Occhi senza limiti.

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S'accampano le parole sulla punta d'un marciapiede gremito d'acqua piovana, si sbracciano sul molo di un riano guarnito dell'ultima luce del giorno, si rassegnano e attendono te. Cit.Sfavilli.

Mi mimetizzo con la musica di un paio di cuffie che risana, temporaneamente, le fenditure intrinseche per isolarmi dai paraggi, dalle persone, dalle circostanze. Un modo per non poter essere toccato. E non voler essere sfiorato dalla moltitudine che inesorabilmente tramuto in sostanza. Nel momento preciso in cui gli occhi si avvinghiano a me, le sagome si identificano in acini tumultuosi che prendono vita. Sigillato e recintato in strati di vestiti che non vi danno il permesso di pervadermi, di scrutarmi dentro. Mi impegno con tutta la scontrosità che riesco a racimolare e poi...
Poi frana il nastro isolante, per caso, quando in un attimo di distrazione, occhi di novembre, delicatamente sciolgono la mia tensione appena la castagna, ormai pronta, lascia il suo nido spinoso.
Confidano il tratto distintivo più profondo, che vi apprestate a nascondere, dipingendosi d'abitudine di quella venatura singolare rivelatrice. Cozzano con quelli che già mi appartengono in un flusso che continua a mantenere una propria identità. Espressioni indimenticabili, come il celeste d'aprile della bambina siriana con i capelli color fieno, che semina un innocente sorriso nell'intollerabile contrasto degli uomini. Al pari della dolcezza del bambino trasportato in una valigia logora, che, nonostante tutto, riposa. E mi figuro l'aurora boreale che un giorno i suoi occhi spettacolari ci narreranno.

Se vi va di dirmelo, mi farebbe piacere sapere di che colore avete gli occhi... (:

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