Capitolo 2

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Gotendur fremeva per i preparativi. Non c'era anima viva nel paese che non fosse impegnata in qualche vivace attività. Malgrado la pioggia leggera, molti abitanti erano usciti dalle proprie case e avevano innalzato le bancarelle lungo le vie fangose affollate dai paesani e dai visitatori che di momento in momento crescevano di numero. I contadini coglievano l'occasione per acquistare gli attrezzi e le vettovaglie che a casa non riuscivano a procurarsi, e i venditori più fortunati vedevano la propria merce attrarre qualche signorotto o qualche agricoltore benestante. La gente urlava, scherzava e rideva, ma tutto ciò era solo un anticipo dell'aria festosa che avrebbe regnato più tardi nel corso della serata. Mancavano poche ore al tramonto e i servitori lavoravano di gran lena alla grande sala di Treyr, signore di Gotendur. 

Eirik, l'ultimo figlio dello jarl, gironzolava nell'ampio spiazzo antistante il palazzo senza un preciso obiettivo, semplicemente perso in quella visione di frenetico fermento così raro in quel luogo. Il vecchio Treyr, infatti, sebbene avesse cinque figli e numerosi guerrieri, organizzava così poche feste e celebrazioni che un estraneo, passando per quelle terre, avrebbe pensato che fosse tempo di carestia. Più di una volta Eirik dovette liberare il passaggio a chi stava lavorando, finché decise di sedersi su un ceppo al margine della piazza e osservare da lì i preparativi. Tra lo scalpiccio nella terra fangosa e le direttive impartite a gran voce, non gli ci volle molto a distinguere un ansimare proveniente dal piccolo capanno alle sue spalle. La porta era bloccata ma, curioso, trovò subito una fessura tra le assi di legno e vi sbirciò dentro. Seya, una serva dalla vita e dai seni abbondanti, era distesa su un mucchio di paglia sotto un uomo completamente nudo che teneva avvinghiato a sé. Sorpreso ed improvvisamente eccitato, il giovane Eirik si avvicinò ancora di più per guardare meglio. Non era la prima volta che la sorprendeva in quelle circostanze con l'amante di turno, e si sentiva sempre meno a disagio ad osservare quel genere di scena. Seya strinse l'uomo con le gambe ed iniziò ad ansimare più forte, facendosi sfuggire qualche gridolino di piacere nell'assecondare i loro movimenti. Sembrava che non si fossero accorti di lui. Sobbalzò quando una mano lo colpì sulla nuca al suono raschiante di una bassa risata. –Bravo, fratellino, guarda e impara!-

L'undicenne si volse col colore del fuoco dipinto sul viso, detestando sé stesso per non aver prestato la benché minima attenzione all'ambiente circostante.

-Oh, non volevo disturbarti.- si scusò Alemund divertito dal suo imbarazzo –Continua pure!- e si girò, incamminandosi verso la grande sala.

Pensando di non poter più restare là, Eirik lo seguì. –Com'è?- chiese infine, una volta superata l'iniziale vergogna.

-Cosa, il giacere con una donna?- sorrise il fratello con una smorfia di chi la sa lunga -Vuoi sapere cosa si prova?-

-Sì.- rispose Eirik deciso.

Alemund si fermò, si accovacciò e lo guardò fisso negli occhi. Il suo sguardo era serio e pensante mentre Eirik pendeva dalle sue labbra, come se attendesse una verità celata ai comuni mortali.

-Hai presente,- cominciò il fratello –quando bisogna pulire la stalla dallo sterco e dalla stoppia ormai sozza?-

Il ragazzino non capiva –Sì, ma cosa c'entra...-

-Niente, ma sono entrambe cose che prima o poi vanno fatte.- Quell'uomo alto e magro esplose in una risata simile a un latrato e si alzò a fatica colpito dagli spasmi. Eirik si sentì improvvisamente frustrato e assunse un'espressione incollerita, con le gote bianche che si accesero di rosso come una foresta innevata con un incendio–Sei un idiota!- gridò.

Alemund lo spinse lontano sogghignando ancora prepotentemente –Vai Eirik! Le donne possono aspettare ma le bestie no. Non possono vivere nella sporcizia!- Si volse ed entrò nella grande sala ancora in preda del suo scherzo.

La Montagna AnticaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora