Cap 6

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Riza era più nervosa del previsto. E non perché stava per bussare alla porta dell'uomo più potente di Amestris. Ma perché stava per rivedere suo nonno per la prima volta,da quando aveva saputo della loro parentela. Con mano ferma e sicura, bussò. Ricevuta la risposta,entrò senza esitate.
-Buongiorno,sua eccellenza- Fece il saluto più decoroso che potè. Ma gli occhi che la accolsero non erano affatto rigidi. Erano lucidi per la commozione. Grumman aveva aspettato con trepidazione l'arrivo della sua nuova assistente. Ma era molto più felice di vedere sua nipote,parlarle di sua madre e ricordarla insieme.
-Sono molto felice che tu abbia accettato la proposta di lavorare per me. Ma vorrei prima di tutto rimediare al tempo perso...-
-Eccellenza...io...- ma venne subito fermata dal comandante.
-Non parlare ora, guarda- Detto questo,il comandante tirò fuori una fotografia,un po' ingiallita. Riza non potè trattenere un gemito sommesso e le lacrime scesero,copiose,dai suoi occhi. Si mise una mano sulla bocca e cercò di darsi un contegno,ma quelle fastidiose lacrime continuarono a scendere, imperterrite.
Quella era la foto della mamma da giovane.
Senza le occhiaie,il pallore e gli attacchi di tosse che le facevano fare orribili smorfie di dolore.
Riza odiava quelle smorfie.
Ma nella foto la mamma sorrideva,felice,con in braccio un fagottino di nemmeno sei mesi che,presumibilmente,era lei.
-È l'unica foto che ho di te. Ma della mia figliola ne ho altre,se desideri- Grumman era commosso tanto quanto lei. Ritrovava in Riza i capelli,gli occhi,il mento e persino la voce della sua amata figlia. I suoi pensieri furono interrotti da qualcuno che bussava alla porta. Riza era china sulla foto,incurante di chi le stesse intorno.
-Avanti- Rispose il comandante.
Roy si ritrovò davanti una scena davvero particolare: il comandante,quella vecchia volpe con sempre un asso nella manica, con gli occhi lucidi e un sorriso sereno sulle labbra. Vicino alla scrivania vide lei,Riza,che occupava i suoi pensieri da quando aveva riaperto gli occhi da quel sonno durato poco più di due ore. Rimase interdetto quando si rese conto che il giovane capitano,l'imperterrito e freddo militare,stava piangendo come una bambina. Quella bambina cresciuta,in quel momento le fece una tenerezza infinita.
Se ne accorse anche Grumman,che non perse tempo a cercare di riappacificare quei due. Voleva il meglio per sua nipote e, considerati tutti gli episodi dell'anno scorso, Roy Mustang era proprio il meglio.
-Generale Mustang,la mia assistente è un po' scossa,forse ha bisogno di un po' d'aria. La accompagnerebbe in giardino lei,per favore?- Roy non seppe d'avvero che fare sta volta. Restare solo con lei ,poteva portare solo a due cose: lui l'avrebbe ferita ancora( e si sarebbe tormentato ancora di più); o,in alternativa,lei gli avrebbe urlato addosso,ferendo lui. E questa era solo la migliore delle ipotesi. Prese il coraggio a due mani e rispose:
-Sissignore- A quelle parole Riza si ridestò e disse
-Eccellenza,non c'è alcun bisogno che io esca. Sto benissimo.- Non era molto convincente con il naso rosso e la foto stretta al petto come avesse paura che qualcuno ie la portasse via,ma Riza non aveva alcuna intenzione di restare da sola con lui.
-Forse non mi sono spiegato,capitano: questo è un ordine-
-Ma..-
-Niente ma,capitano. E ora andate!- Era quasi riuscito ad essere duro,ma la tenerezza e il divertimento verso quei due era davvero troppo per non ridersela sotto i baffi. Roy aprì la porta e lasciò che Riza uscisse per prima,per poi chiudere la porta dietro di lui. Dovette affrettare il passo,perché lei non lo aveva aspettato. Camminava spedita verso una meta sconosciuta anche a lei.
-Guardi che il giardino è dall'altra parte,capitano-
-Lo so,sto andando in bagno,signore- Roy non seppe come continuare. Ma poi pensò a quanto il suo capitano fosse furba. In bagno,lui non avrebbe potuto seguirla.
-Non è tenuto a scortarmici,so dove si trova,signore- Roy si ricordò del giorno prima e strinse i pugni.
-Ti ho gia detto di non chiamarmi così quando siamo...-
-Soli? Beh,se non le sta bene può anche andarsene,tanto siamo arrivati,signore- Roy la prese per i polsi e la portò in bagno,chiudendo la porta dietro di loro.
-Che diamine sta facendo ,generale?!-
-Non voglio che mi chiami nemmeno così-
-E come vorrebbe che la chiamassi,signore??- Chiese, infastidita.
-Chiamami con il mio nome.-Disse semplicemente Roy,abbassando il tono della voce. Teneva ancora le mani del capitano nelle sue e l'aveva costretta ad appoggiarsi al muro del bagno.
-Se lo scordi. Non siamo più in certi rapporti,signore. Lo ha detto lei che sta meglio così. Non vorrà che la sua carriera militare venga disturbata da me. E ora mi lasci subito andare!-Il capitano sapeva fargli davvero male. Ma sapeva farne anche a se stessa. Quelle parole bruciarono entrambi, molto più intensamente delle fiamme dell'alchimista.
Roy finse di non aver sentito le ultime parole. O non le sentì affatto. Era come in tralice.
-Chiamami col mio nome,capitano,o giuro che ti bacio qui,in questo bagno- La sua presa non accennò ad allentarsi. Riza non sapeva che fare. Una parte di lei rivoleva quel contatto, ma un'altra,quella più grande,voleva solo prendere a calci quell'idiota di un generale.
-D'accordo,capitano. Mi vedo costretto a punirla per non aver eseguito i miei ordini- Il suo volto si avvicinò sempre di più,mentre il ghigno sul suo viso svaniva per lasciare spazzio a un'espressione "da perfetto imbecille" a detta del capitano.
-Smettila,Roy!- La presa fu allentata e il suono dello schiaffo di Riza si sentì anche in corridoio. Roy rimase interdetto. Allora Riza diete sfogo alla sua rabbia.
-Come pretendi,dopo avermi licenziata e allontanata per la tua STUPIDA carriera, che io ti porti ancora rispetto? Se le dò tanto fastidio può benissimo spostarsi dal quartier generale,signore!- Il capitano uscì con passo spedito dal bagno,lasciando il generale appoggiato al muro,dove si trovava prima lei.

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