Capitolo 13

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Passarono due giorni ed Hermione finalmente poté uscire dall'infermeria. Quella mattina avrebbe avuto lezione con Piton e la Grifoncina dovette armarsi di tutta la pazienza che possedeva per prepararsi alla dura giornata di musi e lunghe scuse che l'aspettava.
Ascoltò le ultime raccomandazioni della Chips, poi uscì e decise che poteva permettersi di saltare la colazione per fare una lunga passeggiata in giardino. Non aveva voglia, né era dell'umore di seguire le lezioni, cosa strana.
Dopo quanto accaduto si sentiva ancora sul filo del rasoio, perché anche se non ricordava nulla di ciò che aveva detto o fatto e dentro di sé sentiva una strana inquietudine. Sapeva di aver fatto del male ai suoi amici e una parte di lei in quei momenti era rimasta impotente, vedendo il suo grande amore e affetto per gli amici trasformarsi in odio puro.
Era stata una sensazione orribile.
Eppure non riusciva neanche ad odiare Pansy. Hermione sentiva che dentro di sé quei sentimenti negativi erano nati da qualcosa, che non erano stati solo impiantiti dal maleficio. Forse il maleficio li aveva portati a galla...ma c'erano sempre stati. Tutta quella rabbia era stata nascosta da qualche parte...come quando aveva picchiato Pansy nel bagno.
Si, da qualche parte c'era ancora in lei del rancore che però non aveva saputo sfogare.
Aveva paura di se stessa.
Si fermò davanti alla fontana, carezzando dolcemente uno di quei magnifici fiori che sbocciavano liberi.
Erano bellissimi. Delicati ma tanto forti da crescere anche nel ghiaccio...
Fu grazie ai gigli che ricordò di dovere un grazie a qualcuno e non più solo scuse.
Peccato che non sapesse davvero come trovarla. Era ormai chiaro che non appariva sulla mappa del Malandrino e andare da Silente, rischiando di trovarci Piton, non se ne parlava. Forse poteva chiedere a Tristan...ma arrossì, pensando a ciò che le aveva raccontato quell'oca della Patil, ovvero che ci aveva provato spudoratamente.
Di umore sempre più tetro si avviò verso la casa di Hagrid, pensando che almeno a lui non aveva combinato niente. Magari Hagrid sarebbe stato l'unico a non guardarla come se fosse stata una maniaca con istinti assassini.
Lo trovò intento a scolarsi la sua colazione fumante nel boccale e quando la vide la stritolò, lacrime agli occhi, il cuore enorme e un abbraccio caldissimo. Si sedette con lui sulla porta di casa, insieme a Thor.
Mangiò un cornetto gigante inzuppato nel caffè, sentendosi un po' meglio.
- Andiamo piccola.- le disse, dando da mangiare a una lumaca gigante ficcata in un cesto per il pane - Vedrai che tutto si sistemerà. Non eri in te. La gente dice quello che pensa in malo modo tutti i santi giorni, perché adesso prendersela con te se per una volta hai detto la verità?-
- Con Harry e Ron...e anche con Malfoy sono stata cattiva, Hagrid...- sussurrò triste - Veramente cattiva. Nessuno dovrebbe avere diritto di dire cose del genere.-
- Harry e Ron sanno quanto gli vuoi bene, Hermione.- disse il custode, sorridendo bonario - Non pensare a quanto è successo perché non è dipeso da te. I ragazzi ti adorano ed erano seriamente preoccupati, come saranno preoccupati adesso nel non vederti a colazione. Loro sanno bene come sei.-
- E come sono?- borbottò - Una bisbetica che dice cattiverie nel momento meno opportuno.-
- Anche, credo che però Harry direbbe più che altro che se la sua migliore amica...e che ti vorrà sempre bene perché sa quanto tu tenga a lui, indipendentemente dal malocchio.-
- Hn...- Hermione fece una smorfia, poi si sforzò di ridere - Grazie Hagrid.-
- Ma figurati.- disse lui - E adesso corri a lezione o farai tardi.-
- Certo.- la Grifoncina fece per incamminarsi, poi però si bloccò.
- Senti Hagrid...tu la conoscevi una ragazza che studiava qui otto anni fa...è difficile, con tutte quelle che avrai visto ma lei era...speciale!- disse, cominciando a descriverla - Bruna, capelli lunghi fino a metà schiena con tanti boccoli, occhi azzurri, ha la pelle molto chiara. Era dei Serpeverde e amica di Tristan.-
Il custode aveva in mano un innaffiatoio e rimase con l'attrezzo a mezz'aria su una pianta carnivora.
- Parli di Lumia?- chiese con voce incerta.
- Lumia? No...lei si chiama Lucilla.-
- Oh, Lucilla...- Hagrid parve farsi più sereno - Certo che la conosco, viene tutte le sere a trovarmi. È tornata a scuola da qualche mese.-
- E' della famiglia dei Lancaster vero?-
- Certo ma non può tornare a casa sua...e un giorno ti spiegherò perché ma ora vai.-
- Tutte le sere viene a trovarti hai detto? Posso venire a parlarle? Dici che si arrabbia?-
- Ma no...- Hagrid scosse il capo, sempre più pensieroso - Tranquilla, vieni quando vuoi ma adesso si è fatto tardi davvero. Fila o Piton non te la farà passare liscia!-
E la vide correre sul pendio roccioso, per tornare all'interno della mura. Poi si massaggiò il mento ispido di barba, chiedendosi come sarebbe finita quella storia...

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