25. Una dolce buonanotte

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Casa....
Non mi sento ancora esattamente a casa qui da Claudio, ma in questo momento non vorrei essere da nessun'altra parte!
Me ne sto seduta sul divano, mentre lui prepara per la cena.
Si è fermato in rosticceria e ha comprato cibo per un esercito.
Dice che devo riprendermi e quindi devo mangiare.
Non mi permette di alzare un dito.
Devo dire che è piacevole farsi coccolare.
"Claudio, anche tu hai l'aria stanca, dai lascia che ti aiuti."
"Non se ne parla, io non ho un taglio in pancia e l'emoglobina sotto i piedi!"
"Uffa. Ma sto bene!"
"Siediti, non fare storie o ti riporto in ospedale!"
"Certo che sai essere sempre convincente!"
Mi sorride.
Ceniamo in silenzio.
Non c'è bisogno di parole, bastano i nostri sguardi ad esprimere quello che proviamo, la paura che abbiamo avuto entrambi.
Questa brutta esperienza mi ha fatto conoscere un lato di Claudio che non immaginavo.
Lo avevo sempre visto forte e sicuro di sé.
Anche durante gli ultimi avvenimenti riguardanti suo padre, pur essendo scosso e disperato, aveva mantenuto una parvenza di sicurezza.
Stavolta invece ho scoperto un lato fragile che me lo ha fatto vedere in un'ottica completamente diversa.
Siamo entrambi veramente stanchi.
Io soffro di una stanchezza cronica dovuta anche alla perdita di sangue.
Lui credo che abbia dormito cinque o sei ore in tre giorni.
Così alle dieci siamo già a letto.
"Quanto ho sognato il nostro letto quando ero in ospedale! È così comodo!"
"Immagino! Almeno quanto io ho sognato di riaverti qui tra le mie braccia"
Avvolta nell'abbraccio di Claudio, mi addormento dopo pochi minuti.

Quando mi sveglio, i suoi occhi blu sono puntati su di me.
"Buongiorno! Hai dormito quasi dodici ore di fila!"
"Mmm..... infatti mi sento molto riposata"
È sabato, quindi neanche Claudio deve andare al lavoro.
Mi bacia dolcemente.
"Tu hai dormito?"
"Sì, anche se non quanto te"
Mi bacia di nuovo, con passione. Mi fa impazzire il modo in cui mi bacia ed è così da sempre.
"Sarà meglio che io vada a procurarmi la colazione" dice staccandosi a fatica dalle mie labbra.
"Devi proprio?" Lo stuzzico io.
"Sì perché se resto qui non so se riesco a controllarmi" ancora un bacio.
"E perché vuoi controllarti?"
"Perché quello che ti farei in questo momento non è proprio compatibile con la tua convalescenza" mi guarda malizioso.
"Io sto bene" gli dico accarezzandogli il petto e sollevando la testa per dargli un altro bacio.
"Piantala. Hai dieci punti nella pancia."
Prende la mia mano, la bacia e me la appoggia in grembo.
Claudio esce a prendere le brioches ed io ne approfitto per provare a darmi una sistemata.
Il mio aspetto non è proprio dei migliori.
La fatica che faccio a fare anche cose banali mi ricorda che forse ha ragione Claudio e che è meglio andarci piano.

"Mi ha chiamato Calligaris" mi dice Claudio mentre facciamo colazione "pare che quel pazzo sia stato allontanato dall'università di Firenze per stalking nei confronti di due studentesse."
"Non l'avrei mai detto. Sembrava così gentile."
"Già. Aveva abbindolato tutti. L'unico a cui non piaceva ero io. Stavolta l'intuito della signora in giallo non ha funzionato" mi dice con un sorrisetto ironico.
"Haha... spiritoso"
Rido alzandomi da tavola.
Ma non ho fatto i conti né con la ferita né con la mia pressione bassa. Una fitta di dolore al fianco mi fa gemere e allo stesso tempo mi gira la testa.
Claudio corre verso di me, mi solleva e mi fa sdraiare sul divano. Mi guarda preoccupato.
"Va meglio, grazie"
Sospira.
"O tu stai attenta e ti riguardi oppure ti impedisco di alzarti dal letto. Lo vuoi capire che non sei guarita. Fammi controllare questo taglio, c'è un piccolo versamento di sangue sulla benda."
Claudio mi pulisce la ferita e mi cambia il cerotto  "non è successo niente. I punti ci sono ancora tutti per fortuna."
Non oso ribattere nulla, so che ha ragione.

Le giornate sono grigie e piovose e questo aiuta a non aver voglia di uscire.
Claudio di giorno va al lavoro ed io rimango in casa da sola.
I miei amici ogni tanto vengono a trovarmi, ma io mi annoio soprattutto ora che comincio a sentirmi meglio e la ferita è praticamente guarita.
È venerdì. Claudio si è preso il pomeriggio libero e stiamo guardando un film noiosissimo sul divano.
Lui mi accarezza la testa che ho appoggiato sulle sue gambe.
"Sei pensierosa?"
"No perché?"
"Be, non mi sembra che tu stia seguendo molto"
"Questo film è una noia mortale!"
"Questo non posso negarlo. Senti se mi prometti che non ti strapazzi troppo stasera ti porto fuori a cena."
"Davvero?" Il mio umore è già migliorato.
"Mmm.... quindi devo dedurre che ti annoi a casa con me...." Mi dice inarcando un sopracciglio.
"No...... assolutamente" mi alzo e mi siedo sulle sue gambe "però tra ospedale e casa mi sento una carcerata".
"Già e non posso nemmeno usare le mie armi migliori in questo momento" mi dice passandomi un dito sulle labbra"
"Mi mancano le tue armi migliori" gli dico provocante.
"Sapessi a me" mi sfiora la schiena con un dito, prococandomi una serie infinita di piccoli brividi.
"Andiamo a prepararci và" dice lui rassegnato.

L'allieva.... quattro anni dopoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora