Cap.4

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Capitolo 4: Quando (T/N)  viene considerata sua 'Sorella'...


Sgranò gli occhi, Plenam, ovvero Plenilunio tradotto in italiano, era una medicina che permetteva al corpo di non esser influenzato da nessuna malattia, era alquanto impossibile, però, trovare qualcuno che sia riuscito a sopravvivere a quella pazzia, eppure lei era lì, viva e vegeta, con la paura che le stava scorrendo tra le vene, cercò di scappare ma venne messa sdraiata sul tavolo, con i polsi sopra alla sua testa, intrappolati tra le mani scheletriche di quel 'ragazzo', e con il suo viso, ancor di più, vicino al suo, rimasero così per non sapeva quanto tempo, vide un sorriso, anzi, un ghigno, espandersi sul suo volto, quella medicina la perseguitava nei suoi incubi, ogni notte, sentiva sempre quel nome venir pronunciato da qualcuno e iniziò a fare delle ricerche, era una cosa orribile, provare quella cosa mortale su delle povere creature, erano dei bambini!
Morti per colpa di una malattia troppo potente per il piccolo corpo, solo lei, solo lei era sopravvissuta, ed ci stava male, si sentiva in colpa, non aveva potuto fare nulla.

-"Dalla tua espressione direi proprio di si."
-"Perché?"
-"Ero curioso, ragazzina."

Detto questo si alzò da lei, permettendole vie di fuga, si chiuse in camera mentre quel ghigno la perseguitava per la maggior parte del tempo, lo scheletro sospirò quando vide la ragazza correre via, sapeva qualcosa e non avrebbe inisistito più di tanto, per ora, si tolse gli occhiali e li guardò, era l'unico modo per nascondere la sua anima e gli piacevano, soprattutto per quelle volte che non riusciva ad esprimersi e ci pensavano loro, l'avevano salvato in molte situazioni, soprattutto quando, agitato, stava cercando in tutti i modi di fermare la ira di Ink, poteva anche essere uno dei tanti distruttori ma alcune volte Shorty, come lo chiamava suo fratello, faceva paura, per meglio dire, l'avevano tradito, avevano ammesso che a casa sua aveva un'umana, speciale per di più, adesso poteva giurarci sul Multiverso che in questo momento il pittore stava cercando in tutti i modi di scoprire chi era realmente quella ragazza.

Si sedette sopra al divano, ripensando alla situazione equivoca in cui si era ritrovato prima, violí per poi coprire il viso con una mano, sentiva tutti i suoi peccati strisciargli sulla spina dorsale, stava diventando come Lust!Sans, doveva smettere di invitarlo alle sue feste, strinse la mascella, adesso capiva il perché la ragazzina era salita di corsa in camera sua, però, un momento, quella ragazzina non può camminare o muoversi in maniera brusca, si alzò di scatto e corse verso la camera che un tempo era sua, aprì la porta e ritrovò la ragazza stesa sul letto, una grossa macchia rossa le stava sporcando la felpa che, era sua, indossava e le lenzuola, guardò il suo viso, delle gemme liquide stavano scendendo dai suoi occhi, si avvicinò di corsa a lei, era ridicolo come si preoccupava di tener in vita qualcuno, un'umana per di più, la mise a sedere, mannaggia a lei e la sua mania di aprire questa fottuta ferita, pensò, la ricucí, la prossima volta vediamo come farà a camminare sapendo le conseguenze.

-"Ma sei impazzita! Non avevi pensato alla ferita prima di correre come una stupida?"

Non disse nulla, rimase in silenzio, con lo sguardo che guardava tutto tranne lui e le lacrime che scendevano ancora, non aveva scelta, doveva curarla con la magia, le tolse le bende e avvicinò la mano al grembo, sentiva il suo sguardo su ogni sua azione, la solita luce viola circondò la mano e si insinuò sulla ferita, la vide prendergli il polso, cercando di spostarlo, non si mosse, finito guardò ciò che aveva fatto, la pelle era di nuovo unita e, sicuramente, gli organi lacerati si saranno ricuciti, guardò la ragazza, era svenuta, sospirò stanco, ora doveva anche pulire.

(...)

Si risvegliò in una stanza sconosciuta, con il ventre che non le faceva più male e con vestiti puliti, arrossí, quello scheletro l'aveva di nuovo cambiata quando non era cosciente, si mise a sedere e alzò la felpa pulita, notando che la ferita era scomparsa, poi gli avvenimenti di, quanto era passato? Ore? Giorni? Ma, soprattutto, quanto aveva dormito? Vide la porta aprirsi e lo scheletro pulire le sue mani con un panno, elle erano piene di liquido cremisi, deglutí, egli alzò lo sguardo su di lei, non poteva vedere i suoi occhi ma sicuramente la starà guardando freddamente, gli stava causando un bel pò di problemi, lo capiva.

-"Buon giorno, ragazzina, è tutto il pomeriggio che dormi come un sasso."

Lo guardò male, non era colpa sua se si era ritrovata con un'osso inficcato nel centro, non era colpa sua se la ferita si riapriva, era lui l'incapace, ed non era colpa se era svenuta dal dolore, dovrebbe addossarsi tutta la responsabilità, dopotutto era lui che l'aveva ferita e portata in quella casa a lei sconosciuta, se prima provava pena per lui, curare uno spirito libero come lei era un gran bel da fare, ora non provava altro che rabbia, era davvero un maleducato, ed poi non faceva altro che chiamarla ragazzina! Lei aveva un nome!

-"Per tua informazione avrei un nome, (Tuo/Nome), e gradirei che usassi quello al posto di... Ragazzina." lo vide sorridere divertito mentre nei suoi occhiali appariva la scritta 'Wow', già, l'apparenza inganna mio caro Osso-per-cani, pensò.
-"E mi spiace informarla, mia cara (T/N), che questo nomignolo lo dovrai sentire fino a quando non te ne andrai da qui, casa mia, regole mie."
Strinse la mascella, stupido, ingrato, maleducato, Osso-per-cani, che poi non gli aveva neppure detto il suo nome, era ancor di più maleducato, assottigliò gli occhi per poi incrociare le braccia al petto.
-"Ma io sono sua ospite, Mr. Skeleton, e quanto tale vorrei del rispetto."
Lo vide alzare la parte dove vi doveva essere un sopracciglio, ed diversi punti interrogativi apparivano e scomparivano da sopra gli occhiali.
-"Mr. Skeleton?"
-"Che c'è di male? Tu mi chiami ragazzina e io Mr. Skeleton, siamo pari."
Scosse il capo mentre un sorriso divertito, prima sostituito da un viso confuso, si estendeva sul suo volto.
-"Mi chiamo Fresh."
-"È meglio Mr. Skeleton, Fresh."
-"Sai, non sei così male, Sister."
-"Non ero ragazzina?"
-"È meglio Sis, (T/N)."

La ragazza sorrise per poi alzarsi dal letto, doveva sgranchire le gambe, la corsa non era proprio considerato un buon modo per sgranichire le parti del corpo, soprattutto se vi ha una ferita che condiziona i tuoi movimenti.

I'm your 'Sis' {Fresh!Sans x Reader}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora