La cima della collina era vicina. Il sentiero era appena visibile, illuminato quanto bastava ad un paio di buoni occhi per percorrerlo senza deviare per il bosco o per i campi circostanti. Tuttavia, anche nell'oscurità più totale, il giovane Sva'si sarebbe comunque riuscito a non perdersi, conoscendo quella terra dalla nascita. Gli astri notturni illuminavano, in un cielo senza nubi, il paesaggio sottostante, scosso lievemente da un freddo vento occidentale. Rosso in viso, il ragazzo si inerpicò lungo il fianco della collina, stringendosi nella ruvida pelliccia di lana e ansimando debolmente per la fatica. Giunto quasi in cima rallentò il passo e avanzò guardingo, attento a non fare rumore. Si osservò attorno, scrutando le nere macchie di vegetazione e, rassicuratosi, continuò il suo cammino. In un piano erboso, seduto sopra un grande masso, trovò il vecchio. Sva'si si acquattò al terreno cercando di nascondersi, e si mosse piano e in silenzio verso quella figura immobile che gli dava le spalle. Come un predatore, e così si sentiva il dodicenne, si avvicinò fino a pochi passi dal bersaglio, pronto allo scatto finale. Inspirò profondamente, coi muscoli tesi pronti a esplodere e il sorriso malevolo splendete sulla faccia.
-Vieni qui, ragazzo.- la voce del vecchio era calma.
Sva'si si rizzò in piedi, confuso e abbattuto.
Come aveva fatto quell'uomo ad accorgersi di lui? Lo aveva sentito? Era stato troppo rumoroso? Tese l'orecchio: il vento che filtrava tra le fronde degli alberi era abbastanza forte da aver coperto qualsiasi flebile suono potesse aver emesso. E poi, come lo aveva riconosciuto?
-Ci senti ancora bene, vecchio.- disse Sva'si avvicinandosi alla roccia –Come facevi a sapere che ero io?-
Eirik si voltò verso il ragazzo e allargò le braccia in un sorriso –Chi altri avrebbe lasciato i festeggiamenti e il calore della grande sala per venire a trovare un vecchio come me?-
Sva'si gli si sedette accanto –Non sopravvalutarti. Non sei solo vecchio, ma anche pazzo.-
-Te lo concedo.- rispose Eirik apprezzando la prontezza di spirito del giovane. Gli occhi grigio-azzurri scivolarono lungo il pendio del rilievo fino a valle, dove il palazzo del signore rifulgeva della luce del banchetto e tuonava alla notte il fracasso di battute e risate urlate a gran voce. –Sveglieranno gli dei con questo baccano.-
-Re Ulfljot ama le feste. E il rumore. E il bere.-
Eirik annuì muovendo la sua bianca chioma –Fa bene. Esibisce il suo potere. E tu,- disse colpendogli il braccio –tu dovresti essere là con loro.-
-Perché?- il ragazzo aggrottò le sopracciglia subito sulla difensiva, insofferente verso chiunque gli dicesse che cosa avrebbe dovuto fare.
-Perché queste sono le occasioni migliori per fraternizzare e distinguersi dagli altri, dopo la battaglia.-
Sva'si sorrise rivelando una dentatura candida e regolare –Non mi sto distinguendo proprio in questo momento, essendo l'unico ad aver lasciato il banchetto per venire quassù?-
-Beh,- ridacchiò il vecchio –intendevo distinguersi in positivo. Non è bene che un uomo abbandoni i suoi compagni. Un uomo senza amici non sopravvive a lungo. Neanche se quell'uomo è in realtà un bambino.-
-Non sono un bambino!- protestò il giovane con troppa esuberanza, emettendo, per sua sfortuna, uno squittio fin troppo acuto.
Eirik non ci badò –So che non lo sei.- lo guardò con affetto –Questa mattina ho visto come hai battuto gli altri giovani durante l'allenamento.-
Sva'si divenne improvvisamente triste e fissò il vuoto –Ma Gotryr riesce ancora a spingermi a terra.-
-Sì, il suo braccio è forte, ma tu non tieni lo scudo abbastanza in alto.-
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La Montagna Antica
FantasyUn regno minacciato da un nemico assopito, un vecchio re, una principessa e un uccisore di giganti... La storia di tre fratelli che nel gelido nord dovranno affrontare il fuoco della guerra e scoprire che, dopotutto, anche gli eroi sono solamente um...