Capitolo 14

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<<Adesso cosa sbuca fuori? Sua madre? Suo padre? Che sei la Regina di questo posto? Che hai i super poteri?>>, sbottai, mentre camminavo avanti e indietro per il soggiorno.
Dopo che Lauren aveva stretto quel bambino tra le braccia, comportandosi come una vera madre, doveva essersi resa conto che ero furiosa con lei.
Aveva detto al bambino che presto avrebbero recuperato tutto il tempo perso, quindi Taylor e Chris l'avevano portato con loro e Lauren mi aveva chiesto di seguirla in quella che sarebbe stata casa mia. Mike e Clara, la madre di Lauren, intrattenevano i miei genitori e Sofi. Quindi, per mia grande fortuna, potevo prendermela con Lauren senza alcun tipo di censura o restrizione.
Non mi ero nemmeno guardata introno per studiare la casa, siccome ero troppo presa a contenere la mia rabbia.
Appena Lauren aveva chiuso la porta ed aveva tentato di aprire la bocca, ero esplosa, lasciandole capire che non doveva nemmeno osare cercare di fermarmi o controbattere.

<<Camila...>>, cercò di dirmi.

<<Credo che tu abbai dimenticato di dirmi un paio di cose, Lauren. O forse sono io che esagero? Magari da queste parti un figlio è un dettaglio che può essere dimenticato>>, sbottai, puntandole un dito contro. Era poggiata con la spalla contro un mobile, le braccia incrociate al petto e una gamba poggiata contro l'altra, mentre mi guardava sfogare tutta la mia rabbia contro di lei. Sembrava così tranquilla, che era proprio da prendere a schiaffi.

<<Se tu mi facessi parla...>>, stava per dire, ma la fermai nuovamente con un cenno della mano.

<<Hai avuto giorni interi per parlarmi, Lauren. E sono sicura che avresti perso meno tempo se invece di rapirmi, mi avresti portato a cena fuori come avrebbe fatto qualsiasi altra persona>>, dissi. Stavo perdendo fumo dalle orecchie, e il fatto che lei fosse così calma non faceva altro che aumentare la mia rabbia. L'avrei presa a schiaffi, l'avrei uccisa con le mie mani.

<<Io non sono qualsiasi altra persona, Camila. Tu sei la mia compagna>>, disse.

<<Davvero? Perché mi sembra che ci vogliano due persone per fare un figlio, e sono sicura che abbia chiamato solo te "mamma">>, dissi. In quel preciso momento, capimmo entrambe da dove veniva fuori tutta questa rabbia.
Non ero arrabbiata con Lauren, ero solo gelosa. Ero gelosa del fatto che avesse amato così tanto qualcuno da averci avuto un figlio insieme, da aver dato a qualcun altro le sue attenzioni, i suoi baci ed il suo affetto. Morivo di gelosia al pensiero che prima di me ci fosse stato qualcun altro.
Sorrise debolmente, quando finalmente si rese conto delle sensazioni contrastanti dentro di me e, ovviamente, scoprì il vero motivo di tutta la mia rabbia. 

<<Siediti, per favore>>, disse, indicandomi il divano con la mano. Mi sedetti, sentendomi improvvisamente le gambe deboli.
Lauren si sedette di fronte a me, era abbastanza lontana da darmi il mio spazio, ma sapevo che se avessi voluto provare ad alzarmi per scappare, lei mi avrebbe potuto fermare prima ancora che potessi pensare di arrivare alla porta. Come se scappando, avessi saputo dove andare su questo pianeta.

<<Ho mentito>>, disse. La guardai con un'espressione che diceva: "ma non mi dire!". Lauren ridacchiò, poi continuò a parlare.

<<Quando trovammo il pianeta Terra e scoprimmo chi eravate, passammo un po' di tempo a studiarvi, Camila.
Alcuni vi vedevano inferiori, quindi ritenevano inutile cercare di metterci in contatto con voi. Altri, volevano comunque conoscere altri stili di vita ed erano incuriositi. Altri ancora, volevano sfruttare la vostra inferiorità per cercare di controllarvi.
<<Fu così che iniziarono delle piccole ribellioni, poiché la maggioranza aveva deciso di non metterci in contatto con noi. Solitamente, Camila, gli ordini vengono rispettati, così come ogni tipo di legge. Ma non posso dirti che tutti le rispettino, che tutti abbiano gli stessi valori>>, disse. Capivo cosa voleva dire, siccome la stessa cosa accadeva nella Terra. Solo perché qualcuno uccideva, non significava che tutti gli esseri umani fossero assassini. Se qualcuno rubava, non significava che fossimo tutti ladri. 
Capivo che ci fossero delle differenze tra di loro, proprio come c'erano tra gli esseri umani.

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