Chiavi

463 40 14
                                    

Sì voltò di scatto trovandosi a un palmo da un viso scuro, sul quale spiccavano due occhi brillanti.
-Mi perdoni signorina Evans- si affrettò a dire l'uomo -non era mia intenzione spaventarla- le lasciò il braccio, cauto.
-Signor Shacklebolt?- chiese
-Va bene Kingsley, è un piacere conoscerla, e mi scusi ancora per le modalità brusche. Non potevo permettermi di farmi vedere da nessuno.-
-Ho ricevuto la lettera- iniziò Lily -cosa devo sapere?-
-Sapere nulla, almeno per ora, ma dovevo darle questa- le mise in mano una piccola chiave argentata appesa a una corda di spago -è la chiave per accedere al mio ufficio e a una sezione un po' particolare del ministero, funziona solamente quando la persona che la possiede conosce la parola d'ordine. Questa comparirà all'occorrenza sul metallo, sarà scritta in rune- Lily la osservò ammirata per un secondo -ora devo andare, gli auror mi stanno aspettando, venga da me il penultimo lunedì di dicembre, dopo le venti, per sicurezza.- l'uomo si voltò -Arrivederci- concluse con voce profonda.
-Arrivederci...- abbozzó Lily, ma Shacklebolt era già sparito oltre le scale delle tribune. Guardò la chiave che aveva in mano ancora incerta su come farla funzionare. Se la mise in tasca e tornò dall'altra parte degli spalti.

Molti stavano per dirigersi all'uscita, altri erano ancora intenti ad applaudire mentre una piccola folla era accalcata a ridosso dell'arena. Al centro di quella piccola folla Lily intravide suo figlio, così con un sorriso orgoglioso si diresse anche lei verso il vincitore della prima prova. Lo strinse in un abbraccio lasciandogli un bacio sulla fronte, poi udì madama Chips chiamarlo per farsi medicare. Non appena si voltò Lily notò un profondo taglio sulla spalla, attraverso la stoffa strappata. Un moto d'ansia improvviso la prese nelle viscere ma la sua parte razionale riuscì a calmare quell'impulso, dolce, materno, inevitabile. Improvvisamente si sentì vuota. Harry si allontanava, ferito, il taglio gli avrà fatto male? Sicuramente. Sapeva cosa si provava. Non era mai stata ferita da un drago, certo, ma nei combattimenti dell'ultima guerra ne aveva passate tante anche lei. Ricordava benissimo il bruciore degli schiantesimi, il cuore che a ogni colpo sembrava perdere un battito, il calore febbrile del sangue che colava, inevitabile, bollente come lava. Harry era sparito nel tendone dall'altra parte del campo; mentre Lily codificava finalmente quel fremito che le attraversava la spina dorsale da quella mattina: paura. Non nervosismo per la prova, solo paura. Non per lei.

Paura per Harry, per la cosa più preziosa che aveva; e impotenza, desiderio di proteggerlo da tutti e da tutto mischiato alla consapevolezza di non poterlo fare. Eppure la prima prova era andata, finita, passata, tutto era andato bene, perché allora quell'inquietante brivido non l'abbandonava? Aveva il sapore disgustoso del periodo in cui si stava nascondendo da Voldemort, sapore si morte. Allora che cosa c'entrava ora?
"Che domanda sciocca" si disse. Il torneo non era ancora finito. Deglutí a fatica, tentando di sopprimere quei legittimi sentimenti, almeno per un po'.

Si sentí  una mano sulla spalla, poi vide gli occhi chiari di Silente sorriderle per un secondo, rassicuranti e bugiardi, per poi spostarsi al centro del gruppetto che ancora chiacchierava intorno a lei. Poco distanti Karlaroff e Madame Maxime.
-Grazie a tutti per aver partecipato- iniziò il preside -ora inviterei tutti a tornare al castello e attendere l'ora di cena. È stata una giornata emozionante per tutti e mi sembra corretto lasciare ai nostri campioni il tempo per riprendersi dopo la cena.- si sistemò la barba argentea -Grazie per l'attenzione.- sorrise gentilmente a tutti e si diresse insieme agli altri professori verso il castello.

Lily si guardò in giro, un po' sperduta. Era circondata da ragazzini che la guardavano un po' incuriositi, parlottando. Tra tutti vide Hermione e Ron, così li raggiunse.
-Buongiorno ragazzi-
-Ciao!- esclamò Ron
-...Buongiorno!- disse Hermione asciutta rifilando una gomitata di rimprovero all'amico. Lily rise -Non preoccuparti, va benissimo Lily, così mi sento meno vecchia.- ron si voltò verso Hermione vittorioso.
Nel frattempo il gruppetto di studenti si stava allontanando verso il castello.
-Forse ci conviene andare- intervenne la riccia -ci sta portando indietro Piton, non vorrei che ci togliesse punti per essere tornati tardi-
-Non penso, nel caso eravate con me- disse Lily affrettandosi.
-Non penso farebbe molta differenza- aggiunse Ron -Quel pipistrello non fa mai sconti a nessuno, e evidentemente non gli piace il torneo! In questi giorni è stato persino peggio del solito- il tono era esasperato. Lily non aggiunse nulla.
-Ron muoviti!- lo esortò la ragazza.
-nono, voi andate. Io devo aspettare Harry, ho un permesso di Silente.-
Hermione alzò gli occhi al cielo -D'accordo, noi andiamo-

Lily la seguì in silenzio, mentre nella sua testa giravano in loop le parole del ragazzo di poco prima: in questi giorni è stato persino peggio del solito.
Una domanda casuale, quasi retorica. Un forziere chiuso da sempre e ignorato da tutti. Un forziere di cui lei aveva la chiave.






Buongiorno a tutti!
È ricominciata la scuola, e con lei anche i miei aggiornamenti. Non ho molto da aggiungere a questo capitolo, è un po' una piccola reintroduzione dopo un mese abbondante di stallo. I prossimi saranno molto più interessanti.
Quindi nulla, come al solito lasciate una stellina e un commentino se la storia vi piace e...a mercoledì!
Daisy

Under the light of a silent star - SNILYDove le storie prendono vita. Scoprilo ora