Capitolo 8

20 8 6
                                    

Il re accolse gli ospiti nella sua camera privata. Un tavolo quadrato era stato posizionato al centro della stanza di fronte al letto, e gli uomini lì riuniti vi si erano raccolti attorno. I tre fratelli rappresentavano Gotendur a quell'incontro, mentre lo jarl Guttorm e il suo secondo, un tipo sui trentacinque anni dal fisico nerboruto di nome Vaidar, presenziavano per Feugland, la più grande città dell'est. Re Brogest stava appoggiato al tavolo con fare autorevole e fissava il mucchio di cenere che il suo skald aveva raccolto dal camino e disteso sul ripiano di legno. Urgil tracciò una lunga linea diritta -Questa è la strada del nord; e questa- passò il dito facendo un altro segno -è il fiume che la costeggia. Tra essi vi è la foresta, tranne in un punto: una piana che dalla montagna scende fino a riva. Lì è stato visto l'accampamento degli Urlatori.-

-Chi si è recato sul posto?- chiese Rögnvald alzando lo sguardo dal tavolo.

-Uomini coraggiosi.- giudicò Alemund sottovoce.

-Tre giovani guerrieri che si sono offerti volontari. Uno di essi non è più tornato.- Urgil sembrava addolorato.

Guttorm storse la bocca -Puoi descriverci l'accampamento?-

-È un insieme di capanne e baracche di legno. Solo dei miseri tuguri. Si erge proprio alla base della Montagna Antica, all'imboccatura di una serie di caverne.-

Vaidar, rivelando una voce raschiante che in battaglia doveva suonare alquanto minacciosa, domandò stupito: -Vivono in quelle grotte?-

-No. Riteniamo che vi celebrino solo i loro biechi riti. Dopotutto, sono uomini anche loro e agli uomini non piace stare sotto terra.-

Re Brogest batté il pugno sul legno, sfumando un po' il disegno del bardo. -Venerano Hel. Sono bestie, non uomini.- Il suo colorito si era fatto acceso e i suoi occhi vagavano da un punto all'altro del tavolo, cercando un'immagine invisibile. -Dov'è morto mio figlio? Mostratemelo!-

Urgil puntò il dito -Probabilmente qui. Lui e i suoi guerrieri devono aver inseguito i nemici nella foresta quando questi le hanno dato fuoco. Devono essere rimasti intrappolati tra le fiamme.-

-Maledetti codardi!- inveì il re -Non potevano sconfiggere mio figlio con le armi e lo hanno fatto con una trappola. Codardi!- venne colto da un forte attacco di tosse come spesso gli accadeva quando si arrabbiava, e fu costretto a sedersi sul letto.

Per un istante Gudfred provò ammirazione nei confronti degli Urlatori e soppresse un sorriso. "Sconfitto il nemico con uno stratagemma. Mi ricorda la mia storia con i Varni..."

-Codardi!- stava intanto ancora sfogandosi il re tra un accesso di tosse e l'altro. -Mio figlio! Vigliacchi!-

Rögnvald era preoccupato. -Se hanno trovato uno degli esploratori, sanno che li teniamo d'occhio. E chi dice che proprio adesso non stiano facendo lo stesso con noi?-

Vaidar sospirò -Se prendessimo la strada del nord loro ci vedrebbero arrivare.-

Un sorriso comparve sul volto di Guttorm -Che ci vedano pure. Saliremo lungo la strada e arriveremo al loro campo. Non ci faremo attirare tra gli alberi.- Si elevò in tutta la sua altezza, quasi un bambino tra gli adulti, e gonfiò il petto -Partiremo domani. Guiderò i guerrieri e ci batteremo contro quei furfanti.-

Re Brogest gli appoggiò una mano sulla spalla e annuì -Molto bene. Così sia.-

-Guiderai i tuoi uomini, ma io comanderò i miei.- A queste parole, seguì un lungo momento di silenzio. Gudfred fissava lo jarl negli occhi, con un'espressione di glaciale fermezza. -Condurremo l'esercito al nord insieme, alla pari.-

La Montagna AnticaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora