XXXVI

1K 87 19
                                    

Marco fatica ad addormentarsi, quella notte

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Marco fatica ad addormentarsi, quella notte. È sdraiato sul confortevole letto di casa sua, okay, ma non fanno che presentarsi davanti agli occhi scenari apocalittici. Sicuramente il Messicano verrà a sapere che è stato lui ad agire alle sue spalle per smascherare il colpo che lui e il suo clan hanno intenzione di mettere in atto quella sera.

Se dovesse uscire di prigione, Marco sarà la sua priorità. Morto. Stecchito. Lo uccideranno.

Si copre di più con il lenzuolo, come quando da piccolo temeva che dei mostri si celassero nell'ombra della sua cameretta.

Riflettendoci bene, però, il Messicano e i suoi tirapiedi hanno parecchi crimini alle spalle. Omicidio, possesso di armi e sostanze illegali, invasione di proprietà privata, furto, rapimento, e questo è solo l'inizio della lista. Alcuni di loro moriranno in prigione, se non tutti. Anche Raffaele, che di anni ne ha solo diciotto, proprio come lui. Non prova pietà per persone del genere, anche se prima anche lui si è macchiato di qualche crimine, ma ha ricevuto la sua punizione. E poi non ha mai ucciso qualcuno, e mai lo farebbe.

Silvano marcirà in prigione. Anche se non lo dà a vedere, Vittorio ci soffre moltissimo a non avere un padre presente ed affidabile. L'odio viscerale che prova nei suoi confronti è scaturito dalla brutta strada che ha intrapreso, sicuramente, ma ha radici più profonde: l'abbandono, il tradimento. Vittorio è ferito anche perché suo padre abbia preferito dei soldi a lui.

Marco questo lo capisce, e si è promesso più e più volte che gli darà tutto l'amore che merita, se ne è capace.
Si gira di lato, appoggiandosi sul fianco. Il cellulare giace silenzioso sul comodino, lo prende e rimane accecato dalla luminosità dello schermo. Sono le quattro.
Cristina gli ha inviato un messaggio, gli chiede di vedersi, ché è tanto che non si beccano più in giro. Marco la ignora ed apre la chat con Vittorio. L'ultimo messaggio è il suo e risale ad ore ed ore prima, è stato visualizzato dal ragazzo.

Parlano poco e niente su Whatsapp, dal momento che passano tantissimo tempo assieme e sono entrambi abbastanza avversi alla tecnologia. Non hanno molto tempo per dedicarsi ai loro cellulari mezzi rotti e vecchi di anni ed anni.

Sveglio??

Scrive; l'ultimo accesso del suo ragazzo risale alle undici di quella stessa sera. Si appoggia il dispositivo sul petto mentre socchiude gli occhi, sistemandosi supino. Il suo cellulare inizia a vibrare, risvegliandolo dallo stato di trance in cui era caduto. Sul display lampeggia il nome di Vittorio, si affretta a rispondere.

"Vittò, tutto okay?", domanda a bassa voce, camera dei suoi genitori è proprio vicino alla sua.

"Sì, non riuscivo a dormì", spiega il ragazzo dall'altra parte del telefono. Marco di posiziona sul fianco destro.

"Nemmeno io". Sospira. "Non avrei mai pensato di ammetterlo, ma c'ho paura di quello che accadrà tra poche ore".

Dall'altra parte del dispositivo cala il silenzio. "Pure io". Anche Vittorio sospira. "Ma poi andrà tutto bene, no? Dopo che papà sarà andato in prigione nessuno ci romperà più il cazzo".

Sotto il cielo di RomaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora