23. Paura

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Claudio che mi guarda disgustato.
Enrico che ride
Le sue mani su di me.
Un dolore lancinante al fianco.
Claudio che mi guarda impallidendo.
Il mio sangue sul pavimento.
"Stai tranquilla. Ora ci penso io"

Il più brutto sogno che io abbia mai fatto.
Devo svegliarmi.
Voglio aprire gli occhi e scoprire che era solo un incubo.
Ma non ci riesco.
È come se le mie palpebre fossero incollate.
È una lotta tra me e il sonno.
È uno sforzo enorme.
Ma piano piano ce la faccio.
Vedo tutto appannato.
Ma dove sono? Non sono a casa.
Ho una flebo attaccata alla mano destra.
Sono in ospedale.
All'improvviso mi ricordo tutto, nitidamente.
Non è  stato un sogno.
Purtroppo era tutto vero.
Provo a muovere la mano sinistra, ma è bloccata.
Mi giro a guardare.
È tutto così faticoso.
La mia mano è stretta in quella di Claudio che dorme con il viso appoggiato al mio letto.
Quest'immagine mi fa tanta tenerezza.
Gli accarezzo i capelli.
Lui si sveglia immediatamente.
Mi guarda. Sorride.
Ha la faccia sconvolta, la barba più lunga del solito, la camicia sgualcita. Ma per me è una visione celestiale.
"Finalmente hai deciso di svegliarti"
Mi accarezza i capelli.
"Come stai?"
"Claudio, io non volevo baciarlo" la voce esce a fatica dalle mie labbra. L'unica cosa che voglio che sappia è questa.
"Sssh. Lo so. Stai tranquilla. Non ti devi stancare."
Si siede di fianco a me sul letto.
Vedo la luce filtrare dalla finestra.
"Ma che ore sono?"
"Le sei e mezza"
"Di mattina?"
"Già"
"E tu sei stato qui tutta la notte?"
"E dove sarei dovuto andare secondo te?"
"Ma cosa mi è successo?"
"Quel pazzo ti ha piantato un bisturi nella pancia"
"Questo me lo ricordo. Ma dopo?"
"Hai perso molto sangue. Molto Alice. Ti hanno operata per fermare l'emorragia. Fortunatamente non sono stati toccati gli organi interni"
Cambia improvvisamente tono. Vedo le lacrime affacciarsi ai suoi occhi.
"Alice ho avuto tanta paura. Paura di perderti. Io" mi guarda con un'intensità tale che mi sento penetrare dal suo sguardo" io ..... ti amo. Ti amo da impazzire Alice. E non te l'ho mai detto. Ho avuto paura di non avere più tempo per farlo. E che tu non lo avresti mai saputo"
Le lacrime gli rigano il viso.
Piangiamo insieme e ci baciamo le labbra, le guance, gli occhi.
Il tempo sembra fermarsi in questa stanza di ospedale.
"Ho dovuto rischiare di lasciarci le penne, perché tu me lo dicessi"
E ora la lacrime si confondono con le risate.
Ridere mi provoca un intenso dolore al fianco.
"Che hai?" mi chiede Claudio preoccupato.
"Niente, mi fa male la ferita"
In realtà sono sfinita, stanca come non sono mai stata. Lui se ne accorge.
"Adesso basta. Devi riposare. Sei molto debole"
"Vai a casa a riposare anche tu, Claudio. Non hai per niente una bella faccia"
"Dovreisti vedere la tua" mi dice ridendo "Dopo. Prima voglio essere sicuro che tu stia bene".
Non ho la forza di aggiungere altro. E mentre lui mi accarezza dolcemente la fronte, mi lascio prendere dal sonno.

Quando mi sveglio, qualche ora dopo, sento un fastidio al fianco. Apro gli occhi. Un giovane medico, insieme ad un'infermiera, mi sta medicando.
"Buongiorno Alice, scusa non volevamo svegliarti. Come stai?"
"Stanca" dico io, guardandomi intorno.
"È perfettamente normale. Ah, Claudio è qui fuori." Mi dice il medico, che deve aver colto la mia perplessità nel vedere la stanza vuota"
"La ferita è a posto. Hai bisogno di qualcosa?" Mi chiede l'infermiera.
Sono tutti estremamente gentili.
"Ho una gran sete e fame anche"
"Questo è un ottimo segno. Ma per mangiare dovrai aspettare ancora un po' per via dell'anestesia. Puoi bere, a piccoli sorsi." Mi dice il medico prima di uscire.
"Vieni pure Claudio, Alice è sveglia".

Claudio entra sorridendo.
"Ciao", mi dice con un bacio sulle labbra, "ho chiamato i tuoi prima. Stanno arrivando. Ho pensato che ti avrebbe fatto piacere".
"Si, grazie"
In realtà pensare di dovergli taccontare tutto mi sembra una fatica enorme in questo momento.
"Se vuoi posso spiegare io quello che è  successo ai tuoi"
"Magari, grazie. Ma come fai a sapere sempre quello di cui ho bisogno?"
Lui sorride.
"Claudio, quello che mi hai detto prima..... non l'ho sognato vero?"
"Perché, che t'ho detto?"
Lo guardo delusa, incapace di rispondergli.
Lui dopo qualche secondo scoppia ridere.
"Allora sei proprio stronzo!"
"Un po'" mi guarda divertito.
Devo fargliela pagare.
All'improvviso mi metto una mano sulla pancia e faccio una smorfia di dolore, fingendo di stare male.
Lui impallidiace.
"Che hai? Alice!"
Stavolta sono io che me la rido.
Lui mi guarda malissimo.
"E poi lo stronzo sarei io eh?"
Mi prende il viso tra le mani e mi bacia, con passione. Quanto ne avevo bisogno!

Sentiamo bussare sullo stipite della porta aperta. È Calligaris che ci guarda con uno sguardo malizioso.
"Buongiorno. Bene, vedo che stai molto meglio Alice".
Io arrossisco.
"Sì ispettore, grazie"
"Tu invece Conforti non hai per niente una bella cera."
Claudio abbozza un sorriso.
"Avrei bisogno di farti qualche domanda Alice, te la senti?"
"Sì, certo. Cortesi resterà in galera, vero?"
Calligaris guarda Claudio, prima di continuare.
"In realtà è scappato, pensavo lo sapessi".
"Come è scappato?" mi sento assalire dal panico. Guardo Claudio, sconvolta.
"Sì, ha ferito ad un braccio anche la guardia giurata ed è riuscito a scappare. Ma lo troveremo, non preoccuparti. Gli stiamo facendo terra bruciata intorno".
Calligaris mi chiede di raccontargli tutto quello che è successo con Enrico nei giorni precedenti. È un'enorme sofferenza dover ripetere tutto anche più volte.
Quando l'ispettore va via mi sento distrutta.

"Perché non mi hai detto niente Alice. Se avessi saputo che ti stava così addosso..."
"Cos'avresti fatto? Nessuno poteva prevedere che fosse pazzo! E tu perché non mi hai detto che è scappato?"
"Non aveva senso farti preoccupare. Sei stanca. Riposati. Tra poco arriveranno i tuoi genitori"
"Sì ma anche tu vai a casa a riposare un po'."
"Ok. Quando arrivano, vado. Promesso."

Quando mi sveglio mi sento molto meglio.
Ho dormito un sacco, è pomeriggio inoltrato.
La mia camera è piena di gente.
I miei genitori, Marco, la nonna.
"Sorella te l'ho sempre detto che lavori con un branco di matti!"
Mio fratello riesce a smorzare la tensione. Gliene sono molto grata.
Entra l'infermiera.
"Qui dentro siete un po' troppi. Alice ha bisogno di tranquillità per riprendersi"
"Sto bene. Vorrei solo potermi alzare"
"Per ora facciamo che ti faccio sedere. Piano piano, metti giù le gambe e vediamo come va."
"Mi gira un po' la testa"
"È il minimo, con tutto il sangue che hai perso. Ecco stai un po' così. Ce la fai?"
"Sì grazie."
"Bene, mi raccomando. Non esagerate. E quando ti senti stanca, riposati"
In effetti rispondere a tutte le domande di tutti è molto stancante, ma capisco che loro vogliano sapere cosa mi è successo.
Verso sera, mentre sto bevendo un tè con due fette biscottate che costituiscono la mia cena, arriva Claudio, riposato, sistemato e bello come il sole.
"Ciao. Che ci fai seduta?"
"Non ho fatto di testa mia. Ho chiesto all'infermiera"
"Mmm..." mi guarda, con aria di rimprovero.
"Signori l'orario di visita è finito." Dice l'infermiera entrando in camera per misurarmi la febbre e la pressione.
I miei se ne vanno, dandomi appuntamento a domani.
Guardo Claudio con un po' di tristezza.
"Io rimango stanotte. Avevo già parlato con il dottor Mariani."
"Si dottor Conforti, il dottor Mariani mi aveva avvisata, lei può rimanere".
"Claudio, non è necessario. Sto bene, puoi andare a casa a dormire. Non c'è bisogno che resti qui"
"Questo lo decido io, hai riposato oggi?"
"Si, ma questo letto è di una scomodità assurda. Non vedo l'ora di tornare a casa. Secondo te quando mi dimetteranno"
"Ma, dipende da come va la tua ripresa, ma credo che dovrai restare qui almeno un altro paio di giorni"
"Mmm...uffa. E poi ho una fame da lupi"
"Domani dovresti poterti alzare e anche mangiare, dai. Il peggio è passato"
Claudio si stende di fianco a me.
"Dottor Conforti non credo che questo sia consentito"
"Il chirurgo che ti ha operato è un mio caro amico. Non credo che mi faranno storie".
"Beh in effetti così va molto meglio, però tra un po' vai a casa. Ok?"
"Mm. Buonanotte Sacrofano"

L'allieva.... quattro anni dopoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora