediamo domani mattina.-
- Si, indubbiamente ci sarà da ridere.- bofonchiò pensoso, immaginandosi le reazioni dei suoi compagni che di certo erano già venuti a sapere del suo volta gabbana. Forse era meglio trovarsi un altro posto per andare a letto… in fondo anche Blaise avrebbe dormito lì a Grifondoro e Zabini era sempre stato particolarmente furbo nel prevenire guai.
Non disse quei pensieri ad alta voce mentre si rimetteva il mantello sulle spalle ma gli occhi dorati della sua mezzosangue parevano leggergli dentro perché con uno sguardo gl’indicò ancora il quadro di Grifondoro…eppure per Draco non era ancora una buona idea. Ok che lo avevano salvato ma…lui era lui. Non era un Grifondoro.
- Io ci ho provato.- ridacchiò la ragazza, riprendendosi le stampelle – Sogni d’oro Malfoy.-
Draco stava già scendendo i gradini dopo un bacio mozzafiato quando si voltò ancora, colpito da una cosa.
- Hermione…-
La streghetta lo guardò, pensando che avesse cambiato idea ma il biondino la sbalordì ancora…per l’ennesima volta la rese felice, anche se lui non si rendeva effettivamente conto di quanto fosse profondo quel sentimento. Ma fra tanta felicità c’era sempre e comunque quell’ombra. Quell’ombra che li sovrastava da quasi nove mesi.
- Tra una settimana c’è il ballo di fine anno.- le disse, guardandola con gli occhi argentei lucidi come specchi.
- Si.- annuì lei. E di colpo il silenzio fra loro si fece pesante come un macigno. Quella data…
La loro scommessa aveva ancora una settimana di vita. La stessa scommessa che li aveva uniti, che li aveva fatti incontrare, scontrarsi ancora e infine toccare. A quel ballo tutto sarebbe finito…e lei temeva più di ogni altra cosa ciò che lui stava per chiederle. Sapeva che lo avrebbe fatto…e nessuno dei due poteva fare a meno di dire si.
- Ci vieni con me?-
Hermione tacque a lungo, fissandolo…e sentendo il suo sguardo su di sè…era carico di sottintesi.
- Va bene.- accordò poi – Ti concedo la mia presenza.-
- Sbagliato mezzosangue, sono io che la congedo a te!- ironizzò sarcastico dandole subito le spalle – Notte!-
- Notte Draco…- sussurrò a bassa voce, ma lui se n’era già andato.

La Scomessa-DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora