capitolo 14

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Negli spogliatoi c'era un fracasso bestiale.
Harry James Potter si levò la maglia, guardando Lucas e Marcus corrersi dietro con degli asciugamani arrotolati, ridendo contenti. Avevano appena vinto contro Tassorosso e a Grifondoro li aspettava il solito indecente festino per quella sera. La partita si era svolta in via del tutto speciale di mattina, in mezzo alla settimana, e ora dovevano tornare alle loro lezioni.
Fuori c'era un timido sole e una leggera brezza. Giornata ideale per andare da Hagrid.
Fece in tempo a ficcarsi i pantaloni della divisa, quando entrò Elettra sparata, ignorando le nudità dei compagni.
- Harry! Harry è un disastro!- gridò, correndo da lui con la Gazzetta dei Deficienti in mano, come ormai la chiamava Hermione – Guarda cos'hanno pubblicato!-
Il moretto si armò di santa pazienza, anche se già sapeva che erano cattive notizie. Anzi...furono pessime!

"Dieci persone morte Bigsdale Ville, nei pressi della grande scuola di magia di Hogwarts. Le autorità si sono recate immediatamente sul posto ma nessuno pare abbia visto nulla. Le vittime sono state bruciate vive e quindi non ancora identificate ma ognuna portava sul corpo, precisamente in mezzo agli occhi, un marchio impresso a fuoco.
I dieci maghi e streghe erano tutti rappresentati della gloriosa Setta del Nibbio."

Harry sollevò gli occhi sulla sua cacciatrice che ricambiò l'occhiata allarmata, poi tornò alla lettura.

"A quanto hanno portato fino ad ora le ricerche, è stato scoperto che il marchio usato è quello dei servi del defunto Lord Oscuro. Il Ministero della Magia per ora non ha ancora risposto alle accuse lanciate dalla popolazione che vive nella paura di un ritorno ma a questo proposito sono stati mandati i primi Dissennatori da Azkaban a perlustrare il territorio, seguiti dai famosi Cacciatori un tempo sotto l'ordinanza di Maximilian del casato dei Lancaster. Tutt'oggi uno dei Cacciatori insegna Difesa contro le arti Oscure ad Hogwarts, al settimo anno, Tristan Mckay e questo potrà in un futuro facilitare le indagini. Gli altri tre Cacciatori del Ministero della Magia sono oggi in viaggio verso la famosa scuola.
Le ultime fonti hanno inoltre indicato, tramite gli occhi dei veggenti del Responsabile Groober, Responsabile dei Rapporti con gli Esseri d'Ombra, che le forze oscure sono in movimento.
Tutto questo è stato certificato dai ritrovamenti di ieri notte: due famiglie di maghi mezzosangue sono state trovate uccise nelle loro case, a Londra. Sulle loro fronti lo stesso marchio degli abitanti di Bigsdale."

- Cazzo...- sussurrò Harry, passandosi una mano sul viso – Non è possibile.-
- Stanno dando di nuovo la caccia ai mezzosangue.- mormorò Elettra tristemente – Ho paura.-
Lui alzò lo sguardo, poi le passò un braccio attorno al collo e la strinse forte.
- Tranquilla. Hermione non la toccherà più nessuno.-
La sua cacciatrice annuì. Si sedette al suo fianco, continuando a stargli abbracciata.
- E' ancora...Tu-Sai-Chi?-
- No, gl'idioti che gli andavano appresso.- le spiegò serio – Sono tantini ma deboli, non preoccuparti.-
- Però...sono sempre tanti. E tu, Hermione e Ron solo tre.-
Harry sospirò. Elettra aveva ragione. Aveva fin troppo ragione. Ora al posto di un grande nemico ne aveva tanti più piccoli, ma insidiosi e senza nome, senza un volto. Non sapeva chi fossero, almeno finché Lucilla non avesse ritrovato il libro che tanto cercava e non sapeva nemmeno quando o come avrebbero attaccato. Non conosceva le forze in campo questa volta. Potevano essere ovunque...e stavano già mietendo vittime.
Stavano colpendo i mezzosangue. Tutte le famiglie dei mezzosangue.
Quando uscì dagli spogliatoi accompagnò Elettra alla sua classe e intanto continuarono a parlare. La loro preoccupazione era tutta per i precedenti incidenti accaduti alla scuola e per quelle morti fin troppo limpide. Quello era un attacco preciso. Lo stavano provocando. Stavano sterminando tutte le famiglie babbane, per di più firmando i loro crimini con una V incisa a fuoco. Se non era una dichiarazione di guerra quella...
Infilò la Sala Grande e in un nano secondo tutti gli occhi di Hogwarts gli furono puntati addosso.
Da secoli ci era abituato, quindi assunse la tipica aria del signor Draco Malfoy e snobbando allegramente i presenti si diresse dai suoi amici. Ron neanche sollevò lo sguardo dai suoi libri.
- Solita giornata eh?- gli disse.
- Spiaccicata tante altre. Hai letto il giornale?-
- Calì me l'ha sbattuto sotto il naso appena sveglio.- Weasley sollevò appena gli occhi dall'espressione a metà fra l'allarmato e il rassegnato – Sembra impossibile stare tranquilli almeno l'ultimo anno, a quanto pare.-
- Già...- Harry gli sorrise mesto, guardandosi in giro – Hermione?-
Ron stavolta serrò la mascella e anche la mano sul tomo di Divinazione.
- Diciamo...che i Serpeverde con questa storia delle morti dei mezzosangue hanno avuto terreno fertile per ricominciare a dire stronzate. Harry, ti avviso adesso...- il suo tono era terribilmente serio – Io me ne frego della punizione. Vogliono segarmi? Che lo facciano. Ma se sento ancora che la prendono in giro dicendole che sta rischiando la pelle io li ammazzo tutti quanti. Se devo ficcare un ceffone alla Leptis ti giuro che neanche tu riuscirai a fermarmi.-
- Calma, calma...- il moretto sospirò, passandosi una mano fra i capelli. Dio...dovevano muoversi il più in fretta possibile. Stavolta in pericolo non era solo lui. Ma tutti i mezzosangue.
In quel momento sentì delle ghignate svenevoli dal tavolo delle serpi e per trattenere più di un suo compagno dovette davvero impegnarsi molto. Pranzarono, poi filarono dalla Sprite nelle serre per l'usuale raccolta delle bacche rosse primaverili. Era presto, febbraio ancora non era finito ma quell'anno erano cresciute prima. La Cooman naturalmente ci aveva visto un segno del diavolo ma a quel punto nessuno l'ascoltava più.
Quel giorno la serra n° 4 era invasa anche da matricole.
Quelli del settimo naturalmente si divertirono a fare i padroni mentre i poveri nanerottoli del primo anno dovettero subirne di tutti i colori, anche se finalmente videro il famoso Harry Potter non più solo in foto o di sfuggita. Le ragazzine si erano rifatte gli occhi, sbattendoli a più non posso verso il Grifondoro che però in testa aveva decisamente altro. Si mise a raccogliere bacche urlanti insieme a Blaise che a sua volta era parecchio taciturno.
Almeno fino a quando non ruppe il ghiaccio.
- Come va?-
Harry alzò le spalle – Come vuoi che vada? E tu?-
Zabini rise malinconico, andando al sodo – Lei è una brava persona.-
- Come quelle che sono morte ieri notte.-
- Già...- ora gli occhi blu di Blaise erano velati di tristezza. Continuò a usare le tronchesi come un automa tanto che Harry si dispiacque davvero. Blaise era un ragazzo in gamba, sensibile e intelligente. Di certo non doveva essere facile vivere nella sua casa, in un momento come quello.
E come volevasi dimostrare sentì una ghignata perfida alle loro spalle.
- Già! Sono morti in otto! Ridicolo...- era la Parkinson che si sganasciava acidamente con le sue colleghe – Incredibile, mi chiedo come dei maghi, anche se mezzosangue, possano morire così facilmente! Dovevano essere davvero deboli!-
Stavolta Ron non lo trattenne davvero nessuno.
- E allora?- ringhiò rabbioso – Ammesso e non concesso che fossero deboli per te meritavano di morire?-
Pansy lo fissò sdegnosa. – Non dico questo...dico solo che i mezzosangue hanno più probabilità di morire, data la situazione. E se fossero dei degni maghi, come i purosangue Weasley, non farebbero fini tanto ingloriose.-
- Già, hai ragione.- ghignò Nott con perfidia – In fondo in mezzosangue hanno una marcia in meno.-
- L'unica cosa che hanno in meno dei purosangue come voi è un cervello grande quanto una noce!- ringhiò il rossino andando ad affrontare Nott sotto il suo naso. Peccato che fosse già attorniato da Goyle e Tiger e gli rise ancora in faccia.
- Ah...Weasley, sento puzza di bruciato...oh, sbagliavo...hai paura che facciano un bello stampino in fronte a qualcuno?- e con la coda dell'occhio fissò eloquentemente Hermione, in disparte – Pensa che carina...con una bella bruciatura in mezzo agli occhi...-
Non fece in tempo a finire che il Grifondoro l'afferrò per la camicia, scatenando un putiferio ma Harry arrivò immediatamente a bloccare il suo migliore amico per le spalle, spingendolo lontano e anche Nott stavolta venne spinto violentemente indietro. I Serpeverde fissarono Draco Malfoy con gli occhi sgranati, vedendo la sua espressione imbestialita. Era arrivato in ritardo alla lezione e aveva assistito solo all'ultima parte della lite.
- Che cazzo stavi facendo?- sibilò a Nott.
- Che cazzo fai tu Draco!- replicò quello allibito – Stavo solo parlando con Weasley...- e alzò la Gazzetta del Profeta, ridacchiando – In fondo gli ho solo detto la verità!-
- Vaffanculo Nott!- ringhiò Ron – Sai che ti dico? Spero di vedere te morto per terra!-
Mentre i Grifondoro cercavano di calmare il rossino, Draco incontrò lo sguardo terreo di una persona...e si sentì male.
Afferrò la Gazzetta e la ruppe in mille pezzi, buttandoli addosso a Nott e a Pansy.
- Prima di dire altre stronzate ragionate!- disse ancora, con voce roca e pericolosa – Se Potter non avesse trattenuto il suo compare ora probabilmente vi ritrovereste entrambi dalla Chips! E non intendo passare di nuovo altri mesi nella merda per voi due, mi sono spiegato bene?-
Tutti tacquero, Grifondoro compresi.
- Non ho sentito la risposta!-
- Si...- sussurrarono, a testa bassa.
- Perfetto.- Draco infilò i guanti – E adesso tornate a fare quello che facevate prima!- così si diresse da Hermione che nel frattempo era tornata a staccare le bacche dai ramoscelli. Una volta accanto a lei si mise al lavoro, senza rivolgerle la parola, esattamente come fece la Grifoncina anche se senza farsi vedere continuò a osservarla di sottecchi. La sua espressione addolorata gli rovesciò la vergogna nelle vene. Per quanto le sue credenze sui mezzosangue lo avessero portato più volte a comportarsi come un vero bastardo...negli ultimi tempi qualcosa aveva iniziato a cambiare in lui. Lentamente quel sentimento era cresciuto...era nato in un terreno arido ma continuava a crescere, a mettere radici. E ora quelle radici stavano sgretolando ogni sua convinzione. Sospirò, maledicendosi...
Quando la Sprite entrò nella serra rimase abbagliata nel sentire un tale silenzio. Nessuno parlava, nessuno che s'insultava. Una cosa mai accaduta.
E lo stesso accadde da Hagrid, nei pressi della Foresta.
Un bel sole caldo filtrava dai rami, addolcendo l'atmosfera.
Quel giorno stavano osservando e descrivendo dettagliatamente la nascita di un Pietroghiro da un uovo con un guscio spesso almeno dieci pollici. Non era un animaletto particolarmente grazioso, questo lo avevano ammesso tutti quanti, perfino Hagrid, ma quando si mise a fare versi...le ragazze andarono in delirio. Emetteva suoni così dolci che il suo aspetto passò in secondo piano. Stavano tutti svaccati contro il muretto del recinto e per quella ricerca c'impiegarono due ore esatte, peccato che già dopo un po' qualcuno prese a girarsi i pollici.
Hermione stava col capo contro la pietra, gli occhi chiusi...e riposare.
Draco era al suo fianco e da quando si era appisolata la guardava, senza vedere nient'altro.
E se...avessero colpito anche lei? Di nuovo?
No...
All'improvviso una farfalla minuscola, bianca e nera, si posò sul naso della Grifoncina che aprì gli occhi lentamente. La sua espressione buffa lo fece sorridere a mezze labbra, il massimo che aveva mai fatto, e lei subito volse lo sguardo.
La farfalla volò via mentre si guardavano. Fu solo un breve istante perché Malfoy si affrettò a cambiare espressione.
Hermione deglutì...abbassando lo sguardo sui suoi appunti.
- Adesso possiamo parlare?- chiese.
Ma Draco si mise velocemente in piedi, raccogliendo tutta la sua roba. Stava scappando di nuovo ma lei stavolta non aveva intenzione di demordere. Se ne accorse quando cominciò ad incamminarsi come un forsennato e lei lo seguì quasi di corsa. Quando furono abbastanza lontani lo afferrò anche per il mantello, rischiando di strozzarlo. Gli caddero di mano tutti i libri e cacciò un'imprecazione.
- Si può sapere che diavolo vuoi?- tuonò, furente con se stesso per la sua vigliaccheria.
- Dobbiamo parlare!- sbottò la Grifoncina – Sono giorni che fai finta che non esisto!-
- Bhè, una volta me l'hai pure chiesto no? Dovresti essere contenta!-
Hermione scosse il capo, cercando di trovare le parole adatte...
- Senti...- iniziò, stringendosi le mani per il nervoso – Per me non è facile...non ricordo niente ma...-
- Sentimi tu Granger!- esplose, deciso a non voler neanche iniziare quel discorso – Tu e io non ci dobbiamo niente! Abbiamo stabilito fin dall'inizio che ad entrambi non piace avere debiti con l'altro. Li abbiamo pagati e rispettati tutti mi pare, quindi lasciami in pace!-
- Malfoy mi dispiace...-
Il biondino riprese tutte le sue cose e tornò a incamminarsi, furibondo. Non voleva sentire niente...niente!
- Mi spiace per quello che ti ho detto... sul fatto che non pensi alla tua vita...ai tuoi genitori...-
Ma Hermione stavolta si fece indietro, bloccandosi, perché quando Draco si voltò verso di lei fulmineamente aveva gli occhi argentei tanto contratti da farle temere che l'avrebbe picchiata.
- Non t'azzardare...- le sibilò puntandole il dito addosso – Non t'azzardare mai a ficcarti nella mia vita, Granger! Non provarci mai più! SONO STRAMALEDETTI FATTI MIEI SE FINO AD OGGI HO RISCHIATO DI MORIRE! Non sono affari tuoi!-
Ora Hermione tremava, con gli occhi ludici – Io volevo solo scusarmi...-
- Non me ne frega un cazzo delle tue scuse!- gridò il Serpeverde fuori di sé – Come non me ne frega niente di quello che ti passava per la testa quando me l'hai detto! Non ficcarti mai più nelle questioni della mia famiglia, sono stato chiaro? Mai più! Ciò che succede fra me, mio padre e mia madre sono stramaledetti fatti miei!- si passò una mano fra i capelli, ghignando perfidamente – Ma che cazzo ne parlo con te...-
- Malfoy...per favore...-
- No!- la fissò quasi disperato, amareggiato e deluso – Non saprai mai...tu non puoi capire! Se solo una mezzosangue, non sai che cazzo sto passando! Non dovremmo neanche parlarne!-
Lei stavolta tacque, restando impalata davanti a lui. Il sole quasi l'accecava...ma annuì, sorridendo in modo strano.
- Già, cosa posso capire io...di una persona che potrebbe morire...- disse, a bassa voce.
E Draco si rese conto del suo grave errore in quel momento.
- Granger io...- allungò il braccio per toccarla ma Hermione gli scostò la mano di scatto, come se si fosse scottata. Poi gli voltò le spalle per non fargli vedere che piangeva e tornò dal gruppo, lasciandolo definitivamente solo.
Solo, a chiedere a se stesso quale rabbia si agitasse mai in lui, per permettergli di mandare all'aria la cosa a cui più tenesse. L'odio per suo padre lo stava lentamente massacrando. Si stava distruggendo da solo...
E aveva fatto a pezzi anche lei.
Al tramonto e al fine delle lezioni, Hermione non andò in biblioteca, non tornò a Grifondoro.
Si chiuse nel bagno di Mirtilla e col viso rigato di lacrime e gli occhi rossi e pesti rimase a guardarsi, davanti a uno specchio. Con tutto il peso contro il bordo del lavandino, si lasciò andare all'evidenza.
Aveva sempre avuto ragione Harry. Sempre...
Lui non l'avrebbe mai, mai, mai amata...
" Non saprai mai...tu non puoi capire! Se solo una mezzosangue, non sai che cazzo sto passando!"
Draco gliel'aveva dovuto urlare. Gliel'aveva dovuto sbattere in faccia altrimenti lei avrebbe continuato a sperare. E ora anche la speranza era finita. Un'altra lacrima le rigò la gota arrossata e la sfregò con forza, continuando a piangere disperatamente. Non c'era scampo, purtroppo...
Aveva sempre saputo che era rischioso ma era andata avanti. Si era innamorata, aveva lasciato il suo cuore in pasto ai lupi e le era stato fatto a pezzi. Non poteva biasimare che se stessa. Era stata una sciocca a pensare di potergli stare vicino. Una stupida...
- Bene, a quanto pare ancora non capisci Granger...-
Hermione rise, senza neanche doverla vedere nel riflesso dello specchio.
Alzò lo sguardo, pulendosi il viso come poteva.
- Mi sembrava che l'avvertimento fosse stato chiaro.-
Pansy Parkinson si fece avanti circondata dalla Leptis, la Bulstrode e quell'orrendo essere di Emmaline Stoks.
Si lavò il viso con l'acqua, poi si volse verso di loro, ben sapendo cosa volevano.
Se l'era aspettata quella visita. E anche cercata in un certo senso...
Pansy si fece a un passo da lei. Gli occhi neri duri come pezzi di ghiaccio e l'espressione feroce di chi difende ciò che è suo. L'aveva vista correre dietro a Draco quel pomeriggio...e folle di rabbia si era anche accorta che il suo ex da qualche tempo aveva modificato il suo carattere, alcune parti di sé che l'avevano fatto il principe dei Serpeverde. Era cambiato...e tutto per colpa di quella maledetta Grifondoro.
- Che ti sei messa in testa?- rise Lavinia, appoggiata alla porta per non far entrare nessuno – Dì Granger, non li leggi i giornali? Fra un po' verranno a farti la festa e continui a fare l'oca con Draco...e pensare che credevo di essere stata abbastanza chiara col mio incantesimo.-
- Siete state chiarissime.- replicò Hermione a bassa voce, senza neanche guardarle.
Millicent Bulstrode rise con vocetta stridula mentre a sua volta la Stock guardava Pansy come se attendesse solo di vedere che aveva in mente. Ma fu subito chiaro quando Hermione subì una violenta spinta contro il lavandino. Picchiò il fianco destro, sentendo un dolore fortissimo. Si piegò con la mano sull'anca dolorante ma fu solo l'inizio.
...Dopo, quando tutto fu finito, Hermione cercò di alzarsi da terra ma riuscì solo a farsi del male...
E ricominciò a piangere, ma stavolta di rabbia...

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