Capitolo 6

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Quel pomeriggio, i ragazzi non erano ancora tornati ed io ero rimasta da sola con Lauren. Mi aveva portata a fare un tour della casa, ma appena eravamo scese al piano inferiore, mi ero già dimenticata cosa ci fosse dietro ad ogni porta.
Ricordavo però dove si trovava il bagno con una cabina doccia meravigliosa, poiché ne avevo usufruito appena l'avevo vista.
Avevo scelto dei vestiti puliti, e poi mi ero chiusa in bagno per rilassarmi un po'. Mentre l'acqua passava lungo i miei muscoli tesi, mi ero persa nei miei pensieri. Sarei potuta scappare ma non l'avevo fatto. Mi ero persino recata alla porta di ingresso, eppure mi ero fermata sotto lo stipite a fissare il cielo azzurro su di me. Poi, come se ci fosse una barriera che mi impediva di uscire, ero ritornata dentro ed avevo terminato la colazione. E proprio mentre stavo lavando i piatti, era arrivata Lauren che in maniera divertita mi aveva detto che aveva una lavastoviglie.
Ma il mio cuore aveva fatto le capriole al suono della sua voce, come se la stesse aspettando da tutta la vita.
Le avevo poi detto che non c'era alcun bisogno di svegliarsi presto la mattina per poter poi fare compagnia a me, ma lei mi aveva detto che voleva stare in mia compagnia. Un'altra volta il mio cuore aveva fatto le capriole, come se mi avesse detto chissà cosa. Dannazione, perché mi sentivo così maledettamente strana? Avrei dovuto avere paura di lei, che mi aveva rapita, non sentirmi felice quando mi diceva che voleva stare con me. Lei, che mi aveva rapita! E inoltre, ero sicurissima che una vittima di rapimento non viene mai lasciata sola in casa, con la porta aperta, così come non è libera di muoversi dove le pare...Insomma, non c'era una cosa che quadrasse in tutta questa situazione. Lo sapevo io e sicuramente lo sapeva anche Lauren.

<<Camila, stai bene?>>, chiese proprio la sua voce, risvegliandomi dai miei pensieri. Aveva bussato delicatamente alla porta, siccome aveva deciso di lasciarmi la mia privacy. 

<<Sì, ho fatto>>, dissi io, uscendo dalla doccia. Avvolsi un'asciugamano intorno al mio corpo, quindi mi affrettai ad asciugarmi, siccome avevo già perso parecchio tempo.
Poiché fuori c'era ancora il sole, decisi di lasciare i capelli bagnati come ero solita fare in estate. Quando tornavo dal mare, i miei capelli erano soliti diventare ricci e mi piacevano tantissimo. Quindi, quando poi tornavo a casa, dopo aver fatto lo shampoo li lasciavo sempre bagnati e quando si asciugavano, la magia era fatta.
Mi vestii, ed aprii la porta, trovando Lauren che era poggiata contro il muro di fronte alla porta. Guardò i miei capelli e scosse la testa, come se non le piacesse per niente quello che vedeva.

<<Qualcosa non va?>>, chiesi, preoccupata.

<<I capelli>>, disse, indicandoli con un cenno del capo. Si rese conto che ero ancora confusa, quindi mi prese delicatamente per un polso e mi riportò in bagno.
Afferrò una spazzola, aprì un cassetto ed estrasse un asciugacapelli, poi si avvicinò a me. Mise in corrente l'asciugacapelli e lo poggiò sulla mensola accanto allo specchio, quindi iniziò a pettinarmi i capelli. Mi morsi il labbro inferiore, sentendomi quasi felice di poter sentire le sue dita tra i miei capelli.
Dopo averli pettinati, accese il phone ed iniziò ad asciugarmi i capelli. Chiusi gli occhi e riuscii a malapena a contenere un gemito, tanto mi piacevano le sue attenzioni. Non stava facendo niente di che, ma ciò non significava che il mio corpo non si sentisse al settimo cielo. La sua mano passava spesso tra i miei capelli, quasi ad accarezzarli gentilmente.
Ricordavo che, dopo l'incidente, ero stata in uno stato di shock per un paio di giorni e mia madre aveva dovuto aiutarmi persino a fare le cose che facevo tutti i giorni. Anche se non riuscivo a trovare la forza per parlare, avrei tanto voluto protestare ogni singola volta che mi doveva asciugare i capelli, perché odio quando qualcuno mi tocca i capelli. Ma con Lauren...mi sembrava che tutto fosse diverso. Mi piaceva il suo tocco, mi piaceva il fatto che mi stesse accarezzando in quella maniera quasi affettuosa. Mia madre mi avrebbe preso a schiaffi se mi avesse visto, questo era poco ma sicuro.
Gli occhi verdi di Lauren mi fissarono dallo specchio, e mi sembrò che il mondo smettesse di girare. Sicuramente, se fossimo state in un film, il rumore del phone sarebbe stato allontanato e sarebbe partita una canzone romantica.
Dio, ma i suoi occhi erano sempre stati così belli ed intensi? Mi sembrava di vederci riflesso l'universo intero. Mi sembrava di star guardando l'ottava meraviglia del mondo. Anche se avrei dato questo titolo a tutta Lauren, non solo ai suoi occhi.
Vidi come i suoi occhi diventavano più affilati e sottili, come mi era già parso di vedere la sera precedente. Solo che questa volta riuscii a vederli chiaramente: gli occhi di un felino. Tuttavia, le bastò scuotere la testa e sbattere le palpebre per far tornare tutto alla normalità. Distolse, con mio grande disappunto, il suo sguardo e finse di essere assorta a fissare i miei capelli. Ci passò in mezzo la mano un'ultima volta, poi spense l'asciugacapelli.

<<Le punte sono un po' umide>>, mi informò.

<<Va bene lo stesso>>, dissi a voce bassa. Perché il mio corpo reagiva in quella maniera ad ogni minimo contatto con lei? Sembrava quasi che mi avesse stregata, perché era impossibile che reagissi in quella maniera in presenza di una totale sconosciuta.

<<Capelli sciolti o legati?>>, mi chiese.

<<Legati>>, dissi. Era molto difficile dare un senso ai miei capelli dopo averli asciugati, quindi preferivo di gran lunga legarli piuttosto che perdere tempo.
Lei cercò in vari cassetti del bagno, ma poi emise un sospiro frustato. Mi guardò un'ultima volta, ed infine, si tolse un elastico nero dal polso e me lo porse.

<<Tienilo stretto. In una casa piena di donne, è difficile trovare un codino>>, disse, facendomi un occhiolino e rivolgendomi un sorriso. Ero appena morta e no, non era un'esagerazione.
Mi legai i capelli con le mani tremanti, e sapevo che era solo colpa di Lauren e dei suoi sorrisi mozzafiato.

<<Ti va di venire con me in un posto?>>, mi chiese all'improvviso. La guardai, come se dubitassi di lei, ma poi annuii, decidendo di dare ascolto a quella parte insensata di me che mi diceva di fidarmi di lei.
Fu così che uscimmo di casa e ci inoltrammo nel bosco. Forse sarei dovuta entrare in panico, ma era impossibile farlo quando la sua mano era stretta in maniera protettiva intorno alla mia. Sentivo che niente mi avrebbe mai potuto far del male in sua presenza, quindi la paura non mi sfiorò la mente nemmeno per un attimo.
Arrivammo poi ad una radura che somigliava a quelle delle favole. L'unico suono udibile erano gli uccellini che cinguettavano allegri. I raggi del sole che filtravano attraverso i rami degli alberi, e c'era una cascata che terminava in un laghetto.
Lauren si sedette all'ombra di un albero, ed io mi affrettai a fare lo stesso. Mi era impossibile ricordare l'ultima volta in cui ero stata in posto così meravigliosamente silenzioso, lontano dai rumori della città che tanto mi infastidivano.

<<Lauren, è un posto meraviglioso>>, dissi, guardandomi intorno con aria meravigliata.

<<Credo che sia stato uno dei principali motivi che mi ha portato a comprare questa casa>>, disse. La fissai con gli occhi spalancati.

<<Mi stai dicendo che questa è una tua proprietà?>>, mormorai.

<<Sì...appartiene a me>>, disse, fissandomi con intensità, come se non si riferisse solo alla radura. Avvertii uno strano bruciore al basso ventre, arrossii e ritornai a guardarmi intorno.

<<Mi piace così tanto...credi che qualche volta possa venirci?>>, le domandai.

<<Certo che puoi>>, mi rispose con tutta tranquillità. Guardai Lauren con la coda dell'occhio. Aveva gli occhi chiusi, le mani poggiate sul ventre piatto ed un bel sorriso abbelliva il suo volto baciato dai raggi del sole. Persino il sole sembrava essere innamorato di lei.
Non potei evitare di ridacchiare, pensando che magari uno degli alberi decidesse all'improvviso di prenderla con sé, perché geloso del fatto che mi stesse dedicando un po' di attenzioni.

<<Perché ridi?>>, mi chiese, voltandosi a guardarmi.

<<Non è che adesso sbuca qualche ex gelosa?>>, domandai, divertita. Il suo volto divenne subito serio, come se avessi appena toccato un nervo scoperto.

<<Scusami, io...>>, non riuscii a terminare la mia frase poiché mi prese per un polso e, velocemente, mi ritrovai seduta a cavalcioni sulle sue gambe.

<<Sei l'unica e sola>>, mi rivelò. Ancor prima di poter capire le sue parole, sentii le sue labbra sulle mie. 

My captorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora