Capitolo 1

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Mi svegliai a causa di qualcosa di ruvido e leggermente bagnato che mi toccava la gamba, quasi come se fosse una...lingua?
Aprii di scatto gli occhi, intravedendo un po' di manto nero. Tuttavia, il dolore forte che provavo alla testa, mi fece cadere nuovamente con la testa sul cuscino, impedendomi di vedere cos'era. Sbattei velocemente le palpebre, cercando di calmare il dolore alla testa. Prima che me ne rendessi conto, un paio di occhi verdi mi stavano fissando attentamente dal bordo del letto, riprendendo una delle poche immagini che ricordavo durante il mio stato di coscienza ed incoscienza.
Adesso, però, riuscivo perfettamente a vedere lei e tutto ciò che mi circondava. Non era esageratamente alta, ma nemmeno bassa, diciamo che era di statura media. Una maglia nera fasciava il suo busto abbastanza definito. Degli skinny jeans dello stesso colore, con degli strappi sulle ginocchia, stringevano le sue gambe. I capelli, mori e mossi, scendevano disordinatamente sulle sue spalle, e capii che ci aveva passato la mano quasi in maniera nervosa. Ma a dirla tutta, erano proprio i suoi occhi ad aver attirato la mia attenzione. Erano verdi, simili agli smeraldi, eppure si potevano intravedere delle leggere sfumature che...davano l'impressione di star guardando un'intera galassia, piuttosto che un paio di semplici occhi. Erano così intensi mentre mi fissavano, che non potei non pensare che mi stesse leggendo fin dentro l'anima. Che mi avesse appena messa a nudo dinnanzi ai suoi occhi, e non parlavo del fatto che indossavo una semplice maglia bianca oversize.
Cercai di parlare, ma avevo la gola secca, quindi venne fuori un piccolo lamento di dolore. La ragazza, perché non poteva essere molto più grande di me, si mosse per la stanza ed io l'osservai attentamente, mentre cercavo di capire cosa volesse fare. Non aveva avuto cattive intenzioni, siccome prese semplicemente una bottiglia d'acqua che si trovava sul comodino accanto al letto, e mi aiutò a bere- siccome mi trovavo legata ad un letto-. Bevevo come se l'acqua fosse il nettare degli dei, come se non avessi mai sentito un sapore più buono. Dalla fretta di bere, un po' d'acqua mi era scivolata lungo le guance ed il collo. Notai che gli occhi attenti di lei seguirono il movimento del liquido, ma tuttavia non disse assolutamente nulla. Quando mi sentii dissetata, avevo quasi finito di bere mezza bottiglia d'acqua ed avevo il respiro un po' agitato, come se avessi appena corso una maratona.
Guardai nuovamente la ragazza, adesso sapendo di poterle parlare.

<<Chi sei?>>, chiesi.

<<Sto per slegarti. Non provare a scappare, Camila. Questa casa è più grande di quanto tu possa credere, e ci sono dei miei amici che ti troverebbero molto prima che tu riesca a capire dove si trovano le scale. Sono stata chiara?>>, chiese, ignorandomi completamente. Attribuii i brividi che mi si erano formati lungo la schiena, dopo aver sentito la sua voce, alla paura causata da quello che mi aveva  appena detto.
Proprio come mi aveva detto, lei mi slegò i polsi e presi subito a massaggiarli con le mani, cercando di alleviare il bruciore. Dei segni rossi si erano formati sulla mia pelle, quindi sicuramente avrei avuto i lividi per un po'. Prima che me ne rendessi conto, lei aveva afferrato delicatamente le mie braccia ed aveva iniziato ad accarezzare i lividi con le mani. Cercai in tutti i modi di ignorare il battito accelerato del mio cuore, mentre notavo come il dolore sembrava affievolirsi man mano che lei mi toccava.

<<Mi chiamo Lauren, comunque>>, disse, rispondendo alla domanda che le avevo fatto prima.

<<E perché sono qui, Lauren?>>, le chiesi. 

<<Ti ho vista e ho deciso di averti, tutto qui>>, disse, alzando le spalle. Lo disse con così tanta leggerezza nella voce, che ebbi l'impressione di aver sentito male. Mi aveva per caso preso per una macchina od un trofeo? Mi aveva vista in vetrina ed aveva deciso di comprarmi? 

<<Non sono un trofeo di cui vantarsi in giro, sai?>>, sbottai. Lei ridacchiò, scuotendo la testa.

<<Purtroppo le cose non sono così semplici>>, disse, trattandomi come una bambina.

My captorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora