29. Fermare il tempo

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Il risveglio del lunedì è sempre traumatico.
Oggi lo è in modo particolare.
Direi che è la primavera se non fosse solo fine febbraio.
Apro gli occhi prima del suono della sveglia.
Claudio non è di fianco a me.
Guardo l'orologio.
Le 9.20????
Ma come è possibile.
Sono sicura di aver messo la sveglia, me lo ricordo bene.
Ma soprattutto perché Claudio non mi ha svegliata??
Ora chi la sente la Boschi??
Mi precipito in bagno e mi butto sotto la doccia.
Mi sto insaponado, più in fretta che posso, quando l'anta della doccia si apre all'improvviso.
"Claudio! Ma che diavolo ci fai qui! Mi sono presa un colpo!"
Lui mi guarda e mi bacia senza rispondermi.
"Ma lo sai che ore sono? Tu dovresti essere al lavoro e mi avresti dovuto svegliare!!"
"Calmati. Non c'è nessuna fretta!"
E di nuovo mi bacia, mi stringe, mi accarezza dappertutto.
"Smettila" gli dico io, cercando inutilmente di sfuggire alla sua presa "la Boschi mi ammazza!"
Lui non sembra minimamente intenzionato a lasciarmi andare.
"Ci parlo io con quella, non ti preoccupare".
E niente, naturalmente le sue armi sono infallibili. E lui lo sa benissimo!

Quando finalmente usciamo dalla doccia, sul tavolo della cucina trovo le brioches fresche.
Claudio prepara il caffè.
"Ma perché non mi hai svegliata?"
"Perché avevi bisogno di dormire"
"Hai spento tu la mia sveglia per caso?" gli chiedo contrariata.
Lui mi guarda con un sorrisetto beffardo.
"Ora quell'arpia me la farà pagare!"
"Stai tranquilla, ho fatto leva sui suoi sensi di colpa per la storia di Cortesi"
"Ma quindi ci hai già parlato?"
"Certo. Sono andato a sbrigare due faccende che avevo lasciato in sospeso e a parlare con la Boschi. Così ora abbiamo tre giorni solo per noi."
Spalanco gli occhi per la sorpresa.
"Davvero?!?!"
Gli butto le braccia al collo e gli bacio tutta la faccia come farebbe una bambina.
"Già!" Mi dice lui soddisfatto.
"Quindi ora fai colazione e poi preparati per partire."
"Partire? E per dove?"
Sprizzo felicità da tutti i pori.
"Per un bel posto."
"Dai Claudio dimmelo!!"
Cerco di intenerirlo in tutto i modi.
"Non ci provare. Tanto non te lo dico!"
"Ma perché?"
"Perché mi fai impazzire quando sei curiosa!"
Mi bacia e si mette a far colazione.
E ovviamente non riesco a strappargli nessun'altra informazione.

Alle 12 finalmente riusciamo a partire.
Io sto morendo dalla curiosità, ma non dico niente per non dare soddisfazione a Claudio.
"Certo che ci hai messo un'ora per prendere l'occorrente per neanche tre giorni!"
"Ma tu quando sei riuscito a pianificare tutto?"
"Eh no, stavolta dovrai accontentarti. Non ho pianificato proprio nulla. Mi è venuto in mente stanotte mentre ti guardavo dormire. Abbiamo bisogno di un po' di tempo per noi. Sono successe troppe cose brutte ultimamente."
"Non è da te partire così all'avventura. In genere studi tutto nei minimi dettagli"
"Infatti non è da me. Ma tu mi fai fare cose strane"
Mi guarda sorridendo.
È di ottimo umore.
Quando mi guarda mi sorride e io sono il ritratto della felicità.
Intanto ci dirigiamo verso la Toscana e dopo meno di due ore siamo all'Argentario, a Porto Santo Stefano. È un posto incantevole.
Pranziamo in un ristorantino molto carino al porto.
Poi ci dedichiamo a trovare un hotel.
Ne troviamo uno bellissimo proprio in riva al mare.
"Perché hai chiesto la stanza solo per stanotte?" gli chiedo quando siamo in camera "Non restiamo anche domani?"
"No. Domani ti porto sull'isola del Giglio."
"Che bello! Davvero?" Gli butto le braccia al collo e mi incollo alle sue labbra.
Lui mi stringe a sé, ma poi si stacca dolcemente.
"Sì, ma ora fammi cercare un hotel. L'avventura va bene ma fino ad un certo punto!"
E mentre Claudio è intento a trovare l'hotel, io mi godo la vista dal nostro balconcino.
L'aria è tiepida, sembra già quasi primavera, anche se siamo solo a fine febbraio.
Dopo pochi minuti, Claudio mi raggiunge.
Sono appoggiata alla ringhiera del balcone.
Lui mi abbraccia da dietro e mi bacia il collo, spostandomi i capelli.
"Fatto" mi sussurra all'orecchio. "Che ne dici di andare ad esplorare questo paesino? Così vediamo di trovare anche gli orari del traghetto".
"Sì. Andiamo!"

É bellissimo passeggiare per queste stradine quasi deserte.
Non è esattamente stagione da turisti. È davvero rigenerante.
Aveva ragione Claudio, ne avevamo proprio bisogno.
Il sole comincia a calare e le prime luci della sera ad accendersi e lo spettacolo è davvero unico.
L'acqua crea incredibili giochi di luci e colori.
Anche se lo spettacolo migliore rimane sempre il sorriso di Claudio quando i nostri sguardi si incrociano.
Mi stringe la mano, forte.
Come per dirmi che lui c'è e che non mi lascerà.
Io ricambio la stretta e perso che, solo qualche mese fa, credevo che non sarei riuscita nemmeno più a parlargli civilmente.
La vita ti sorprende sempre e, proprio dopo aver passato momenti terribili, ti ritrovi ad assaporare questi intensi attimi di pura felicità.

"Cara la mia dormigliona, domani mattina dovrai svegliarti presto. Il nostro traghetto parte alle 7 in punto!" Mi dice Claudio mentre stiamo cenando.
"Basta andare a letto presto, no?"
"Questo non è assolutamente un problema" mi dice malizioso, disegnando con un dito il contorno delle mie labbra.
Quando fa così riesce ancora a mettermi in imbarazzo.
"Ma è possibile che tu arrossisca sempre?" Mi dice sorridendo.

Nonostante siano passate da poco le dieci, in giro non c'è già più nessuno.
Sono affacciata alla finesta e fuori c'è una pace assoluta.
Si sente solo il rumore dell'acqua che lentamente si infrange sugli scogli.
"È ora di andare a letto!" Mi dice Claudio, guardandomi intensamente e prendendomi per mano.
"Aspetta, chiudo la finestra"
"No, lascia. Mi piace sentire il rumore del mare"
"Ma fa freddo!"
"Non ti preoccupare, ci penso io a scaldarti!"
Si impadronisce delle mie labbra e non sembra avere la minima intenzione di restituirmele.

L'isola del Giglio è praticamente deserta in questa stagione.
Sul traghetto c'eravamo solo noi ed un furgoncino che rifornisce l'unico negozio di alimentari aperto in inverno.
Ma l'isola è veramente incantevole.
L'acqua ha un colore meraviglioso.
Il sole del mattino illumina l'orizzonte ricoprendo il mare di un manto d'argento.
Claudio guarda il mare in silenzio.
All'improvviso si gira, mi prende il viso con entrambe le mani e mi dà uno di quei baci che mi lasciano senza fiato.
Poi mi prende per mano e mi porta in una piccola spiaggetta di sabbia e sassi, dove l'acqua è cristallina.
Ci sediamo su uno scoglio e rimaniamo così, abbracciati a guardare questo mare infinito.
Nessuno dei due dice una parola, come se avessimo paura di rompere questo incanto.
Verso la tarda mattinata, dal mare, iniziano ad avanzare dei nuvoloni minacciosi.
"Peccato, sembra che il tempo stia peggiorando rapidamente" dico io un po' malinconica.
"Già, vedremo. Hai freddo?"
"Un po'."
"Vieni, andiamo in macchina. Facciamo il giro dell'isola. Così ci scaldiamo."

Anche con le nuvole l'isola è molto piacevole.
Dopo pranzo raggiungiamo il nostro hotel che è arroccato sulle rocce in un punto in cui la costa è più alta.
È molto particolare e la nostra stanza da direttamente sul mare che è piuttosto agitato per l'imminente tempesta.
Il mare in burrasca ha un fascino un po' malinconico che mi è sempre piaciuto molto.
La pioggia inizia a cadere accompagnata da raffiche di vento.
"Non è decisamente il momento migliore per uscire a fare i turisti" sussurro a Claudio.
"Mmm. E sentiamo che alternative avresti da propormi?" Mi dice lui alzando un sopracciglio.
"Ma non so... pensavo... una partita a carte?"
Mi alzo in punta di piedi e lo bacio. Lui risponde al mio bacio, lentamente, senza fretta.

Il rumore della pioggia che batte contro il vetro, il rombo del mare che si infrange contro la roccia proprio sotto di noi, il suo respiro che si confonde col mio, i nostri cuori che battono all'unisono. Vorrei fermare il tempo. Ora.

L'allieva.... quattro anni dopoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora