Il cielo

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La porta di Grimmauld place si aprì scricchiolando e appena Lily entrò, Walaburga Black cominciò a sbraitarle addosso.
-SMETTILA MAMMA!- un urlo arrivò dalla fine del corridoio da cui poco dopo Sirius si affacciò sorridente, immaginando già chi si trovava all'ingresso. -Lily! Che bello vederti!-
-Ciao Sirius!- lo abbracciò con trasporto -Ti trovo bene, come va?-
-Bah, una noia mortale..- sbuffò l'uomo prendendole la giacca e accompagnandola verso il soggiorno.
-Ma come? Remus non è di compagnia?-
-Neahhh...ci prova, ma non sempre gli riesce benissimo...-
La risposta non tardò ad arrivare.
-TI HO SENTITO!-
Lily attraversò il salotto ridacchiando, seguendo il familiare suono di quella voce fino alla cucina.
-Rem! Non pensavo ci fossi anche tu.-
Il licantropo la salutò con un sorriso tirato. La luna doveva essere passata da poco dato che se ne stava seduto al tavolo grezzo, bevendo un tè ancora fumante, con una coperta di lana sulle spalle e un paio di occhiaie pericolosamente scure.
-Avevo bisogno di riposare, non ero assolutamente nelle condizioni adatte per uscire. Tu invece? Come mai questa visita improvvisa?-
Lily si sedette accanto a lui, Sirius nel frattempo si era appoggiato ad uno stipite.
-Uhm...beh, diciamo che ho fatto una capatina al ministero stamattina.- gli occhi di entrambi si erano immediatamente puntati su di lei -Dal Ministro, per precisione- rivolse lo sguardo a Sirius e si fece scappare un sorriso -Per farla breve...l'ho convinto, più o meno, a farti riavere la libertà. Ovviamente dopo un processo.-

Il silenzio calò nella stanza fino a che il bollitore prese a fischiare indisponente. Remus si sporse a spegnere il fuoco e si preparò un'altra tazza di tè.
Lily ci mise un po' ad interrompere quel gioco di sguardi sbigottito che Sirius le aveva lanciato, ma subito dopo riprese.
-Il Ministro non era molto dell'idea in realtà, ma sapete bene che il solo pensiero di uno scandalo lo spaventa molto più che ammettere un errore madornale come questo. In ogni caso, a breve ti arriverà la convocazione ufficiale con ora e data. Però nel frattempo te ne prego...stai attento, sii più cauto del solito e non farti vedere da nessuno fino ad allora.- Sirius abbassò lo sguardo -Lo so- mugugnò sbuffando.
-Sirius, dico davvero. Se ti baccano prima del processo ti rispediscono ad Azkaban e nessuno potrà fare nulla per evitarlo...nemmeno io, nemmeno se sei innocente.-
L'uomo si guardava ancora le ginocchia, già colpevole; mentre Remus, infagottato nella lana, le sorrise grato.  Lily si avvicinò all'uomo.
-Sir, ti chiedo solo un po' di pazienza. Ancora un poco, e poi sarai libero. Per sempre.-
L'uomo si torturò un po' il labbro inferiore
-Grazie- sussurrò.
Finalmente Lily si rilassò, abbandonandosi sulla sediolina di legno e scaricando tutta la tensione che aveva accumulato nelle ultime ore.

Remus si alzò di nuovo, mise la tazza nel lavabo e fece per sciacquarla insieme a un paio di piatti lasciati lì dal pranzo, ma Lily lo precedette: prese la bacchetta e incantò le stoviglie che presero ad insaponarsi e asciugarsi da sole per poi scivolare allegre nella credenza.
Sirius ridacchiò.
-Dovresti impararli anche tu questi trucchetti Lunastorta, ti risparmieresti un sacco di lavoro.-
-Se mi dessi una mano sarebbe più facile...- commentò Remus pacato -Oppure potresti chiedere a quel burbero del tuo elfo di combinare qualcosa no?- Sirius ghignò divertito.
-Nah...sarebbe capace di metterli via sporchi per farci un dispetto!-
-Ah beh, allora facciamo lavorare Lunastorta che non ha niente da fare.- ribatté Remus sospirando sconsolato.
-Suvvia Rem, non te la prendere e pensa che tra poco è ora di cena. A proposito! Lily, ti fermi con noi?-

La donna sussultò -No ragazzi, vi ringrazio, ero venuta solo ad avvisare...ora torno a casa, ho assolutamente bisogno si riposare un po'.- rispose dolcemente. I due uomini le sorrisero di rimando, leggermente malinconici.
Sirius l'abbracciò stretta come a non volerla lasciar andare. Lily si sciolse da quel momento a fatica salutando entrambi ancora una volta per poi prendere la giacca e uscire nel frescore lento di quella sera di maggio.
Si guardò intorno con discrezione e quando fu certa non ci fosse nessuno si smaterializzò in uno schiocco argentato davanti alla porta di casa sua.
Girò la chiave nella toppa e si richiuse il mondo alle spalle con l'ultimo strascico di spensieratezza lasciata dai die amici.
Si trovò a cercare una sorta di tepore interiore e profondo nel silenzio del suo soggiorno. Ma un vuoto la assalì. Nel centro del petto, tramortendola con la tenacia dell'alta marea.
Le mancò l'aria.
Persa nei meandri di quel suo abisso infinito in cui ormai sapeva di star sprofondando ogni giorno di più.
Un abisso che si estendeva fino al suo cuore.
Fino a sgualcire il velo della sua anima. Un abisso carico di preoccupazioni che erano arrivate d'improvviso, tutte insieme, a braccetto, marciando su quello che era rimasto di lei e che stava cercando di ricostruire.

Under the light of a silent star - SNILYDove le storie prendono vita. Scoprilo ora