Prologo

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In quel luogo buio si sentiva soltato il continuo 'battito' del macchinario e varie persone che parlano fra di loro mentre fanno un via vai con le attrezzature speciallizate, quel luogo non era ben arredato, aveva soltanto un letto e un comodino dove tenere gli attrezzi, sopra al materessa di pietra vi era una persona, o per meglio dire, una bambina, che stava, a parrer loro, dormendo, non avevano tempo, dovevano provare questa nuova invenzione e non potevano permettere che qualcun'altro muoia, se il liquido, messo all'interno di una siringa, non sarebbe funzionato, forse, la piccola creatura, sarà, non la prima, vittima della Morte, inserirono il liquido, videro la bambina sudare e contorcersi dal dolore, il suo corpo non era pronto per inserire un nuovo tipo di 'sangue' al suo interno, quando il continuo bip del macchinario si trasformò in uno più lungo, persero le speranze, la bambina non ce l'aveva fatta, tolsero i fili da sopra la sua pelle e la misero sopra ad una barella che era fuori dalla stanza, una donna, che era stata assunta per quello, trascinava il corpo della bambina fino ad un'altra stanza, 'L'inceneritore', la chiamavano tutti così, ma si fermò appena sentì un respiro affannoso da parte della bambina, la guardò meravigliata, nessuno era mai sopravvissuto a quel liquido, ma non poteva permettere che la usassero ancora e ancora, la prese con se e uscirono dalla struttura, situata sopra ad una collina.

Scese giù nel villaggio, dove vi era un'orfanotrofio, e la lasciò ai piedi della porta con la superficie di legno, bussò tre volte e se ne andò, non dopo aver scritto, sopra a un foglietto, il nome della bambina, una suora andò ad aprire e trovò la bambina avvolta in una coperta, situata ai piedi della porta, la prese e si guardò attorno, nessuno, non c'era nessuno, la portò all'interno, ma si fermò appena sentì qualcosa cadere, prese il foglio che era caduto e lo lesse con voce bassa, vi era solo un nome al suo interno, '(Tuo/Nome)', sorrise alla bambina e andò a inserire la nuova arrivata nell'elenco dei bambini abbandonati.

(...)

Il tempo stava passando velocemente e la piccola bambina stava crescendo allegra e spensierata, faceva amicizia con tutti e ammetteva sempre che non odiava nessuno, neanche il più cattivo del mondo, era brava in quasi tutte le materie, tranne in Scienze, non le piaceva la realtà, diceva ogni qualvolta qualcuno le chiedeva perché quella materia non era di suo gradimento, preferisco più vivere nella fantasia, continuava poi, la suora che l'aveva trovata era diventata grande amica della bambina, sembravano quasi madre e figlia, anche se la donna in questione era abbastanza giovane per quel ruolo, ma passavano molto assieme, però, c'era una pecca in quel carattere allegro e spensierato, nessuno riusciva a capire come mai lei non soffrisse mai di nessuna malattia, non veniva mai contagiata, anche se si avvicinava a qualcuno, non aveva preso neanche la varicella e il raffreddore, di questo invidiava gli altri bambini, stare sempre in salute alcune volte annoiava quando vedeva gli altri sotto le coperte e con il corpo a 37-38°C, oppure con decimi di febbre.

Alcune volte aveva incubi che non riusciva a capire, si trovava sempre in un luogo buio e, quando si svegliava, aveva sempre un piccolo bruciore sul braccio destro, pian piano si stava abbituando, dopotutto quegli incubi non erano niente di ché e non capiva il perché la sua mente ne aveva paura, forse era successo qualcosa che non ricordava, si disse che non era così, era impossibile, almeno che...

I'm your 'Sis' {Fresh!Sans x Reader}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora