Cap 13

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Quella sera faceva davvero freddo. Riza si pentì amaramente per aver messo il suo solito giacchettino e la gonna con quello spacco. Black Hayate camminava, tutto scodinzolante, davanti a lei.
" Almeno uno di noi è felice, piccolo". Sospirò, come faceva fin troppo spesso ultimamente.
Persa nei suoi pensieri,non si accorse di essere entrata in un vicolo buio. All'improvviso una figura incappucciata la strattonò per i polsi, spingendola contro la parete. La donna non ebbe neanche il modo di urlare,perché il tizio incappucciato era abbastanza forte da tenerle con una mano i polsi e con l'altra di tapparle la bocca. 
I ringhi di Hayate  contro il tizio furono interrotti da una scintilla. Questa però,in poco tempo diventò una fiamma che aumentava sempre più di volume. Il suo bersaglio era naturalmente l' aggressore di Riza. Il capitano estrasse in un nano secondo la sua pistola,puntandola sull'uomo, ma ,accortasi della fiammata che stava bruciacchiando la sua giacca, si precipitò a togliergliela. Questo,non appena fu libero, si lanciò in una corsa frenetica, finché non sparì nel buio. Ancora col fiatone, guardò Balck Hayate per accertarsi che stesse bene, ma quando si accorse della presenza dietro di lei, si girò di scatto, puntando contro al malcapitato la pistola. Alla luce della luna, però, Riza sgranò gli occhi per la sorpresa.
-Che diamine ci fa lei qui, generale?-
-Se è il tuo modo di ringraziarmi, direi che non sei molto brava a farlo. E comunque...ora puoi abbassare la pistola, tenente?-
-Capitano,signore. E non ha risposto alla mia domanda. Perché lei è qui? E perché diamine ha tentato di uccidere quel tizio? Lo sa che avrebbe potuto passare dei guai, vero?-
-Passerò sul fatto che mi hai mancato totalmente di rispetto, solo perché hai dimostrato di essere in pensiero per me. Ma la prossima volta non risponderò delle mie azioni. Quell'idiota ti stava aggredendo e sono intervenuto. Ma...la tua reazione non mi piace affatto, capitano.-
-Non ie l'ho chiesto io, generale! Ha fatto tutto lei. E di certo non la ringrazierò per aver quasi ucciso un uomo!-
-Quell' uomo, come lo chiami tu, ti stava aggredendo! E non credo che ti avrebbe lasciata andare tanto in fretta. Sa cosa sarebbe successo se non fossi intervenuto io....-
-Che le importa?-

Roy fu colto alla sprovvista. Questo non lo aveva previsto. In realtà non aveva riflettuto su quello che sarebbe successo dopo.
Quando aveva visto il suo capitano sbattuta con violenza contro una parete e strattonata per i polsi, non ci vide più.
Non gli importava del fatto che dopo avrebbe dovuto fornire una spiegazione soddisfacente sul perché si trovasse lì (omettendo ovviamente il fatto che la stesse seguendo per rivederla almeno da lontano). Nè gli importava che dopo avrebbe passato guai seri, se quel tizio fosse morto. Gli importava solo che quel bastardo tenesse le sue luride mani lontane da lei.
Lei che in quel momento lo stava sgridando come fosse un bambino da mettere in castigo. In fondo, era quello che aveva sempre fatto il suo tenente: sgridarlo per tenerlo fuori dai guai.
Ma lui si era fatto una promessa: proteggerla ad ogni costo.
Anche risultando freddo e distaccato. Non doveva capire che l'amava ancora. Lui era semplicemente passato di lì per caso e aveva assistito alla scena, per poi soccorrere una donna in pericolo. Tutto qui.
Non si sarebbe neanche opposto alla sgridata.
Passi per Havoch (che comunque stava ancora scontando la punizione) ma nessuno doveva azzardarsi a toccare Riza. E avrebbe accettato di tutto, pur di salvarla da quel bastardo.
Quindi rispose con una calma che non aveva,cercando di sembrare seccato.
-Niente. Stavo semplicemente soccorrendo una persona in pericolo. Ma se soccorrerti significa farti pensare a cose che non esistono, a sentimenti che non esistono... beh, allora chiedo scusa.-

Riza era rimasta davvero disorientata dal comportamento del suo ex superiore. Quando quel tizio le era saltato addosso sembrava in grado di dare alle fiamme tutto, e ora era freddo,calmo, persino... tagliente. Il capitano si trattenne dall'emettere l'ennesimo sospiro,sta volta di frustrazione.
-Non si preoccupi signore,ho capito perfettamente. Solo... non faccia come la volta scorsa: domani non mi minacci di baciarmi,tenendomi chiusa nel bagno del quartier generale.- Detto questo si girò per andarsene, ma il generale la trattenne, tenendola delicatamente per il polso. Nonostante la presa per nulla salda, però, Riza senti un dolore acuto.
-Mettici del ghiaccio sopra, quando arrivi a casa.- Riza non capì immediatamente.
Ma,guardandosi i polsi, notò che questi erano molto arrossati, quasi violacei.
Ancora una volta non riusciva a comprendere l'atteggiamento del generale.
Preferì non indagare oltre, quella sera, perciò disse
-Va- va bene. La ringrazio,signore. Buonasera.-
E si allontanò com Hayate al seguito.

Assicuratosi che fosse abbastanza vicina a casa, e trettenutosi dal darle la sua giacca quando vide che stava tremando, Roy percorse la via principale per tornare a casa sua.
Una volta giunto lì, fece le scale quasi senza accorgersene, sbattè la porta dietro di sé e si precipitò alla credenza dove teneva il liquore.
Non si curò di prendere un bicchiere, sta volta.
Si portò la bottiglia alla bocca e ingoiò un sorso amaro. Dopo un altro lungo sorso, ripensando ai polsi violacei di Riza, gettò, con rabbia la bottiglia contro il muro del salotto.
Non gli bastava.
Doveva massacrare quel tizio.
Poi gli vennero in mente le parole e il tono tagliente che aveva rivolto al suo tenente...e in un attimo quello da massacrare divenne lui.
Iniziò a dare calci al muro, e poi pugni, poi ancora calci, e infine riprese a dare pugni fino a quando il sangue non iniziò a colare su quel dannato muro.
L'aveva ferita ancora, tanto per cambiare.
Certo, l'aveva salvata da quel tizio... ma la ricompensa erano stati i suoi occhi velati di tristezza.
Per quante volte ancora doveva indossare quell'orribile maschera da vile menefreghista?
"Ti sei scavato la fossa da solo, idiota." Si disse.
Dopo essersi lavato e asciugato le mani, si buttò a peso morto sul letto, conscio del fatto che avrebbe passato un'altra nottata in bianco.

Arrivata a casa, Riza si mise del ghiaccio sui polsi lividi. Sarebbe stato un vero problema se il comandante Grumman o i suoi ex compagni di squadra fossero venuti a sapere di quella sera. Loro non erano come Roy, loro le volevano ancora bene.
E forse anche Roy in fondo,un pochino ci teneva a lei.
"Queste sono le parole di una disperata,Riza" Si ricordò.
Tuttavia c'era ancora un piccolo dubbio sul generale: che cosa voleva veramente? Ma soprattutto, perché un giorno la trattava da innamorato, per poi riservarle quegli sguardi freddi e quei discorsi sullo stargli alla larga? Cosa passava per la testa di quell'uomo? E come avrebbe dovuto comportarsi d'ora in avanti lei?
Riza era d'avvero stanca di quella situazione.
Si addormentò con Black Hayate sopra di lei, e queste domande in testa.

Il mio punto deboleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora