XIV

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Vittorio ripone l'ennesimo bavaglino nel borsone che sua sorella sta preparando in vista del parto

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Vittorio ripone l'ennesimo bavaglino nel borsone che sua sorella sta preparando in vista del parto. Ormai manca meno di un mese, deve essere sempre pronta a correre in ospedale.

"La tutina della Roma che gli ho preso ce l'hai messa, sì?", chiede. Silvia annuisce sorridendo appena. È preoccupata per il benessere del suo bambino, perché proprio adesso che deve venire al mondo, sente di non poterlo proteggere come meglio vorrebbe. Vittorio comprende la sua paura, proprio per questo non ha osato rivelarle che quella stessa mattina è andato dal Messicano, l'ha guardato negli occhi ed ha testato la sua effettiva follia. Perché amare qualcuno è anche questo: sopportare il dolore e la paura senza diffonderla agli altri, per farli stare meglio.
Vittorio ha l'aspetto e l'atteggiamento da duro, ma la verità è che il legame con la sua famiglia lo vincola in ogni situazione.

 Lui agisce, vive in funzione di sua madre e sua sorella, ha sempre cercato di fare le scelte migliori per renderle felici, anche se spesso ciò ha significato privarsi di qualcosa. Quando salderanno il debito col Messicano, lascerà la scuola e andrà alla ricerca di un lavoro che possa farlo contribuire al mantenimento della famiglia.

Per il momento, però, deve pensare a trovare i soldi. Non è un'impresa semplice, affatto.
Si abbandona esausto sul suo letto, sfilandosi la maglietta e subito dopo i pantaloni. Sblocca il cellulare e scorge tra le varie notifiche, una su Facebook. Non apre mai l'applicazione perché ormai la reputa inutile, piena di video idioti ed immagini che non fanno assolutamente ridere.

Quella sera, però, preso dalla curiosità, scopre che qualcuno gli ha inviato un messaggio. È già pronto a declinare le proposte indecenti di qualche ragazza, quando scopre che ad avergli inviato un messaggio sia stato Marco.
Marco.

Che figura di merda che ha fatto, quel pomeriggio. Si è comportato da ragazzino, ma non ha potuto farne a meno, non essendo mai stato abituato a stare con qualcuno all'infuori di un letto. Ha sempre suddiviso le persone presenti nella sua vita in tre categorie: parenti, amici e altro. Con altro intente solitamente persone come Giulia, o come i suoi passati compagni di una notte di sesso, con i quali ha condiviso principalmente qualche ora sotto le coperte, niente di più. A questo punto, è costretto ad aggiungere alla sua lista una quarta categoria, occupata interamente da un ragazzo con due occhi scuri e grandi, un orecchino ad anello sul lobo ed uno più piccolo sulla narice.

Domani vieni prima della partita, bella.

Recita il semplice ma efficace testo del messaggio.

Se magari mi dessi l'indirizzo ci verrei pure.

Poco dopo, Marco gli manda il nome della via in cui abita e il numero civico. Vittorio visualizza e non risponde, non è un ragazzo legato alla tecnologia, possiede quel cellulare scassato da almeno quattro anni e, anche se la fotocamera fa scatti sgranati e lo schermo è scheggiato, non gli interessa. Non scambia grandi chiacchierate via messaggio, preferisce guardare il proprio interlocutore negli occhi e parlare faccia a faccia; a maggior ragione se l'interlocutore in questione è Marco.

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