Capitolo 13

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Non avrei mai immaginato che i miei genitori potessero dire di sì, eppure l'avevano fatto. Adesso, non potevo più essere arrabbiata con Lauren, siccome erano proprio loro il motivo principale per cui non volevo andare via.
Io e la mora li avevamo aiutati a preparare le valigie, e ci eravamo poi affrettati a raggiungere l'astronave che ci avrebbe mandato su Phobos. In effetti, a Lauren non piaceva molto questo termine e mi aveva semplicemente detto di chiamarlo aereo. Però, io c'ero stata in un aereo e non somigliava nemmeno lontanamente a quel coso. Non solo era enorme, ma all'interno c'era una televisione che trasmetteva tutti i canali che si potevano ricevere dalla Terra, per non parlare del fatto che più che essere finestrini, quelle erano finestre vere e proprie. Sembrava quasi di volare direttamente tra le nuvole, tanto era sottile il grande vetro che ci separava dall'esterno. 
Comunque, ad aspettarci c'erano stati due "aerei". In uno eravamo andati io, Lauren, i suoi fratelli e la mia famiglia. Nell'altro, c'era andato il resto del gruppo degli amici della mora.
Non avevo visto chi pilotava, ma appena c'eravamo seduti tutti, l'aereo aveva preso il volo ed aveva presto toccato le nuvole.
Lauren mi aveva spiegato, in quello che io avrei chiamato "corso accelerato di volo nello spazio", che il viaggio sarebbe durato cinque giorni, ma siccome il tempo su Phobos era diverso, mi sarebbero semplicemente sembrare poche ore. Inoltre, mi aveva tolto un grandissimo dubbio. Phobos somigliava a tutto e per tutto alla Terra, quindi era anche provvisto di ossigeno. No, niente tuta spaziale quindi e niente voli da una parte all'altra per la differenza di gravità.

<<Ti è mancata casa, vero?>>, chiesi, quando mi resi conto che lo sguardo di Lauren era stato perso verso l'esterno per tutto il tempo. Annuì, sorridendo.

<<Sai, mio padre non era molto felice all'idea che io tornassi sulla Terra. Devi sapere che dopo averti incontrato, oltre a cercare di capire cosa mi era successo, dovevo anche chiudere dei conti in sospeso. Mi sono trattenuta più del dovuto e dopo, mio padre non voleva più lasciarmi tornare. Allora, gli ho detto che avrei accettato qualsiasi condizione, perché dovevo ritornare a vederti>>, disse, accarezzandomi il dorso della mano con il pollice.

<<Ti ha dato la scorta>>, dissi, scherzando, riferendomi ai suoi amici.

<<Esatto>>, rispose, annuendo.

<<Ma di preciso, cosa volevi fare con me?>>, chiesi.

<<Avrei dovuto dare a Shawn il tempo di raccontarti tutto, ma in sua difesa, posso dire che ero gelosa del vostro rapporto, quindi ho affrettato di gran lunga i tempi. Quindi, tu ti sei trovata in casa di una sconosciuta il giorno prima del tuo matrimonio e Shawn era stato bandito da casa mia>>, disse lei, ridendo debolmente.

<<Eri davvero così gelosa?>>, chiesi, sconvolta. Annuì, mordendosi il labbro inferiore.

<<Ma poi abbiamo parlato e lui mi ha ricordato che sarà per sempre fedele ad una sola donna, che purtroppo non potrà più vedere>>, disse lei.

<<Per quale motivo?>>, domandai.

<<Shawn ha perso la sua compagna, Camila>>, mi disse Lauren in un mezzo sussurro, come se temesse che Shawn potesse sentirci.

<<Ma come...? Io credevo che voi...>>, non riuscivo nemmeno a completare la frase,  poiché la frase mi aveva preso completamente di sorpresa.

<<Troviamo una compagnia e l'amiamo per il resto della nostra vita, sì, è vero. Per noi il tempo passa più lentamente, quindi ci impieghiamo di più ad invecchiare, sì, è vero anche questo. Ma esiste un determinato tipo di materiale, che si trova solo dalle nostre parti che il nostro corpo non riesce a guarire. Se veniamo colpiti da quello, rare volte riusciamo a sopravvivere. La compagna di Shawn è stata colpita con quel materiale, proprio come sua madre. Sono morte entrambe per lo stesso motivo, e Shawn si è sentito in colpa perché diceva che doveva essere al loro fianco>>, mi rivelò.

<<Ma...non ha controllo su queste cose, non può incolpare sé stesso>>, dissi, scuotendo la testa. Mi dispiaceva così tanto per Shawn, anche perché sembrava un ragazzo così allegro e felice...E invece, aveva una storia così triste.

<<Aspetta...sua moglie e sua madre sono morte lo stesso giorno?>>, chiesi. Lauren annuì.

<<E dopo la morte della madre, il padre di Shawn ha dato di matto. Come ha fatto a sopportare tutto quel dolore da solo?>>, domandai, sconvolta.

<<Per questo gli ho detto di ritornare a Phobos con me. Non solo è stato già da solo per parecchio tempo, ma qui potrà cercare di distrarsi e pensare ad altro>>, disse lei.

<<Adesso ha una famiglia>>, dissi io, guardandola e aumentando la presa sulla sua mano. Lauren sorrise, come se le mie parole l'avessero resa felice. Dopo annuì, e si voltò per guardarmi.

<<Tu però, più lontano gli stai, meno danni sarò costretta a fare>>, disse, in un tono che era per metà scherzoso e metà serio. Taylor e Chris scoppiarono a ridere alle nostre spalle, segno che l'avevano sentita.

<<Non vi hanno detto che non si origliano le conversazioni altrui?>>, chiesi, riprendendoli in tono scherzoso. Entrambi mi fecero la linguaccia, come se fossero due bambini.

<<Diciamo che è un po' difficile non sentire Lauren che fa la gelosa>>, disse Taylor, passando una mano sulla spalla della sorella.

<<Pronta a quello che ti aspetta?>>, mi chiese Chris, guardando fuori dal vetro. Mi resi conto che eravamo arrivati...eravamo arrivati!
L'aereo decollò lentamente, seguendo la linea di atterraggio che era stata tracciata. Vidi che in lontananza c'erano delle persone ad aspettare, e...non aspettavano tutte noi, vero?!

<<No...aspetta...Lauren, non gliel'hai detto?>>, sbottò Taylor, dando uno schiaffo sulla spalla di Lauren che prima aveva accarezzato.
Mi voltai a guardarle, confuse. Cosa diavolo mi aveva nascosto adesso?

<<Quando avrei dovuto dirglielo, scusami?>>, chiese Lauren, stizzita.

<<In qualsiasi momento che non fosse adesso. Saremo fortunati se non sviene o le viene un colpo>>, disse Chris, iniziando ad alzarsi dal suo posto. Le porte dell'aereo si erano aperte, segno che eravamo atterrati.

<<Dalle nostre parti, la nostra famiglia è molto importante Camila, quindi...sarai il centro di attenzioni di molti>>, disse il ragazzo, prima di sorridere a qualcosa che aveva visto fuori. Corse fuori dall'aereo, ed immaginai che fosse andato dalla famosa Meggie.

<<Oh, James!>>, disse Taylor ed anche lei corse via.

<<Lauren!>>, sbottai io, colpendola sul braccio.

<<C'è altro che dovrei sapere?>>, chiesi, furiosa. Anche se, a questo punto, non sapevo cos'altro avrebbe potuto stupirmi.

<<Non ora, Camila. Mio padre ci sta guardando>>, disse lei. Alzai lo sguardo e vidi un uomo che, dopo aver salutato Chris e Taylor, iniziò a guardare verso l'aereo.
Allora uscimmo, con la mia famiglia che ci seguiva.
L'uomo era basso, con i capelli scuri e gli occhi castani. Anche se non aveva gli occhi di Lauren, non c'erano dubbi che fosse sua figlia, poiché si somigliavano in tutto e per tutto.

<<Camila, è un piacere conoscerti>>, disse, prendendomi per le spalle e dandomi un bacio su entrambe le guance, cogliendomi di sorpresa.

<<Lauren, figlia mia, è bello vederti di nuovo>>, disse lui, abbracciando sua figlia.

<<Ciao papà>>, disse lei.

<<Signor Jauregui>>, dissi io.

<<Oh, Camila, no...dammi del tu, per favore. Mi fai sentire vecchio>>, disse, ridacchiando.
Con la coda dell'occhio, vidi Lauren sorridere con felicità, mentre suo padre salutava anche la mia famiglia. Non mi sorprendeva che conoscesse i loro nomi.

<<Ecco che arriva mia moglie. Puntuale come sempre>>, disse Mike, facendo ridere alcune persone che si trovavano nelle vicinanze e che ci fissava con curiosità.
Mi voltai e vidi una donna che arrivava con un bambino, che le teneva la mano.
Credetti che il bambino fosse un altro fratello di Lauren, poiché sorrideva mentre la guardava.
Tuttavia, appena lasciò la mano della madre di Lauren e prese a correre verso la mora, mi congelai sul posto.

<<Mami!!>>

My captorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora