22. Poi il buio

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È di nuovo lunedì purtroppo.
Il fine settimana dura sempre troppo poco.
Oggi però c'è una riunione degli alti vertici, alla quale noi poveri comuni mortali, dottorandi e specializzandi non siamo invitati.
Poco male.  Per lo meno non c'è la Boschi in giro a fare strage.

Ad un certo punto io e Lara abbiamo una visione: Paolone entra dalla porta dell'istituto.
"Paolone!!!" gridiamo in coro.
Lui ci viene incontro allegro come al solito.
"Ma che ci fai qui? Che sorpresa!"
"Ma non eri tornato a Palermo?" Gli chiedo.
"E tu non eri a Parigi"
Mamma mia davvero! Mi sembra sia passata una vita!
"Si. Lascia stare stare va. Qui le cose cambiamo, caro Paolone, e anche molto in fretta!!! Non è vero Alice?" Mi prende in giro Lara.
"Ma tu invece?" Cerco di sviare il discorso.
"Sono qui per un gemellaggio di 6 mesi. Ma non vi ha detto niente la Boschi?"
"Si figurati se quella ci viene a raccontare le cose a noi!"
"Dobbiamo assolutamente organizzare una seratina delle nostre, così mi raccontate tutto!" Paolone è sempre pronto a fare baldoria.
"Sì Alice, senti con Conforti se gli farebbe piacere averci tutti per casa!" Mi dice Lara.
Le lancio un'occhiataccia.
Mamma mia, non ci posso pensare, tutti noi a casa di Claudio (Non riesco ancora a pensarla anche casa mia).
"Che c'entra Conforti?"
"Niente Paolone, niente"

L'arrivo di Paolone ha dato una sferzata di allegria alle nostre giornate lavorative.
Quando mio fratello ha saputo che è tornato, ha voluto organizzare una cena a casa per festeggiare.
"Claudio, stasera Marco ha organizzato una cena per festeggiare l'arrivo di Pallone" dico mentre ci avviamo verso la macchina per tornare a casa.
"Ah bene, quindi stasera finalmente parteciperò ad una delle vostre seratine tipiche da studenti incalliti"
"Be, ti ricordo che sono laureata e anche specialista. Ma perché tu vieni?" Gli chiedo stupita.
"Se mi volete, si. Perché no?"
"Certo che ti vogliamo, è che non pensavo che ti interessasse. Ecco."
"Non hai ancora capito che mi interessa tutto quello che ti riguarda?" Mi dice baciandomi il collo.

E così mi presento con Claudio nel mio vecchio appartamento dove ci sono già Silvia, Lara e Paolone.
Tutti ci guardano stupiti.
"Ma...quindi voi due....??" Mi chiede Paolone con gli occhi spalancati. "State insieme?"
"Ma va???!!!" Gli risponde Lara con il suo solito tono canzonatorio.
"Ma io mica l'avevo capito"
"Figurati! E poi ce n'è voluta un bel po' prima che lo capissero anche loro!
"Lara, basta dai!" La rimprovero io guardandola storto.
Claudio invece scoppia a ridere.
"Senti invece Cortesi l'ha capito che la deve piantare di starti addosso?"
Vorrei sprofondare, o sprofondare Lara. Claudio mi squadra ad occhi stretti.
"In che senso?"
"Ma no, niente dai. È che non sapeva che stavamo insieme e quindi..." rispondo a Claudio guardando malissimo Lara.
"E quindi che?"
"Claudio, niente davvero, dai lascia stare"
Ma so già che non é finita qui.
Il resto della serata trascorre in modo piacevole.
Claudio sembra aver dimenticato la storia di Cortesi e sembra davvero a suo agio.
"Senti ma il tuo fidanzato è sempre più..."
"Eddai Silvia!"
"Ma tu ti accorgi di come ti guarda?"
"No... come mi guarda?"
"Come ogni donna vorrebbe essere guardata almeno una volta nella vita."
"Ma và! Piantala!"
"Ma è la verità! Dovresti esserne felice, invece di stare a preoccuparti perché non ti dice che ti ama. Quello sguardo vale più di tutte le più belle parole del mondo."

"Non pensare di cavartela così" mi dice Claudio appena saliamo in macchina "ora mi spieghi questa storia di Cortesi"
"Ma no niente, diciamo che ci ha provato abbastanza insistentemente"
"È perché non mi hai detto niente? Glielo faccio vedere io.."
"Ecco perché non ti ho detto niente" lo interrompo "non volevo scenate in Istituto, e poi mi sembra che tu ne abbia già abbastanza di problemi."
"Quello non mi piace! Non mi è mai piaciuto, già da prima che tu tornassi. Con la sua aria da bravo ragazzo avrà incantato la Boschi ma non me".

Nel frattempo siamo arrivati a casa. Claudio è ancora arrabbiato.
"Dai adesso basta, non pensare più a lui. Ti ripeto che non è un problema. Gli ho parlato è ha capito" Gli dico alzandomi in punta di piedi per baciarlo.
Lui mi stringe a sé ricambiando il bacio.
"Sarà meglio per lui"
La sua bocca si impadronisce della mia, le sue mani mi accarezzano ovunque.
"Tu mi fai impazzire" mi sussurra all'orecchio.
Ma ora ad impazzire sono io.

Continuiamo a lavorare sul caso del padre di Claudio ma con scarsi risultati.
È sempre più probabile che la morte sia stata dovuta a cause naturali.
Non riusciamo a risalire a nulla della sua vita.
Sono sempre più convinta che la madre sappia qualcosa.
Vorrei tanto riuscire a parlare con lei.
Nel frattempo io e Claudio continuiamo ad occuparci della sua ricerca.
Oggi pomeriggio mi ha affidato della analisi da fare in laboratorio mentre lui è andato da sua madre.
Stranamente alle 18 ho praticamente finito e mi accingo a chiudere tutto, quando entra Enrico.
"Ancora qui?"
"Si ma per poco, per fortuna ho finito. Ora sistemo tutto è me ne vado a casa"
"E il tuo fidanzato?"
"Aveva un appuntamento"
"Ti do una mano a mettere in ordine?" Mi dice avvicinandosi a me.
"No grazie. Ho quasi fatto."
Finisco di sistemare gli strumenti, mi giro e me lo trovo davanti, vicino, molto vicino, troppo vicino.
Sono bloccata tra lui ed il banco di lavoro.
"Enrico, che fai? Spostati per favore."
Ma lui non si sposta.
"Enrico"
Lui si butta su di me e mi bacia. Io rimango impietrita per qualche secondo, poi lo allontano bruscamente.
Ma mentre mi allontano da lui vedo Claudio che mi guarda.
Dalla sua faccia capisco che ha frainteso tutto.
"Claudio!" Lo chiamo "Non è come pensi, Ti prego aspetta!" Lui si gira, mi guarda con disprezzo e se ne va.
"Claudio no, non puoi andartene così!" Ma se n'è già andato.
"Ha ha ha ha" Enrico ride di gusto. "Tempismo perfetto!!!"
"Ma si può sapere cosa ti è  preso?"
"Ma piantala di sbraitare, che in fondo è piaciuto anche a te" mi si avvicina di nuovo.
"Smettila"
Lui mi prende per le spalle e inizia a toccarmi dappertutto.
"Dai fai la brava"
"Enrico, no. Cosa vuoi fare. Piantala"
Afferra un bisturi e me lo mette vicino al collo. "Stai buona, e nessuno si farà male"
Ma io istintivamente inizio ad urlare.
"Piantala o finisce male" mi dice, iniziando a svestirmi.
Io urlo di nuovo, sento dei passi venire verso di noi.
Enrico è fuori di sé, sembra pazzo.
Si gira verso di me e un attimo dopo sento una fitta lancinante al fianco destro.
Nello stesso momento vedo Claudio affacciarsi alla porta.
Mi guarda e impallidiace.
Viene verso di me.
Io mi sento come se le gambe non fossero più in grado di sorreggermi.
Urla qualcosa alla guardia.
Mi prende tra le braccia.
"Claudio io non..." Vorrei dirgli tante cose.
Ma non riesco a finire la frase.
Mi stende per terra.
Vedo tanto sangue.
Troppo sangue.
Claudio mi preme forte sulla ferita, mentre con l'altra mano mi accarezza la fronte.
Ho freddo e sto sudando.
"Stai tranquilla. Ora ci penso io"
Sono le ultime parole che sento,  poi il buio.
 

L'allieva.... quattro anni dopoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora