Capitolo 11

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Ridacchiai mentre Lauren mi baciava la spalla nuda, scendendo verso la schiena. Le sue mani erano così delicate contro la mia pelle, che mi vennero i brividi. Mai nella vita mi ero sentita più felice ed appagata, come se avessi trovato il mio posto nel mondo. Lauren era il mio posto sicuro e la mia casa.

<<Lauren!>>, esclamai, quando finalmente mi resi conto di quale fosse il suo vero piano. Lei sbucò poco dopo da sotto le coperte, con i capelli che le ricadevano disordinatamente sul volto a causa del suo piccolo scherzetto sotto le lenzuola.
Scoppiò a ridere, mentre fissava il mio sguardo sconvolto. Forse per lei non era poi così tanto siccome sembrava non stancarsi mai, ma per me- semplice essere umano- era stancante.

<<Abbiamo finito venti minuti fa. Non posso affrontare un secondo round>>, dissi, scuotendo la testa. Sbuffò sonoramente, poi si stese al mio fianco e un meraviglioso sorriso pigro abbellì i suoi lineamenti.

<<Dimmi, principessa, per caso ti ho sfinito?>>, chiese, sorridendo divertita. I suoi occhi brillarono di divertimento ed eccitazione quando arrossii profondamente, colpita dalle sue parole e dalla sua arroganza. Le mostrai la lingua, e lei scoppiò a ridere.

<<Principessa? Credevo di essere una regina>>, dissi, riferendomi alle parole che aveva detto mentre facevamo l'amore per la prima volta.
Era questo l'unico nome che potevo dare a quello che avevamo fatto, perché era troppo delicato per essere una semplice cosa da niente e c'erano troppe emozioni per poter essere un semplicemente sesso. Lo sapevo io e lo sapeva anche lei, che sorrideva come una stronza orgogliosa.

<<Sei semplicemente il mio tutto, quindi puoi essere tutto quello che ti pare>>, disse lei, baciandomi la guancia.

<<Il tuo tutto, eh?>>, mi piace come suona>>, ammisi, accarezzando i suoi capelli. Le labbra di Lauren scesero lungo il mio collo, dove prese a baciare con un po' più di decisione.

<<Ehi, niente succhiotti>>, mormorai a voce bassa. In realtà, l'idea che volesse marchiarmi mi piaceva tantissimo. Nelle storie che leggevo, mi divertiva sempre quando si arrivava ad un punto in cui uno dei due protagonisti lasciava un succhiotto all'altro. Inoltre, la mia curiosità si scatenava subito dopo. Non sapevo come si faceva un succhiotto, così come non immaginavo che sensazione avrei provato il giorno in cui me ne fosse stato fatto uno.

<<Sai, mi diverte molto sapere che voi essere umani "marchiate il territorio"- disse, facendo le virgolette- rompendo i capillari del vostro povero amante sciagurato. Cosa siete, vampiri?>>, chiese, divertita.

<<Alcuni lo trovano romantico>>, dissi io. Ricordavo un paio di ragazze a scuola che mostravano i loro succhiotti con orgoglio, mormorando in gran segreto- lo dico ironicamente, eh- il nome dell'artefice e sapevo che ciò significava che stavano insieme. 

<<Romantico, pff..."Ehi, pollastrella, ti amo, quindi ti succhierò il sangue dal collo">>, disse, imitando una voce maschile. Scoppiai a ridere, osservando quella che deducevo fosse l'espressione da macho alfa.  

<<Sentiamo, Giulietta, cosa fate voi dalle vostre parti, allora?>>, chiesi. Lei aggrottò le sopracciglia, fissandomi confusa.

<<Chi è Giulietta?>>, domandò, con un accenno di fastidio nella voce.

<<Be', quando un uomo è particolarmente romantico, lo si chiama Romeo, che è un personaggio di una delle opere più famose al mondo. Ma tu sei una donna, quindi Giulietta, che  è la fidanzata di Romeo nell'opera>>, spiegai.

<<Ahah! Romeo e Giulietta. Avresti potuto dirlo subito>>, disse, scuotendo la testa come se stesse richiamando una bambina.

<<Comunque, dalle nostre parti non solo un'unione viene riconosciuta in tutta Phobos, ma più tempo si passa con il proprio compagno, più forte diventa l'odore di quest'ultimo>>, disse, accarezzandomi una guancia.

My captorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora