La notte del 31 ottobre

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Lily osservò il figlio uscire dalla stanza insieme a Cedric. Quando fu sparito oltre le scale si voltò solenne verso Silente. Si scontrò con l'azzurro dei suoi occhi che sembravano esserle entrati dentro e scrutarle l'anima palmo a palmo per portarne a galla le insidie e le paure. Fece uno sforzo enorme nel trattenere le lacrime, che insieme alle emozioni stavano per esplodere in lei. Passarono alcuni istanti prima che trovasse la voce e placasse i tumulti del suo cuore.
Scrutò con leggerezza anche gli altri rimasti nella stanza: Minerva, Severus e Malocchio.

-Quindi parteciperà?- sospirò arresa.
-Temo sia inevitabile ormai- disse Silente.
-Dobbiamo aiutarlo, è troppo piccolo, non posso pensare che affronti tutto da solo!- disse rivolta a tutti i presenti -non lo permetterò, non più ora che sono qui-.
Minerva le si avvicinò materna -mia cara, non conosco le regole ma sono certa che dovrà affrontare le prove da solo, non potremo aiutarlo quando sarà lì-
-Troveremo un modo- si intromise Severus, lily lo ringraziò mentalmente.
-Dicci cosa hai in mente Severus, ogni idea ora è meglio che nessuna idea- disse garbato il preside.
-Già, cosa pensi di fare Piton? Sentiamo- lo sbeffeggiò Malocchio. Severus non si scompose -è vero, in gara nessuno potrà intervenire per aiutarlo, ma siamo in una scuola, insegnamo a quelle zucche vuote tutti i giorni. Possiamo preparare Potter a ciò che lo aspetterà prima della competizione. Così per ogni prova. Ovviamente se accetterà il nostro aiuto- e si rivolse a Silente -con questo, intendo dire che non sono la persona più indicata-.

-Oh, non devi preoccuparti Severus- cominciò Silente -sono certo che il nostro Alastor sarà molto felice di aiutare Harry a trovare la strategia migliore- poi si rivolse a Lily
-dopotutto è l'insegnante di Difesa contro le arti oscure, e tuo figlio ama quella materia. Non gli sarà difficile entrare in sintonia con Malocchio-.

-Si, mi ha accennato ad una tua lezione. Va bene, se te la senti, ci fidiamo tutti di te Alastor.- gli sorrise Lily apprensiva.
-Certo che lo aiuterò!- sbottò Moody -Sia mai che mi rimanga un'altro giovane sulla coscienza!- la McGranitt spalancò gli occhi scioccata mentre Severus alzava un sopracciglio scettico e Silente ridacchiava sotto la barba.
-Allora è deciso! Bene!- esclamò Silente -Penso che sia ora di andare a dormire, è stata una giornata molto impegnativa per tutti. Quindi signori, vi auguro la buonanotte!- esclamò sospirando.

Si congedarono tutti, per poi sparire trascinandosi stanchi oltre la scalinata.
Nella stanza con lei c'erano solo Silente e Severus; il primo si infilò in un camino per arrivare rapidamente alla sua camera, e l'altro la prese silenziosamente per mano accompagnandola fino alla Sala Grande, ormai deserta. L'eco dei loro passi riecheggiava indisturbato mentre avanzavano cupi tra le tavolate centrali.

Nel castello regnava una calma innaturale, quando arrivarono all'atrio gettarono un'occhiata fuori attraverso le ampie finestre, al cielo stellato, terso. Harry non c'era, doveva essere tornato nella sua sala comune.
Lily si staccò da Severus avanzando silenziosa, senza dare spiegazioni, verso la vetrata; lo sguardo alle costellazioni e il sorriso sul volto.
Severus la osservava interrogativo aspettando di capire a cosa stesse pensando la donna. Mosse qualche passo verso di lei tenendosi leggermente a distanza, ma arrivando a scorgere il morbido profilo della guancia.
Fino a qualche settimana prima non avrebbe mai pensato di poter osservare anche solo un'ultima volta quei lineamenti armoniosi.

I capelli le cadevano ondulati sulle spalle arrivando leggeri fino a metà della schiena. Il volto era accarezzato dalla luce viva delle stelle che quella sera affollavano la volta celeste, come se stessero cercando anche loro di rivedere la donna sopravvissuta. Il riflesso bianco rimbalzava sul profilo morbido dello zigomo, sulla linea della fronte e delle labbra, leggermente incurvate in un sorriso rilassato.
Le sue parole lo risvegliarono dai pensieri.

-Da piccola ero convinta che le stelle fossero delle lucciole appese al soffitto del cielo- cominciò -era una delle fantasie che avevo creato per spiegarmi le cose- poi voltò la testa verso di lui, osservandolo con dolcezza, nostalgia -nonostante crescendo avessi capito che non era così, mi è sempre piaciuto pensare che le stelle in qualche modo fossero esseri viventi che ci proteggevano dai nostri incubi. Ricordi la mia paura del buio? Con la luce delle stelle non c'era motivo di averne e dormivo tranquilla. Ecco, io penso seriamente che le stelle abbiano un'influsso sulla nostra vita, sul destino, che facciano parte di qualcosa di più grande, più dell'universo; che non comprenderemo mai. Tutte quelle che chiamiamo coincidenze, o caso, tutto quello che ci appare assurdo ed enorme, diventa nulla se guardiamo il cielo. La pace della notte entra in noi senza che ce ne accorgiamo e ci fa diventare poco a poco parte di quel tutto incomprensibile. Pensa a me e a te. Ci conosciamo da una vita, e ci è capitato di tutto, eppure siamo qui, a fare discorsi assurdi come quando avevamo quattordici anni e dormivamo sulle amache del mio giardino. Lo avremmo mai potuto immaginare? Penso di no. Eppure se guardo il cielo ora, mi rendo conto che è lo stesso di sempre, è lo stesso cielo che ci ha visto crescere, lo stesso cielo che c'era tredici anni fa, lo stesso che aspetta da sempre che il tempo compia il suo percorso. Guardandolo ora potrei pensare di avere ancora quattordici anni, essere nel mio giardino, sull'amaca, vicino a te, poco più in là i miei genitori che chiacchierano, senza preoccuparci di nulla, curiosi del futuro. Sarebbe bello.- concluse.

Severus avanzò ancora fino ad arrivarle di fianco, e anche lui alzò lo sguardo al cielo.
-Sì, sarebbe bellissimo- disse -forse può essere ancora così. Per noi, io...- Lily spostò lo sguardo su di lui -io penso che potremmo provare, a essere bambini.-
Seguirono lunghi istanti di silenzio in cui i ricordi riaffioravano irrefrenabili e vari in entrambi.
-Magari lo siamo già- disse Lily -bambini che giocano ai giochi dei grandi. Siamo in mezzo a una guerra senza senso che non abbiamo deciso noi e che per la seconda volta ci apprestiamo a combattere. Io mi sento ancora una ragazzina e devo ancora davvero realizzare che mio figlio è grande e io ho trentacinque anni. È tutto improvviso, tutto nuovo, ancora una volta. Tranne le persone, le anime, quelle non cambiano, non cambiano mai, l'essenza di una persona resta quella per sempre.- girò il volto puntando lo sguardo negli occhi di lui
-ecco vedi, se ti guardo negli occhi vedo ancora un bambino, un bambino in un corpo da adulto, caricato con piume di cemento e legato con catene di cristallo alla scacchiera di un gioco a cui non ha chiesto di giocare.-
-Lo dici perché conosci la sensazione. Vero?-
-Conosco la sensazione, e conosco te-
Severus l'avvolse in un abbraccio sincero, come non faceva da anni. Ringraziò il cielo, le stelle, i pianeti e tutto ciò che gli veniva in mente, per aver riavuto indietro Lily.





Eccoci qui con un nuovo capitolo!
Torniamo ad essere teneri per questa settimana. In realtà in questo capitolo c'è molto di me  nella personalità di Lily. A voi è mai capitato di perdervi a guardare le stelle fino a vederle sbiadire alla luce dell'alba? A me più di quanto dovrei, anzi, la pace della notte è il momento perfetto per scrivere.
Se vi è piaciuto il capitolo lasciate una stellina e ricordatevi di commentare. Alla prossima!
Daisy

Under the light of a silent star - SNILYDove le storie prendono vita. Scoprilo ora