XXI

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Waiting For You - XXI

01 Agosto 2014.

Byun Baek Hyun si arrese, cedette alla sua stessa debolezza. La stabilità che riteneva abbastanza robusta da reggerlo e che aveva trovato in quei giorni, si era dissolta come vapore in aria, come bolle di sapone. Dissipata come nebbia sotto il sole.

Era durata poco, troppo poco. Diciassette giorni. Quasi tre settimane. Per quattrocento-otto ore si era illuso di poter andare avanti. Per diciassette giorni aveva mentito a se stesso, creando un muro. Un muro che lo separava dal confine della solitudine, dalla realtà.

E Baek Hyun era sul ciglio, pronto a sprofondare in un baratro senza fine.

Camminava per l'ospedale senza vita, trascinandosi i piedi dietro di sé. Sembrava quasi che non fosse lui stesso a comandare i suoi arti, ma che lo stesse facendo qualcun altro al suo posto. Come in un videogioco: erano altri a prendere le scelte per lui; non aveva una volontà, coscienza o controllo di sé.

Il ragazzo fissava davanti a sé, ma non vedeva nulla. Nulla che avesse importanza, nulla che avesse senso.

La sua mente riusciva solo a pensare e tutto quello che ricordava era solo lui: Park Chan Yeol. E faceva male. Ogni volta.

Ripensare al minore era un costante tormento, un costante dolore.

Ripercorrere i loro ricordi, i momenti passati assieme e la felicità - seppur breve - lo distruggevano dentro, secondo dopo secondo. Ricordo dopo ricordo.

Per diciassette giorni aveva costantemente pensato a Chan Yeol. Sperando di dimenticarlo.

Aveva creduto di potercela fare, di poter andare avanti. La realtà era che Baek Hyun non ne aveva più le forze, le capacità.

Park Chan Yeol era diventata la sua ancora, la sua salvezza, in mezzo a quel mare di problemi. Era diventata la sua forza, la sua ragione per continuare a vivere.

Per diciassette giorni, aveva creduto di poter vivere senza di lui. Per diciassette giorni, Baek Hyun l'aveva fatto.

Era riuscito a essere la forza di se stesso, a vivere per sé. Ma poi qualcosa era andato storto.

Lungo quella ripida discesa, Baek Hyun aveva incontrato un ostacolo che l'aveva obbligato a svoltare, ritornando verso il sentiero che lo portava a Chan Yeol.

Per diciassette giorni, Baek Hyun aveva smesso di pensare al suicidio.

Suicidio che aveva tentato più volte, ma che più volte non aveva commesso per davvero. Aveva sempre fatto in modo che lo fermassero in tempo o, che per lo meno, si ferisse solo gravemente.

Baek Hyun, dentro di sé, non era ancora pronto a morire. Non era pronto a lasciarsi tutto indietro. Amava vivere, respirare e sorridere. Sorridere a una vita che sembrava quasi non appartenergli.

O forse era solo una maschera. Forse la realtà era che odiava vivere. Gli procurava dolore, sofferenza e solitudine. Era una vita che non gli apparteneva.

No, Baek Hyun era pronto a morire. Era pronto a lasciarsi tutto indietro.

In fondo, Byun Baek Hyun era indomabile, era un'anima pura e vuota allo stesso tempo. Non aveva paura di nulla, nemmeno della morte.

Sì, Byun Baek Hyun era pronto a morire. A lasciarsi tutto indietro, ma non era pronto a lasciare Chan Yeol.

Con gli occhi vacui osservò la finestra della sua stanza. Era aperta e sentiva la piccola brezza di aria fresca. Era piacevole, ma Baek Hyun non sembrava nemmeno accorgersene. Si avvicinò e si affacciò di sotto, osservando il prato coperto dall'erba.

Fu in quel momento che una foglia di un albero cadde lentamente davanti ai suoi occhi. Leggera, fragile e sola, come Baek Hyun.

E in quell'istante, tutto divenne buio. Baek Hyun fece qualcosa che probabilmente, a mente lucida, non avrebbe mai fatto: si arrampicò sul davanzale per afferrare quella piccola e insignificante foglia.

Un foglia che costò una vita.

Park Chan Yeol quel giorno, ricevette una chiamata dall'ospedale.

Park Chan Yeol quel giorno corse a vedere Byun Baek Hyun dopo diciassette giorni.

Il corpo dell'altro era immobile, steso sul letto, mentre nella stanza risuonava il leggero tic che segnava il battito del cuore.

Fu catalogato come tentato suicidio, ma chi mai si sarebbe buttato da primo piano di un ospedale in pieno giorno?

Park Chan Yeol passò tutta la notte in quella stanza, accanto al ragazzo che amava.

Si dice che il tempo possa guarire tutto, ma le cicatrici rimangono. E quelle di Park Chan Yeol erano diventate indelebili. Come macchie di vino sugli abiti, Baek Hyun era diventato un pezzo del puzzle di Chan Yeol.

E se uno di quei pezzi sparisse all'improvviso?

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01 Agosto 2015.

«Sai Se Hun, la mente umana è fragile», iniziò Baek Hyun guardando la sua mano. «È imprevedibile come lo ero io».

«Hyung...». Se Hun lo guardò con gli occhi di chi provava dispiacere, occhi che a Baek Hyun avevano sempre dato fastidio. «Cosa stai cercando di dirmi?».

Il maggiore sorrise, le sue labbra si mossero istintivamente verso l'alto. Era un sorriso cinico e sarcastico, un sorriso che, però, trasmetteva una tristezza infinità.

«Hai mai pensato al suicidio?», chiese Baek Hyun, ignorando la domanda del minore. L'altro colto alla sprovvista rispose subito con un no leggermente scioccato. «Ovvio che no, perché avrei dovuto?».

«Io invece sì». Fece una pausa in cui prese una grande boccata d'aria. «Ci pensavo sempre, spesse e forse troppo».

Baek Hyun guardò di nuovo Se Hun, che gelò sul posto sentendo le parole del ragazzo. «Pensavo fosse l'unica soluzione possibile. L'unica soluzione per porre fine al dolore che provavo».

«Stai dicendo che...».

«Sì, Se Hun», lo interruppe il maggiore. «Ho tentato il suicidio, più volte. Ma mi hanno sempre fermato o salvato».

Se Hun non sapeva che dire. In tutta la sua vita non aveva mai pensato di porre fine alla sua vita. La considerava preziosa, qualcosa di unica e insostituibile. Anche se avesse dovuto affrontare problemi che potevano sembrare invalicabili, l'ultimo dei suoi pensieri sarebbe stato quello perché una soluzione a tutto c'è sempre, in ogni occasione.

«Ma quella volta, non lo feci apposta». Il flusso di pensieri del minore venne interrotto. «È vero, ci pensai più volte in quei giorni, ma non avrei mai avuto il coraggio di farlo».

Baek Hyun tornò a guardare il cielo, immaginando il sorriso di Chan Yeol. Lui che gli sorrideva era la forza di Baek Hyun.

«Non avrei mai avuto il coraggio di abbandonare Chan Yeol perché, nonostante tutto, lo amavo - lo amo - ed era l'unica cosa di cui ero certo».

Baek Hyun avrebbe voluto aggiungere che l'amore distrugge le persone, le rende vulnerabili, deboli, ma ci ripensò. L'amore che aveva provato lui gli aveva dato una forza che prima di allora non aveva mai provato, ma allo stesso tempo, lo aveva consumato lentamente.

«Se Hun se mai incontrerai la persona destinata a te, non farla scappare. Vivila, assaporala, goditela perché il mondo è un posto orribile e a volte ti porta via le persone che ami nel momento in cui meno te lo aspetti».

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