Cap 16

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Riza si stava ancora asciugando i capelli, quando bussarono alla porta. Andò ad aprire, zittendo un Hayate al quanto agitato, ma quando aprì la porta, un'ondata di insulti le si formarono subito nella mente.
Che cosa ci faceva lì il generale?!
Ad un tratto Roy si schiarì la voce, per poi iniziare:
-Ehm... posso entrare?-
Riza avrebbe voluto dirgli di no, ma lui fu più veloce e,con uno sguardo d'imbarazzo, sgusciò dentro con aria colpevole.
La donna stette un attimo in più sullo stipite della porta, per poi chiudersela dietro.
-Ebbene? Cosa vuole, signore?-
Roy, che intanto stava accarezzando Black Hayate, si girò verso di lei, schiarendosi di nuovo la voce:
-Ti era caduto questo, nel parcheggio.- Il generale avrebbe davvero voluto non comportasti da idiota, ma proprio non gli riusciva di fare altro che quella sottospecie di sorriso a metà tra l'imbarazzato e il disinvolto.
Dopo tutto, quello era stato il loro rifugio per molto tempo.
Ormai sapeva a memoria la disposizione dei mobili e delle stanze. Lì (e in particolare tra le braccia di Riza) si era sempre sentito molto più a casa che in qualunque altro posto. Ma la donna davanti a lui continuava a gettargli occhiate di ghiaccio, e lui non poteva fare altro che trattenere il fiato, in attesa di una qualche risposta:
-La ringrazio, signore. Ora può andare.- A Roy quasi venne da ridere. Che cosa si aspettava? Che gli chiedesse di restare? In effetti, si accorse di non desiderare altro.
Mentre si allontanava sempre più da lei per raggiungere la porta, il pensiero dei mesi passati lontani lo colpì ancora una volta, più pesante di un macigno.
Quella volta non potevano rischiare che Bradly capisse fino a che punto fossero importanti l'uno per l'altro, ma adesso cosa li separava? "La tua codardia, ecco cosa" Si rispose da solo.
A quel punto decise di giocarsi il tutto e per tutto
-Capitano!-

Roy l'aveva chiamata con una tale intensità da farla rimanere interdetta. Ma quello che fece dopo la lasciò a dir poco sconcertata. In un attimo si ritrovò le sue labbra incollate a quelle dell'uomo, le sue mani a tenerle il mento, in una presa tanto passionale quanto disperata.
Riza rimase incapace di reagire per un po', beandosi di quel contatto così familiare. Poi decise di fare la cosa più logica e pensare da soldato,non da donna innamorata.
Quell'uomo non aveva fatto altro che tradirla ( non con altre donne, su questo non c'erano dubbi): l' aveva estromessa dalla sua squadra, l'aveva allontanata da lui per la sua carriera e ora si buttava su di lei come un animale ferito e disperato.
Le rivenne alla mente lo sguardo che aveva nel suo ufficio, al loro primo incontro dopo l'ospedale.
Ma non poteva fargliela passare liscia. Perciò lo spinse indietro, cercando di sembrare convincente nonostante le guance arrossate e il respiro affannoso. Ricordò con malinconia il tempo in cui quei sospiri si prolungavano per ore.
Ma non poteva dimenticare le sue parole fredde, da "superiore offeso".
-Cosa diavolo sta facendo?!-
-Aspetta, ti prego, ascoltami Riza- La donna, che fino ad allora non sapeva se continuare a dargli contro o ascoltarlo, al suono della sua voce così roca e... incredibilmente sensuale nella sua disperazione, decise di lasciargli il tempo, solo per sapere il perché di tanta passione.
Di certo non si aspettava di occupare ancora un posto nel suo cuore.
-Le do un minuto, generale-
-Io non... non posso...-
-Cosa? Non può cosa? Arrivi al sodo, per favore.- Riza incrociò le braccia, non sapendo che stava creando in Roy ancora più agitazione, finché:
-Io non ce la faccio più! Io... non voglio più starti lontano! O-ormai non ci provo neanche piu!-
-Poteva pensarci prima, signore- Ancora quell'appellativo.
Roy avrebbe voluto sbatterla al muro e baciarla di nuovo. Invece continuò
-D'accordo-
-Cosa?- Si rese conto solo allora del fatto che avesse bisbigliato. Alzò, quindi, lo sguardo.
-D'accordo. La ragione per la quale ti ho allontanato è che...non voglio che ti accada mai più qualcosa per colpa mia. Tu non te lo meriti. Te l'avevo promesso, ricordi?-
Riza sgranò gli occhi. Ora ricordava.

Flashback
Roy continuava a baciarle il collo, ma le cinque erano suonate ormai da un pezzo.
-Mmm... deve andare, colonnello.- Disse, senza nascondere un gemito.
-Se vuoi che me ne vada, perché continui a baciarmi?-
-Senti chi parla.- Riza si lasciò andare a una risata spensierata.
Roy smise di baciarla di colpo, diventando serio.
-Non posso credere di aver rischiato di perdere questa risata.-
-Ma di che parli?- Lei avrebbe voluto non ricordare quel giorno, quando entrambi avevano rischiato la vita, ma qualcosa nello sguardo dell'uomo la preoccupò non poco.
-Del fatto che ho contato troppo su di te. Se mai dovesse succederti una cosa simile un'altra volta...-
-Roy, per favore. Non fare il melodrammatico. Lo sai come la penso: io non voglio rischiare la vita, ma se farlo significa proteggerti... -
-No, ora ascoltami tu. La prossima volta che ti accadrà qualcosa a causa mia, tu e io ci separeremo.-
-...non dirai sul serio.- Roy, vedendo il suo tenente rabbuiarsi, decise di lasciar perdere.
-Si ma io non ci conterei troppo. Tu sei il mio tenente, no? Com'è che ti chiamavano all'accademia? Occhio di Falco?- Detto questo, prese a schioccarle piccoli baci su mento, collo e spalle, finché lei non scoppiò in una risata.
- Io farò sempre l'impossibile per salvarla, colonnello.-Disse sottovoce, mentre lui si rivestiva.

Fine flashback

Il mio punto deboleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora