Cap.3

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Lo scheletro stava cercando in tutti i modi di riparare la frattura senza emettere alcun suono, non voleva che la ragazzina si svegliasse e provasse pena per lui, la festa non doveva finire in quel modo, stupida organizzazione di pazzi, pensò prima di finire la sua riparazione della costola, sospirò stanco, non aveva ancora finito, per fare in modo che non si 'riaprisse la ferita', avvolse delle bende attorno ad essa, si stese sul letto e chiuse gli occhi, doveva riposare, si tolse gli occhiali da sole e mise le braccia dietro al capo, gli venne in mente quella ragazzina, di nuovo, strinse la mardibola, era odiosa, il suo modo di fare, il suo carattere e, soprattutto, il fatto che non riusciva a contagiarla la rendeva ancora più odiosa, cercò in tutti i modi di non pensarci e, finalmente, poté cadere fra le braccia di Morfeo, inutile dirvi che il suo ultimo pensiero era proprio la ragazza umana.

(...)

Appena si svegliò sentì dei rumori provenire dal piano inferiore, si mise gli occhiali e andò a controllare, vide uno scheletro dalla 'carnagione' nera e verie scritte, Error, che ricoprivano parti del suo corpo, il sottoscritto, sentendolo arrivare, si girò verso di lui, facendo scontrare i suoi occhi con i suoi, coperti dagli occhiali, da essi comparve una scritta, Yolo, per poi scomparire quando l'altro ricambiò il saluto con un cenno del capo, si sedettero sopra al divano e non parlarono per un bel pò, fino a quando, il nostro protagonista, stufo del silenzio, gli chiese cosa ci facesse da quelle parti.

-"N-NiEnTe D-D-Di PrEcIsO-pReCiSo."

-"Sicuro, bruh?"

-"Si, F-FrEsH, sOnO-sOnO pIú ChE-cHe-ChE SiCuRo-SiCuRo."

Rimasero di nuovo in silenzio fino a quando dei rumori, dal piano di sopra, non fece allarmale i due, lo scheletro vestiti agli anni '90 si alzò e corse sopra, lasciando l'altro confuso, aprì di scatto la porta della stanza, trovando il soggetto che occupava i suoi pensieri seduto per terra mentre si massaggiava il retro del capo, notò una macchia rossa sporcare la felpa, emise un 'cht' prima di avvicinarsi a lei, prenderla e farla sedere sul letto, controllò la ferita, questa volta non si oppose e rese il lavoro più veloce e semplice, la ferita si era riaperta di poco, non era nulla di grave e la ragazza non mostrava nessun segno di dolore, perciò poteva stare tranquillo, ma avrebbe rischiato di infettare la ferita, ricucí quel punto, non prima aver tolto il precedente punto che si era riaperto, pulí quella parte e cambiò le bende, guarda cosa gli taccava fare.

Sentì una risata sdoppiata provenire dietro di lui, suo fratello si era piegato dalle risate che stava emettendo, sbuffò, non era colpa sua se quella ragazza era speciale e, per di più, aveva avuto anche una visita sgradevole che gli diceva di proteggerla, prese la ragazza con la psiche dell'occhio, assieme al movimento della mano, e uscì dalla stanza, mentre sentiva ancora le risate dello scheletro, la mise seduta sul divano e andò in cucina, sentì dei passi avvicinarsi a lui assieme a dei sospiti, anch'essi sdoppiati, lo vide appogiarsi al ripiano della cucina mentre lo guardava divertito, guarda cosa doveva fare per mantener in vita quella ragazzina non gradita, le diede la colazione e ritornò dal fratello.

-"Da-Da QuAnDo Ti-Ti OcCuPi DeGlI UmANi-UmAnI, FrEsH-FrEsH?"

-"Da quando ho scoperto che quella ragazzina non si può contagiare."

Disse freddo, vide lo scheletro sgrane gli occhi e frenare le sue risate, non erano mai andati d'accordo i due, all'inizio si odiavano perché l'uno stava compiendo il lavoro dell'altro ma alla fine hanno stipulato un'alleanza che li fece diventare buoni amici, quasi fratelli, ormai, se dovevano distruggere un'AU chiedevano sempre il parere dell'altro, come quando voleva contagiare UnderLust, Error, così si chiamava lo scheletro, era ben contento di farlo, nessuno sopportava quello scheletro stupratore e ucciderlo sarebbe stata una grande soddisfazione se non fossero intervenuti gli Star Sanses, tre scheletri che proteggono gli AU, si, anche UnderLust, ed era stata un sorpresa scoprire che qualcuno era in grado di difendersi dal virus di Fresh, nessuno ci era mai riuscito, e se si poteva, doveva esser morto.

Si scambiarono lo sguardo e sugli occhiali apoerve una scritta 'NO', quando egli capì le intenzioni dell'altro, il sottoscritto sbuffò e salutò il fratello, dicendogli che sarebbe ritornato a salutarlo, gli sbattè la porta in faccia quando disse, 'Anche l'umana', sentì delle risate sdoppiate e il suono della smaterializzazione, sospirò e guardò la ragazza, ella lo stava guardando di rimando, inclinò il capo, era troppo carina, violí per poi scuotere il capo, non doveva fare certi pensieri, la prese di nuovo con la psiche e la mise sopra al tavolo mentre lui faceva avanti e indietro per la stanza, si chiedeva il perché, perché non ci riusciva? E, come se l'umana avesse sentito i suoi pensieri gli chiese:

-"Perché non ci riesci?" 

Disse con un sorriso sulle labbra mentre guardava lo scheletro che stava camminando avanti e indietro per la stanza, quasi credeva che potesse creare un buco su di essa, stava sussurando cose che non capiva mentre su i suoi occhiali da sole comparivano delle parole, inutile dirlo che non riusciva a leggerle talmente della velocità con cui comparivano e scomparivano, dopo un pò si girò verso di lei, stava facendo dondolare le gambe sul tavolo mentre lo guardava divertita con il capo chino su un lato, poteva avere la tuta del     
'non-contagio' che aveva creato Ink, uno dei membri dei Star Sanses, ma era impossibile, come poteva, una del suo AU, Alternative Univers, conoscere quel protettore, almeno che non avesse assunto quella strana medicina che stava girando per i vari universi, ne aveva sentito parlare, ma non credeva che fosse così efficace, nessuno la prendeva, dopotutto era impossibile contrastare il virus di Fresh, si avvicinò a lei, appogiando le mani ai suoi lati e avvicinando il suo viso a quello della ragazzina.

-"Dì un pò, ragazzina, non ti dice nulla Plenam¹?"





¹Medicina inventata sul momento.


I'm your 'Sis' {Fresh!Sans x Reader}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora