16. Non sempre c'è bisogno delle parole

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Mi sveglio nel cuore della notte.
Claudio dorme tranquillamente di fianco a me, tenendo una mano sulla mia pancia.
Ripenso alla serata appena trascorsa.
Ma veramente mi ha chiesto di venire a vivere con lui?
Sul momento mi sono sentita al settimo cielo.
Ora mi vengono tutti i dubbi del mondo.
Forse è un po' troppo presto e dovremmo andare un po' più piano.
Ma se c'è una cosa che ho capito in questi giorni è che con Claudio non ci sono le mezze misure.
Lui si muove nel sonno e mi stringe a sé inconsciamente.
Io mi accoccolo nel suo abbraccio e piano piano mi riaddormento, scacciando i brutti pensieri.

Mi sveglia con un bacio sulle labbra.
"Buon Natale " mi dice Claudio con un radioso sorriso.
"Buon Natale anche a te"
"È ora di alzarsi o rischi di fare tardi al pranzo di Natale in famiglia" mi dice lui "se vuoi posso accompagnarti io a Sacrofano"
"Non c'è bisogno che arrivi fin là, posso prendere il treno. Che farai oggi?"
"Andrò in clinica da mia madre. Poi, se vuoi, posso passare a prenderti in serata."
"Perfetto."
Claudio mi accompagna alla stazione e ci salutiamo dandoci appuntamento alla sera.
Lui è rilassato e tranquillo, io invece mi sento un po' in imbarazzo.
Non so bene come comportarmi, è successo tutto molto in fretta e nonostante mi piaccia molto il Claudio che sto conoscendo, ho paura perché so che potrebbe farmi molto male.

Il pranzo a casa dei miei procede serenamente come al solito.
Cerco di immaginarmi Claudio qui con me, ma davvero non ci riesco.
La sua 'allergia' alla famiglia, dovuta sicuramente al suo passato difficile, lo rende estremamente diverso da me.
"Va tutto bene tesoro?" Mi chiede nonna Amalia mentre l'aiuto a sparecchiare.
"Si nonna, tutto bene, ma io devo avere un problema..." confesso.
"Che problema?"
"Non riesco proprio ad essere felice. Anche quando le cose sembrano andare bene, non riesco a non pensare a cosa potrebbe andare male"
"È normale, hai paura. Ma se non vuoi rovinarti i momenti belli devi accettare il rischio di soffrire."
Quanto ha ragione.

Tra il pranzo infinito e l'apertura dei regali, come ogni anno, facciamo sera. Sono già quasi le otto e non ho più avuto notizie di Claudio.
Sto per chiamarlo, quando sento suonare alla porta.
Mi precipito ad aprire, ma nonna, che quando c'è da ficcanasare diventa più veloce di una ragazzina, mi precede.
"Buonasera dottore!"
"Buonasera signora Amalia e buon Natale" risponde Claudio, gioviale.
"Ciao Alice" mi rivolge un sorriso.
"Ciao" rispondo io imbarazzata "prendo le mie cose e arrivo"
 "Ma quanta fretta, si accomodi dottore, perché invece non vi fermate a cena con noi?" Si intromette la nonna.
"Nonna, grazie ma non mi sembra..." inizio a risponderle, ma Claudio mi interrompe "Perché no, se non è troppo disturbo, mi sembra un'ottima idea"
Io rimango di sasso.
"Ma quale disturbo, anzi è un piacere!" dice nonna Amalia facendomi l'occhiolino.
"Claudio, nonna Amalia è un po' invadente, ma non siamo obbligati a restare" gli dico appena la nonna ci lascia soli.
"A me fa piacere" lo guardo incredula "davvero! Sempre che non sia un problema per te"
"No assolutamente" anche se devo dire che sono parecchio imbarazzata.
"Allora taci e salutami come si deve"
Lui mi prende il viso tra le mani e mi bacia con passione.

La cena trascorre in modo piacevole.
I miei genitori e la nonna sono cordiali e, stranamente, non troppo invadenti e così, dopo un po', riesco a rilassarmi.
Claudio ogni tanto mi stringe la mano sotto il tavolo, sorride, sembra essere perfettamente a suo agio.
Non finirà mai di stupirmi.
"Alice, io e Yukino ti volevamo dire una cosa" annuncia Marco a fine cena.
"Cosa?"
"Ecco, da quando sei tornata... Non fraintendere" è evidentemente imbarazzato "siamo felici che tu sia tornata, ma... ecco abbiamo bisogno della nostra privacy. E così abbiamo deciso di cercare un appartamento solo per noi."
Io ci rimango un po' male, anche se devo dire che me lo aspettavo.
Dovrei dirgli che io andrò a vivere con Claudio, ma sinceramente fare un annuncio così a tutti, dal nulla, mi sembra un po' fuori luogo.
Così evito, limitandomi ad annuire, ma vedo Claudio che mi guarda insistentemente. All'improvviso lo sento distante, freddo .
C'è rimasto male perché non ho detto che andrò a vivere da lui?

"Perché non hai detto a tuo fratello che verrai a vivere da me?" Mi chiede seccato, quando rimaniamo da soli.
Io non riesco a rispondergli.
"Che c'è hai già cambiato idea?" Il suo tono ora è brusco, come se si stesse trattenendo dall'edplodere.
"No, no, non  è così...." dico balbettante.
Lui recupera il suo giubbotto ed esce, scuotendo il capo, senza salutare nessuno.

Rimango un attimo sbigottita, ma poi lo seguo di corsa. Non può andarsene così.
"Claudio fermati! Fermati, non è così, ti prego...."
Lui si gira. È ancora fuori di sé dalla rabbia.
"Perché non hai detto niente ai tuoi?"
"Perché.... Perché loro non sapevano  niente di noi. E mica potevo uscirmene così da un momento all'altro e dirgli che sarei venuta a vivere con te"
Lui scuote la testa.
"Tu parli tanto della mia insofferenza nei confronti dei legami, ma alla fine hai più paura di me"
"Sì è vero. Ho paura Claudio. Ho una paura folle. Perché quello che provo per te non l'ho mai provato per nessuno. Per nessuno. E tu puoi farmi molto, molto male" tremo, non so se per il freddo, visto che sono uscita senza giubbotto, o per le emozioni che mi agitano.
Lui se ne accorge. Mi abbraccia e mi riporta in casa al caldo.
"Andiamo? Dai prendi le tue cose." Mi dice dolcemente. La rabbia di poco fa è completamente svanita.
Salutiamo i miei ed usciamo velocemente da casa.

Mentre lui guida guardando la strada, mi rendo conto che, al suo posto, anche io mi sarei arrabbiata.
Mi sento un verme perché so quanto deve essergli costato restare a cena dai miei e so che lo ha fatto solo per me.
Ed io invece non sono riuscita a dire una parola su di noi.
D'altra parte, nonostante io e Claudio ci conosciamo da un sacco di tempo, mi sembra di non sapere niente di lui, riesce sempre a sconvolgermi.
La sua totale imprevedibilità, se da un lato lo rende tremendamente intrigante, dell'altro mi spaventa da morire.

"Claudio scusa, io non..." gli sussurro avvicinandomi a lui, una volta entrati in casa sua, o dovrei dire nostra.
"Ssss" mi appoggia l'indice sulle labbra, per poi sostituirlo con la sua bocca.
"No, aspetta, io ho bisogno di farti capire perché non ho detto niente ai miei"
"Non ora" mi sussurra a fior di labbra "ora ho solo bisogno di te".
I suoi baci sono travolgenti ed hanno il potere di cancellare tutto il resto.

"Io capisco la tua paura" mi dice
all'improvviso, mentre siamo abbracciati sotto le coperte "so di non essere una persona facile. Ma so anche che tu mi stai facendo vedere la vita come non avrei mai pensato. Stasera, a cena con i tuoi, ho sentito quanto siete legati e ho capito che esiste la possibilità di costruire una famiglia felice. Non so se a me.... a noi.... succederà mai. Penso che sia troppo presto per dirlo. Ma, prima di conoscerti io non lo credevo proprio possibile. Quindi diamoci una possibilità"
Lo stringo forte annuendo.
Lui mi bacia la fronte.
"Io.... non so cosa dire...."
"Alice, non sempre c'è bisogno delle parole".

L'allieva.... quattro anni dopoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora